di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Una strada sterrata e assolata; un giovane con un sacco a pelo e un cartello in mano fa l’autostop. Lo scenario è quello aspro e avventuroso della “faccia triste dell’America” o, se visto da un’altra prospettiva, delle corse avventurose alimentate dal carburante degli ideali di giustizia sociale de “I diari della motocicletta” di un giovane Guevara.
E’ una delle ultime foto scattate a Carlo Iannuzzi, 29 anni, da Roccella Ionica. Partito per l’Argentina dopo aver accettato una proposta di lavoro. Il suo lavoro, ovvero analista programmatore informatico e rimasto vittima, la notte tra il 26 e il 27 novembre, di una vile aggressione ad opera di un gruppo di balordi in giro per Buenos Aires, che nel tentativo di strappargli i pochi soldi che aveva con sé, lo hanno colpito e lasciato sanguinante al suolo, prima della corsa all’ospedale, laddove ha subito un delicatissimo intervento di craniotomia, ovvero l’asportazione di parti della scatola cranica per decomprimere il cervello.
Qualche settimana in rianimazione e poi il trasferimento in un reparto dell’ospedale italiano nella capitale argentina per iniziare un percorso, di guarigione prima e riabilitazione poi, che si preannuncia molto lungo e faticoso.
Accanto a lui la madre Mariolina, il fratello Elio e parecchi amici. Tanti, che hanno impressionato perfino l’equipe medica del nosocomio argentino, che sta facendo il massimo per fare recuperare la piena funzionalità del suo corpo animato da una mente brillante, aperta, quella di un cittadino del mondo con solide radici ancorate alla sua terra d’origine, quella Roccella Jonica nella quale intende tornare un giorno.
«Il mondo è piccolo perché Roccella è grande», ama dire Carlo Iannuzzi. Uno a cui non si può non voler bene, anche se la pensi diversamente da lui e questo ti può portare ad avere discussioni accese. No, Carlo è uno dei tanti giovani che non vuole farsi travolgere da un destino fatto di incertezza e rassegnazione, ed il futuro se lo vuole costruire con i suoi mezzi e la sua testa, anche varcando l’Atlantico.
Ebbene, proprio nella sua Roccella, dopo il terribile fatto del 27 novembre, è iniziata una maratona di solidarietà destinata a durare a lungo, come tutte le maratone. Prima il tam-tam su Facebook per avere sue notizie, poi i primi articoli sulla stampa locale e, pochissimi giorni dopo, un comitato nato proprio per fornire assistenza materiale a Carlo e ai suoi familiari attraverso una raccolta fondi, gestire la comunicazione ufficiale sulle sue condizioni, e soprattutto attivare tutti quei percorsi diplomatici e istituzionali tesi a garantirgli il diritto alla salute anche in una terra lontana.
Un comitato nato spontaneamente ma ben strutturato «Che verrà sciolto – ha detto il presidente Francesco Ieraci – proprio da Carlo quando tornerà a Roccella».
La dichiarazione è di ieri pomeriggio, quando, nella sala dell’ex convento dei Minimi Paolotti, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del comitato che si chiama “El Puente per Carlo”. Un ponte tra l’Italia e l’Argentina, appunto, tutto per aiutare questo giovane che con la sua vicenda ha fatto emergere il grande cuore di una comunità come quella roccellese, che si è scoperta unita e generosa come non mai. Ma è evidente che il caso dovrà assumere una rilevanza nazionale e internazionale, perché la vicenda di Carlo potrebbe riguardare anche tutti quei cittadini italiani che per un motivo o per l’altro, si trovano in condizioni analoghe all’estero.
Al tavolo dei relatori, ieri, oltre al presidente Francesco Ieraci, che ha introdotto i lavori, tanti giovani brillanti e impegnati nel sociale, proprio come Carlo, dal presidente del collegio dei revisori contabili Tommaso Daunisi, ai dirigenti Angelo Nizza e Martina Raschillà. In prima fila altri componenti il comitato, tra cui il giornalista Guerino Nisticò.
Ospite d’onore il padre di Carlo, Pino Iannuzzi, che nel ringraziare tutti per la generosità dimostrata, non ha nascosto la propria grande emozione.
La serata si è aperta con la proiezione di un video relativo a una partita di campionato dell’As Roccella, con lo speaker che ha annunziato che parte dell’incasso della gara era stato devoluto proprio alla famiglia Iannuzzi.
La gara di solidarietà sta coinvolgendo tutti: cittadini, associazioni, e il mondo politico locale in maniera bipartisan. Destra e sinistra, maggioranza e opposizione, tutti insieme per aiutare questo compaesano che ama la sua Roccella e che si trova in difficoltà molto lontano da qui.
Ora, è evidente, che il suo caso non deve coinvolgere la sola Roccella, ma in suo aiuto deve intervenire tutta la Locride in primis, ma anche la Calabria, l’Italia fino ai massimi livelli istituzionali.
Molti gli intervenuti alla conferenza di ieri, nel corso della quale chi scrive ha garantito che Lente Locale, tra un paio di giorni, offrirà gratuitamente un banner pubblicitario con tutte le indicazioni utili a partecipare alla raccolta fondi per Carlo, in primis il codice Iban del conto Bancoposta che sarà attivato tra poche ore (e nel quale confluiranno tutti i contributi, che saranno gestiti nella maniera più congrua e trasparente possibile). Il nostro banner sarà “linkato” alla pagina Facebook “El puente per Carlo” in modo da consentire ai lettori di attingere in tempo reale tutte le informazioni ufficiali sulle condizioni del nostro conterraneo.
E’ un modo come un altro per dare il proprio contributo in una vicenda che non riguarda una sola famiglia o una sola comunità cittadina, ma tocca tutti noi.
Tra i numerosi interventi registrati ieri, quelli del sindaco Giuseppe Certomà e di altre personalità del mondo politico locale, come Pino Mazzaferro, Walter Melcore e Pietro Commisso.
Tre le iniziative importanti per sostenere le costosissime spese mediche che deve affrontare la famiglia di Carlo, la presenza di punti di raccolta fondi a tutta una serie di eventi in programma, dalla partita di calcio tra gli studenti degli istituti scolastici superiori di Roccella al concerto del collettivo “Mu.Lo.” che si terrà il 29 dicembre in piazza San Vittorio.
Ovviamente siamo solo all’inizio, perché la battaglia si preannuncia lunga e faticosa.
Ma l’amore per Carlo sarà più forte di tutto. Della violenza gratuita subita, delle precarie condizioni di salute, della lontananza e del tempo che dovrà passare.
Hasta la vista, Carlo.
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Grazie mille Gianlú!!! Di cuore grazie mille 🙂
Ho letto questa storia.
Nella sfortuna, è stato graziato nella essere stato trovato da un passante che ha chiamato il pronto soccorso.
Gli auguro di riprendere le sue funzionalità nel migliore dei modi .