di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Alla faccia della coerenza, della sacralità del simbolo e del rispetto degli organi direttivi del circolo cittadino. Ieri, alla presentazione della lista “Roccella prima di tutto” che alle elezioni amministrative del 25 candida a sindaco l’uscente Giuseppe Certomà, c’era anche il segretario provinciale del Partito Democratico Seby Romeo, assieme ai consiglieri regionali Nino De Gaetano e Demetrio Naccari Carlizzi (e a numerosi segretari e dirigenti democrat della Locride) giunto appositamente da Reggio per manifestare il proprio endorsement alla candidata consigliera della lista pro Certomà Carmen Ingrati, figlia del segretario provinciale della Cgil Mimma Pacifici.
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Qual è il problema? Il problema è che la lista avversaria di “Roccella prima di tutto”, ovvero “Roccella bene comune” che candida a sindaco Mimmo Circosta, è composta in larga parte da tesserati del circolo cittadino del Partito Democratico, e lo stesso Circosta è fresco di tesseramento col partito di Renzi, così come dirigenti cittadini del Pd sono i candidati consiglieri Vanessa Riitano, Nicola Iervasi e Patrizia Suraci che, probabilmente, non faranno i salti di gioia nell’apprendere che il segretario provinciale del loro partito è andato a sostenere la candidatura di una giovane che sarà anche tesserata del Pd, ma che ha compiuto una scelta elettorale in chiara antitesi a quella del circolo cittadino, che ha condotto le trattative per formare una lista alternativa a quella di Certomà dai primi mesi dell’anno, inserendo – si badi bene – il simbolo del Pd all’interno del logo della lista pro Circosta, ovvero “Roccella bene comune”.
Il “caso Roccella”, dunque, si aggiunge al “caso Caulonia” (con le polemiche seguite alla costituzione di un nuovo gruppo consiliare denominato “Spazio Aperto-Pd” il cui fondatore – Attilio Tucci – è fuori dal circolo cittadino del partito), al “caso Locri” (laddove il direttivo del circolo cittadino del Pd appoggiò, alle scorse elezioni, il candidato sindaco di “Tutti per Locri”, e una storia politica di destra Giovanni Calabrese), al “caso Bianco” (laddove, alle ultime elezioni amministrative, il Pd dell’allora segretario cittadino Nicita perse le elezioni da alleato col Pdl e avversario dell’attuale sindaco Scordino, appoggiato dai “dissidenti” democrat del posto), al “caso Monasterace” (laddove c’è una lista di partito espressione del circolo e che candida il segretario cittadino, ma nella lista avversaria ci sono alcuni esponenti degli organismi direttivi sovracomunali del Pd), solo per citarne alcuni.
Non è che un partito così spaccato ad ogni appuntamento elettorale e un atteggiamento della segreteria provinciale che, a seconda dei casi, appare ondivago, cerchiobottista e poco coerente, possono generare confusione e disorientamento tra i militanti e i simpatizzanti che invece anelano a un riferimento partitico chiaro non solo a livello nazionale ma anche e soprattutto nel territorio?
Ai posteri l’ardua sentenza. Sarà il risultato delle urne, tra poco più di venti giorni, a fornire le prime indicazioni utili. E il giudizio degli elettori è quello che conta davvero.