di Simona Masciaga
“Historia magistra vitae” imparare dal passato per non commettere errori nel presente e nel futuro: questo è il messaggio lanciato domenica sera durante la quarta serata della rassegna “Sette libri per Sette sere” , che, per argomenti trattati, autori, giornalisti ed esperti, può definirsi il maggiore evento culturale estivo presente sul territorio.
Giunti al giro di boa, come lo ha definito Cosimo Pellegrino, presidente dell’AALB di Siderno, la quarta serata ha visto protagonista la riedizione de ” I campi del duce ” di Carlo Spartaco Capogreco, edizioni Einaudi 2019.
Il saggio storico, pubblicato nel 2004, introdotto e moderato dal giornalista Pasquale Muià, è diventato ormai punto di approfondimento storico e storiografico: humus adatto a sviluppare tesi e ricerche analitiche nella descrizione e mappatura geografica dei 48 campi di confino presenti in Italia nel periodo fascista, e, altresì, le condizioni di vita dei detenuti.
Con ottima capacità di comunicazione e terminologia comprensibile ma accurata, l’autore, oltre che emozionare, ha saputo evidenziare i contenuti del testo argomentando perfettamente ogni situazione, adempiendo, in modo esaustivo, a tutte le domande rivolte da parte del numeroso pubblico presente.
Il testo, diviso in due parti, la prima intitolata introduzione (a nostro avviso con troppa modestia da parte dell autore) è in realtà un corposo saggio storiografico, minuziosamente descritto e ben dettagliato dei campi di confino presenti nella nostra nazione; la seconda parte vede una serie di approfondimenti, campo per campo, sulle condizioni di vita dei deportati: uno studio certosino condotto sulla memoria storica nazionale, sulle politiche che l’hanno improntata condotto con il chiaro scopo di impedire la rimozione o banalizzare quel ” nostro ” periodo conosciuto come fascismo.
Capogreco non vuole accusare a posteriori gli italiani di una facile e sbrigativa autoassoluzione bensì, il suo chiaro intento è quello di mettere in luce e rendere palese tale argomento poco conosciuto e spesso surclassato:luoghi di alto valore storico, memori di violenza, tristezza e atrocità che oggi, purtroppo, vivono la dimenticanza, la superficialità e l’abbandono.
” Una memoria storica e critica difficile da metabolizzare poiché richiede tempi lunghi per svegliare la coscienza collettiva alla luce di nuove sintesi e nuove ricerche” queste le parole della dottoressa Cristina Briguglio, correlatrice della serata, la quale, da profonda conoscitrice del testo e dell’argomento trattato, ha riportato alla memoria la figura di Treves Frilli, tenace democratico confinato a Siderno nel periodo fascista, divenuto poi primo sindaco del dopoguerra della sua amata ed operosa Poggibonsi.
Questa sera appuntamento con Cristina Briguglio e Giovanni Scarfo’, autori del saggio “Corrado Alvaro e il cinema” (2019, Città del sole).
Presenta Pasquale Muià.