di Adelina B. Scorda
Parte con il piede sbagliato la città Metropolitana, questo almeno è il pensiero dei 12 comuni esclusi dal patto Renzi-Falcomatà. Camini, Stilo, Sant’Agata, Casignana, Mammola, avrebbero ricevuto con solo un giorno di anticipo alla scadenza, la mail con la quale si richiedeva la compilazione e la presentazione delle schede di finanziamento. A Caraffa il mancato arrivo dell’avviso sarebbe dovuto a un errore e data l’esclusone, il Comune, starebbe inoltrando ricorso (Reggio avrebbe mandato la comunicazione a un indirizzo errato); Ciminà, Agnana, Africo e San Luca, non avrebbero ricevuto nulla, disconoscendo anche l’esistenza del finanziamento. Questo il quadro generale.
Ma il mancato invio delle proposte da parte dei comuni esclusi avrebbe un’altra spiegazione. La mail, inviata via pec ai comuni della provincia reggina, arrivando solo il 24 marzo (la scadenza per la presentazione delle schede, lo ricordiamo era il giorno successivo) non avrebbe consentito, causa la ristrettezza dei tempi, ad amministratori e uffici di mettere in ordine le idee e sfruttare un’occasione sicuramente non da poco.
Allora come si spiega che gli altri 30 comuni locridei questa scheda non solo l’hanno presentata ma hanno anche ottenuto cospicui finanziamenti.
Il sentore comune è che informazioni ufficiose siano state captate dai sindaci “vincitori” che con maggiore intuito avrebbero aguzzato i sensi per non lasciarsi sfuggire questa possibilità. Già, perché pur non essendoci nulla di sicuro, l’eventualità che la costituenda città Metropolitana potesse portare qualche finanziamento non era di certo esclusa. Forse per questo da circa un anno si tenevano incontri e riunioni sull’argomento.
Secondo indiscrezioni alcuni comuni, avrebbero messo in atto una sorta di mutuo soccorso, per non perdere il treno del finanziamento, ancora ipotetico all’epoca dei fatti. Così le schede sarebbero transitate da Benestare a Platì, da Marina di Gioiosa Ionica a Gioiosa Ionica e da Locri a Samo.
A quali ripari correranno i comuni esclusi, ancora non si sa, molti fra loro opteranno per una prima soluzione politica, per ora l’idea è di non destabilizzare rapporti ancora labili e precari. Un concetto però sembra essere molto chiaro: questo non è sicuramente il modo migliore per inaugurare la nascita della città Metropolitana, dicono.