di mons. Francesco Oliva*
Ho condiviso sin dall’inizio l’idea dei sindaci della Locride di partecipare alla festa della Repubblica qui a Platì. Per due ragioni.
La prima: la voglia di gridare che la Locride è parte importante dello Stato Italiano, che ha contribuito alla sua unità e alla formazione della Repubblica con il sacrificio di tanti suoi figli, i cui nomi sono iscritti indelebilmente nei monumenti ai caduti presenti nel suo territorio. Se tanti suoi figli sono morti per la patria, sentiamo di dover gridare a tutti che facciamo parte della Repubblica italiana e ne siamo orgogliosi. E per questo oggi facciamo festa.
La seconda: questa manifestazione non è solo rivendicazione di tale appartenenza, ma è espressione dell’impegno comune a lottare contro ogni forma di isolamento della nostra terra. Dico ‘impegno comune’: tutti, cittadini e istituzioni, siamo uniti in un progetto di condivisione dei valori fondamentali della Repubblica. Il 2 giugno è la festa di tutti gli italiani, è la nostra festa, il giorno in cui desideriamo, qui a Platì, ricordare e riaffermare i valori democratici della convivenza civile che trovano espressione nelle varie forme di partecipazione alla vita sociale del nostro Paese. Sono i valori che troviamo scritti nella nostra carta fondamentale, la Costituzione italiana, che, con gesto eloquente e profondamente significativo, oggi il sindaco di Platì e i sindaci presenti hanno inteso distribuire in omaggio a tutti i cittadini. I valori della Costituzione sono i nostri valori, i valori di questa terra spesso tenuta lontana dalle decisioni importanti che la interessano. Per noi i valori costituzionali non possono restare affermazioni di principio che rimangono sulla Carta.
Siamo qui per rinnovare la nostra fede civile nei valori della democrazia, quali la dignità della nostra gente, il diritto al lavoro, il diritto alla partecipazione sociale. Siamo parte di questo Stato. Per questo rivendichiamo in primo luogo il diritto al lavoro. E non vogliamo nello stesso tempo che ostacoli di ordine economico e sociale limitino di fatto la nostra libertà ed eguaglianza e impediscano il pieno sviluppo della nostra persona e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (cfr art. 3 Cost.). Solo rimuovendo questi ostacoli la Repubblica è una e indivisibile e le autonomie locali si possono reggere. Non chiediamo altro, se non più dignità e solidarietà. Le nostre famiglie, ove ancora grazie a Dio la vita continua ad essere accolta ed amata, hanno diritto ad un presente dignitoso, meritano di essere sostenute ed incoraggiate, quando manca il pane ed il lavoro sono in pericolo, viene meno la speranza. E le nostre comunità sono esposte a tutti i pericoli.
La presenza numerosa a questa manifestazione è un segno di fiducia nei valori della democrazia. Desidero rivolgere a tutti l’invito ad assumere un impegno preciso: quello di amare il proprio paese e la propria comunità, di lottare contro ogni forma di illegalità e d’ingiustizia. Sappiamo che facciamo parte di una comunità che si regge sull’osservanza delle leggi. Non rispettarle e mettersi contro le istituzioni va a discapito del bene di tutti e di ciascuno. Non possiamo pensare di essere un mondo a parte, di costruire il nostro benessere senza tener conto della nostra appartenenza ad una comunità civile che ha delle leggi e dei valori da vivere e rispettare. Siamo cittadini e desideriamo rispettare le leggi. Rispettare le leggi, partecipare alla vita civile e politica favorisce la nostra crescita sociale. Ma soprattutto è il primo passo per uscire dall’isolazionismo in cui ci troviamo. Non isoliamoci né lasciamoci isolare, lottiamo per la dignità, per i diritti, per avere strade più sicure e agevoli, collegamenti più veloci. Ma non trascuriamo i nostri doveri di cittadini, cercando scappatoie, vie di facile guadagno. Desideriamo rendere anche omaggio a quanti s’impegnano quotidianamente nel servire il nostro Paese per garantire la sicurezza, l’ordine, la pace, e nei momenti di emergenza intervengono anche in soccorso delle nostre popolazioni. E nella nostra terra non mancano le emergenze, legate ad un territorio fragile ed esposto alle calamità naturali. Un territorio troppo spesso maltrattato ed offeso da comportamenti irresponsabili. Penso all’abbandono dei rifiuti, agli incendi estivi, alle costruzioni abusive. Non comportiamoci da cittadini di serie B. nella costituzione della Repubblica c’è stata la partecipazione di tanti nostri concittadini. Non lo dimentichiamo. Siamo fieri di appartenere a questa Repubblica.
*: vescovo della diocesi di Locri-Gerace