RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
di Comitato giovanile per l’istituzione del PGM
Il 25 Aprile appena trascorso ancora una volta ci ha riconsegnato un Paese più che mai diviso, se da una parte com’è giusto che sia in questa data molte sono state le manifestazioni ed i gesti per onorare la memoria di chi si è sacrificato per consegnarci un’Italia libera e democratica, dall’ altro molti sono stati i gesti di opposizione a queste manifestazioni di ringraziamento verso i partigiani.
Neanche il territorio della città metropolitana di Reggio Calabria per il quale questo 25 aprile è stato molto particolare, (era il primo dal dopoguerra ad oggi senza Pasquale Brancatisano il partigiano Malerba, morto nella sua Samo nel mese di Gennaio). si è sottratto a questo dualismo esistenziale.
Eppure nonostante il periodo e le restrizioni imposte dal Covid i territori hanno reagito prontamente, l’ANPI vera protagonista della giornata ed erede di quei valori democratici ed umani ha organizzato numerose manifestazioni che hanno saputo coinvolgere emotivamente le istituzioni ed il popolo,
A Reggio Calabria il 25 aprile è stato onorato, tramite due murales permanenti raffiguranti il partigiano Malerba e Teresa Gullace donna originaria di Cittanova alla quale Rossellini s’ispirò per creare il personaggio di Pina in Roma Città Aperta, ponendo una panchina in piazza castello dedicata a Gramsci e posando dei fiori ai piedi dei monumenti dedicati ai caduti, numerose anche le manifestazioni nella Locride, a Locri e Siderno sono stati posti mazzi di fiori come ringraziamento a chi diede la vita per ricostruire la democrazia.
Ma il 25 aprile appena trascorso ci ha lasciato in eredità anche di una nuova contro-resistenza pseudonostalgica e purtroppo anche giovanile che il valore della ricorrenza ha tentato di oscurarlo.
Alcuni tanto per rimanere nella “loro tradizione” pubblicamente hanno detto di non sentirla come ricorrenza (posizione criticabile, errata, ma legittima – in fondo la guerra di liberazione serviva affinché tutti potessero avere la libertà di esprimere “in libertà”, senza la paura delle manganellate, delle carceri e del confino, le proprie opinioni).
Altri si sono lanciati in una campagna, non di Russia, ma altrettanto sconsiderata.
Tra i tanti comportamenti “nostalgici” manifestatisi proprio grazie alla libertà ottenuta con il sangue dei Partigiani da tutti (e proprio tutti), emerge un’improvvida sortita giovanile volta ad attaccare l’amministrazione comunale di Reggio Calabria “colpevole” di aver installato una panchina per ricordare Gramsci e di aver speso secondo le “affidabilissime” informazioni indicate, ben 210 Mila euro per due murales messi subito a confronto con le strade che sono piene di buche. La drammaticità di questa opinione emerge in tutta la sua pochezza sotto diversi aspetti:
1) i fondi utilizzati per i murales erano destinati e vincolati al decoro urbano,
2) la spesa è stata di un decimo rispetto a quella che qualcuno si è “preso la libertà” di dichiarare,
3) ancora una volta certa politica o presunta tale tenta di non far onorare la storia tramite l’arte e la bellezza
4) tanto per non smentirsi mai in alcune aree politiche i più esperti utilizzano i giovani come marionette per mandarli allo sbaraglio, restando nascosti nella loro vigliaccheria, male armati o armati solo ideologicamente (questa storia già sembra di averla letta da qualche parte).
È fantastico che ci siano molti giovani in politica, ma prima di esprimersi per accontentare i propri fan, sarebbe utile conoscere come funzionano gli enti, come si spendono i fondi e in generale come funziona un ordinamento democratico e bilanciato. Altrimenti si fa solo disinformazione e si incoraggia il populismo, quello più pericoloso, quello nostalgico dei “quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.
Il 25 Aprile ci ha anche consegnato un territorio spaccato in fasce orarie, tra chi alla luce del giorno lo ha onorato e chi approfittando dell’oscurità ha tentato di cancellare i gesti fatti poco prima.
La mattina del 26 come ogni anno si sono contati i danni. A Reggio è stata imbrattata la panchina di piazza castello dedicata a Gramsci, a Siderno qualche nostalgico coraggioso ha fatto sparire uno dei due mazzi di fiori posti dalla locale sezione ANPI e da esponenti di un circolo di partito (con tanto di fotografie ricordo) ai piedi del monumento ai caduti. I cittadini se ne sono accorti quando ancora una volta sul nostro Paese è tornata la luce, se ne sono accorti ed hanno reagito ripulendo i monumenti e sostituendo con altri fiori quelli trafugati mediante un’ eroica sortita notturna da chi è un coraggioso solo quando non c’è nessuno a contrastarlo ma la gente perbene ha saputo rispondere perché in fondo non importa se si resiste con in pugno un fucile o una rosa l’importante è resistere sempre: alla fine l’insegnamento del 25 Aprile deve essere anche questo, resistere per costruire il futuro soprattutto grazie a piccoli gesti.