RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Non comprendevamo, e per la verità non lo comprendiamo ancora, ma ci illudiamo di aver compreso il vero motivo per cui lo scarico dei reflui di Bovalino nel torrente Careri non è mai stato fermato. Nel procedere con altri soci dell’Osservatorio ad una verifica dello stato del collettore che dovrebbe portare i reflui al depuratore consortile di Bianco abbiamo constatato che l’acqua caduta copiosa nei giorni scorsi ha cancellato il laghetto formatosi nello spazio tra il ponte della ferrovia e l’arenile che veniva generosamente alimentato, oltre che dall’acqua del torrente, dallo scarico delle fogne di Bovalino. La pioggia abbondante ha lavato la porcheria ma non la cattiva coscienza di chi per oltre 11 anni ha consentito lo scempio e continua a consentirlo nonostante il finanziamento regionale di 51.000,00 euro che avrebbe dovuto garantire la soluzione del problema. Nel mese di luglio la terna commissariale annunciava l’approvazione del progetto definitivo per l’adeguamento e la sostituzione di apparecchiature nelle stazioni di sollevamento delle acque reflue del territorio comunale con l’utilizzo del finanziamento regionale. Cosa è successo nel frattempo non lo sappiamo, l’unica certezza è che i reflui adesso sgorgano direttamente a mare! Sicuramente il disegno che ipotizziamo prevede l’immunizzazione ai veleni col sistema che utilizzò il re del Ponto Mitridate VI il Grande che assumendo a piccole dosi un miscuglio di una cinquantina di veleni ne divenne immune al punto che, sconfitto da Pompeo Magno, quando decise di togliersi la vita non riuscì ad avvelenarsi per cui ebbe bisogno di chiedere di essere pugnalato. Ma noi abitanti della Locride non dovremo ricorrere ad espedienti di tal fatta perché non sarà facile immunizzarsi ai fosfati e polifosfati presenti nei fertilizzanti, detersivi, composti fosforati ed azotati, e nei reflui fognari non depurati, a causa dell’ossidazione degli escrementi. Anche perché l’acqua è uno dei principali veicoli di trasporto, nonché recettore finale, dei numerosissimi inquinanti chimici prodotti dalle attività domestiche o civili (reflui), agro-zootecniche ed industriali; alcune sostanze inquinanti, inoltre, possono provenire dal dilavamento delle strade ad opera delle acque meteoriche. Né riusciremo ad immunizzarci dagli inquinanti fecali che derivano dai reflui fognari non sottoposti a depurazione. Sono, infatti, attaccati dai batteri aerobici che, operandone la biodegradazione, consumano l’ossigeno disciolto nell’acqua dando luogo ad anidride carbonica, nitrati, fosfati ed anidride solforosa. Quando l’ossigeno si esaurisce, inizia la fermentazione anaerobica che può generare composti maleodoranti e tossici come metano, ammoniaca, acido solfidrico e fosfina. Qualora l’inquinamento fecale sia particolarmente intensivo, si può avere la presenza nelle acque reflue, ed in alcuni casi anche nelle acque marine in prossimità degli scarichi, di microrganismi patogeni agenti di gravi malattie, come tifo, colera, epatite virale, salmonellosi, spirochetosi. Pertanto l’Osservatorio chiede che venga abbandonato tale disegno ripiegando più semplicemente al ripristino delle pompe di sollevamento con conseguente bonifica della foce del torrente Careri.