R. & P.
LOCRI – Domenica 24 Settembre 2023 la Chiesa celebrerà la 109a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato; nel messaggio dal titolo “Liberi di scegliere se migrare o restare”, il Santo Padre Papa Francesco spiega che le cause più visibili della mobilità umana sono “persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria” ed aggiunge che “mentre lavoriamo perché ogni migrazione possa essere frutto di una scelta libera, siamo chiamati ad avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante”. Anche nella nostra Diocesi di Locri-Gerace, dall’Ufficio Migrantes, è stato predisposto un programma per questa giornata che a livello diocesano sarà celebrata a Camini. Il Direttore dell’Ufficio, don Rigobert Elangui, ha chiesto a tutti i parroci di prestare un’attenzione particolare a questa giornata nelle celebrazioni eucaristiche promuovendo anche iniziative e gesti concreti di vicinanza verso i migranti presenti nelle nostre comunità (la colletta della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è tra quelle obbligatorie).
Don Rigobert, presentando la Giornata del Migrante, ha evidenziato che: “Sulle coste del nostro territorio diocesano, da mesi, si assiste all’approdo di continui flussi migratori che si succedono con evidente carattere emergenziale: uomini, donne e bambini sono accolti nei centri di accoglienza provvisori di fortuna in alcuni comuni della Locride. Come comunità cristiana non possiamo essere indifferenti al fenomeno migratorio che spesso mette a rischio la vita delle persone”.
Il vescovo della chiesa locrese-geracese, monsignor Francesco Oliva, nel Messaggio indirizzato alla Comunità diocesana invita tutti a riflettere “sul nostro essere chiesa che accoglie”. L’accoglienza è un’istanza che nasce dal Vangelo, ne è prova emblematica la fuga in Egitto di Giuseppe e Maria che decidono di emigrare per l’amore verso Gesù, in modo da “sfuggire alle minacce del potente del tempo, il re Erode, per mettere al sicuro il proprio Figlio”. Monsignor Oliva sottolinea che: “Nessuno può impedire la scelta di trovare un luogo più sicuro ed accogliente per la propria famiglia ed il futuro dei figli”. Quella storia, fuga in Egitto, è emblematica di come “l’esperienza dell’emigrazione non è legata alle contingenze, ma è una possibilità costante offerta a tutti come opportunità di vita migliore”.
Il vescovo rimarca la straordinaria attualità dell’esortazione del Levitico: «Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri» (19,33-34). Quindi, il Pastore diocesano aggiunge: “I migranti non sono turisti in ferie, ma fratelli e sorelle che scappano per povertà, per paura, per disperazione, che cercano una vita migliore lontano dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta. I loro bisogni sono conseguenza di politiche scellerate e colonialistiche che hanno sfruttato e depredato le risorse delle loro terre. Di fronte all’immigrato non è umano voltarsi dall’altra parte o chiudersi nel proprio perbenismo e indifferenza. Né è ritenere un optional ridare loro dignità e garantire la scelta se migrare o restare. I nostri tempi esigono l’impegno comune nell’accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare”.