di Isidoro Napoli*
Cos’è la destra, cos’è la sinistra?
Parafrasando G. Gaber, Antonio Polito analizza la situazione politica italiana in un momento di confuso cambiamento del quadro politico nazionale.
Tempo fa la Ministra Boschi dichiarò essere Fanfani il politico della prima repubblica a cui ella faceva riferimento. Poco male. Fanfani è stato uno degli uomini politici più influenti del periodo storico che va dalla fine della guerra all’inizio degli anni ’80. Nella ricostruzione storica della vita dell’uomo politico vi è da menzionare anche la sua firma al manifesto sulla difesa della razza nel ’39, ed un lungo periodo di insegnamento di Logica Fascista dal ’35 al ’40. Dopodiché si trasferì in Svizzera per evitare i rigori della guerra. Oggi la stessa Ministra Boschi richiama a sostegno del Si al referendum sulle modifiche alla costituzione il voto favorevole dei “veri” Partigiani. Strana forma di richiamo al proprio album di famiglia, inserendoci, di volta in volta, chi le fa più comodo.
Affari suoi. Io le chiederei, con tutto il garbo possibile, di evitare di accostarsi ad una Storia che non le appartiene ed alla quale non ha mai fatto riferimento. Continui a disprezzare liberamente la storia della Sinistra italiana.
In Calabria le cose non appaiono molto differenti da ciò che accade nel resto dell’Italia.
La Giunta regionale guidata da M. Oliverio nata dopo un agguerrito confronto nelle primarie del PD nelle quali il candidato sponsorizzato dal segretario nazionale e e da quello calabrese del PD fu battuto appunto, dall’attuale presidente della giunta regionale.
E cosa accade da procurare disorientamento nei cittadini calabresi, anche in quelli che hanno appoggiato la nomination di Oliverio in alternativa a Callipo?
Accade che il presidente Oliverio e tutto il gruppo che gli sta intorno, saltano un referendum, quello per intendersi, sulle licenze di trivellazione. Referendum, vale la pena di ricordarlo, indetto anche grazie all’adesione della Regione Calabria tra quelle che lo hanno richiesto.
Neanche una iniziativa a sostegno di una battaglia che avevano contribuito a suscitare. La Calabria, anche grazie alla inconsistente presenza della sua classe dirigente, si colloca all’ultimo posto per l’affluenza alle urne.
Nel mentre si sta svolgendo la campagna elettorale per il rinnovo dei consigli comunali di importanti Città tra le quali c’è Cosenza, con tutte le contraddizioni che li si disvelano, ed il presidente della giunta regionale ed il suo team pensano bene di indossare in fretta e furia, la casacca dei sostenitori del Si al referendum costituzionale. In maniera da non far dubitare, al padrone del partito la propria rigorosa fedeltà.
Forse che il ” capo” ha garantito che restituirà ai calabresi il diritto di governarsi la Sanità, come sarebbe legittimo? Sanità che rappresenta il 60% del bilancio regionale. Niente di tutto questo. La Sanità calabrese resta fermamente nelle mani dell’uomo scelto dal “capo”. Allora qual’è la ragione per la quale il presidente e la sua maggioranza a cinque mesi dallo svolgimento del referendum costituzionale, scendono in piazza con la grancassa per accreditarsi tra i più solerti sostenitori di una battaglia che vedrà, secondo alcuni autorevoli commentatori, un ulteriore colpo alle autonomie locali?
Ci dicessero, se non si chiede troppo, quali saranno i vantaggi derivanti dal l’approvazione della riforma costituzionale, per le Istituzioni locali e per i Cittadini Calabresi. E perché mai questa battaglia risulti ai nostri governanti, più importante di quella che essi stessi avevano contribuito a stimolare.
O forse siamo di fronte alle prove generali perché anche in Calabria il patrimonio di consensi che la Sinistra, con tutte le contraddizioni che l’hanno caratterizzata negli ultimi decenni, contraddizioni che il presidente Oliverio dovrebbe conoscere bene data l’età di militanza non molto distante da quella di chi scrive, si era guadagnato sul campo, vengano portati come dono al nuovo padrone del partito della nazione?
*: Iscritto, perché casa mia, ma non più elettore, del PD
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