di Antonella Scabellone
LOCRI- Ultima udienza istruttoria per il processo Recupero-Bene Comune che si sta celebrando, con rito ordinario, davanti al Tribunale Penale di Locri contro cinquantaquattro imputati ritenuti appartenenti, a vario titolo, al clan Commisso di Siderno. Dal 12 maggio si entra nelle battute finali; dapprima con la requisitoria della pubblica accusa, che avrà due udienze a disposizione per formulare alla Corte le proprie richieste (12 e 23 maggio);
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poi con le arringhe difensive, che inizieranno il 26 maggio, continueranno per tutto il mese di giugno (9,16,23,27 e 30) e si concluderanno il primo e il tre luglio. Per cui, verosimilmente, prima della pausa estiva, dovrebbe essere emessa la tanto attesa sentenza di primo grado. Fremono in questo senso gli avvocati degli imputati, che si sono fermamente opposti al prolungamento dell’istruttoria, profilatosi nel momento in cui il Pm della DDA, Antonio De Bernanrdo, ha chiesto l’audizione di un nuovo pentito, tale Pavone Giuseppe da Catania.
Pavone avrebbe dovuto riferire in particolare dei rapporti con Michele Correale detto “Zorro” nati quando entrambi si trovavano in carcere in regime di 41 bis. Per il Pm questa testimonianza sarebbe stata necessaria per ricostruire le presunte attività illecite di “Zorro” e i suoi rapporti politici con l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. Ferma l’opposizione da parte della difesa di Correale, rappresentata dall ’Avvocato Angelica Commisso, che ha ritenuto tardiva e inammissibile la richiesta di audizione del nuovo teste, oltre che non necessaria a questo punto della causa. Opposizione a cui si sono associati anche gli avvocati Giovanni Pedullà, Cosimo Albanese, Giuseppe Oppedisano e Giuseppe Calderazzo trovando il consenso del collegio presieduto dal magistrato Alfredo Sicuro che ha respinto la richiesta del Pm ritenendo la testimonianza del pentito non necessaria.
La Corte ha invece ammesso tutta la documentazione integrativa prodotta dalle difese degli imputati, tra cui una memoria a favore di Franco Rumbo, presentata dall’ Avvocato Giuseppe Calderazzo, con cui si intende mettere in dubbio l’attendibilità dei pentiti Costa e Cossidente; così ha ammesso anche un fascicolo documentale prodotto nell ’interesse dell’Ingegnere Figliomeni dall’avvocato Giovanni Pedullà.
L’udienza si era aperta con la deposizione del teste Francesco D’Agostino, imprenditore, titolare fino al 1989 della Solai Laterizi Jonici (ora Calcementi Jonici s.p.a.), che ha riferito dell’attività lavorativa all’ interno dell’azienda di laterizi dell’imputato Correale Giuseppee il quale era anche dedito, stando ai racconti del teste, alla coltivazione di un fondo di proprietà della ditta a titolo di colonia; poi è stata la volta dell’assietnte capo di polizia Giuseppe Cilione che ha confermato il contenuto di alcune trascrizioni acquisite al processo. Infine, su richiesta del Pm De Bernardo, è stata acquisita la sentenza di Cassazione del processo Congiusta che, secondo la pubblica accusa è utile alla causa in quanto ricostruirebbe in modo inequivocabile i rapporti tra i clan Commisso e Costa di Siderno.