DALL’ASSOCIAZIONE ESCURSIONISTICA GENTE IN ASPROMONTE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
LOCRI – Una spettacolare escursione in un ambiente di alta montagna, considerata in assoluto tra le più belle del programma in quanto offrirà ampi panorami. Il tragitto compie quasi un anello, con vista privilegiata su tutto il massiccio di monte Cavallo e spaziando fino all’Amendolea. In un contesto paesaggistico di grande fascino sopravvivono i resti di un luogo di culto basiliano.
Come arrivare : attraverso la statale 106 jonica si raggiunge Melito Porto Salvo; si imbocca il bivio per Bagaladi – San Lorenzo – Roccaforte del Greco e, dopo 28 Km. viene raggiunto Roccaforte. Raduno ore; 10.00 entrata Roccaforte del Greco. Si prosegue per altri 8 km sulla strada di montagna che ci porta al Bivio di Masina.Si rende noto che il percorso prevede un lungo tratto di pietraia, il terreno risulta a tratti impervio e sdrucciolevole, si raccomanda pertanto di effettuare un’autovalutazione delle proprie capacità ai fini della partecipazione o meno all’escursione!
SS. Trinità Santa Trada (Roccaforte)
Tempo:Ore 6.30
Località: Cuvolo di Roccaforte (Bivio Mesina)
Dislivello: 1420slm 970
Comuni interessati. Roccaforte del Greco
Difficoltà E.E. Escursionisti esperti
Si parte dal bivio di Masina, si prosegue lungo una sterrata in lieve discesa fiancheggiata da pini secolari che ci fanno capire di essere già in alta quota, dopo dieci minuti si giunge al laghetto di Masina (un’area pic-nic, un piccolo rifugio dell’Afor, possibile rifornimento di acqua).
Si prosegue sempre lungo la sterrata attraverso un falso piano in leggera salita, dopo pochi minuti si arriva sui piani Ammusa dove il panorama si apre sulla maestosa frana Colella, ( una delle più grandi d’Europa, dai diversi colori legati alla varia composizione dei terreni che ha interessato), di fronte ci appare in tutta la sua maestosità Monte Cavallo.
Si devia poi a destra, procedendo in leggera discesa verso nord-est ed il panorama diventa sempre più ampio sulla fiumara Amendolea, il cui letto sinuoso assume le sembianze di una striscia d’argento. La fiumara costituisce la spina dorsale dell’area grecanica ed in epoca storica ha rappresentato il confine tra Locri e Reggio Calabria.
L’escursionista in questo tratto può avere piena contezza delle asperità del paesaggio ricco di coste franose e della conseguente difficoltà storica degli spostamenti nell’area grecanica che ha garantito il suo isolamento nei secoli.
Dopo venti minuti si giunge alla sorgente Ammusa, poi si procede in discesa lungo il torrente omonimo per 500 metri; si lascia il torrente e ci si immette nella vecchia mulattiera che collegava Roccaforte con l’antico borgo di Santa Trada, superando il passo di Mastro Loreno si cammina a mezza costa lungo il costone di Monte Masina; ancora trenta minuti lungo un sentiero in leggera discesa ( fare attenzione per il terreno scivoloso e sdrucciolevole); dopo circa altri trenta minuti siamo al torrente di Malia, si scende ancora per qualche centinaio di metri fino a giungere all’area di Croce Melia (ampio panorama).
Proseguendo in discesa lungo la sterrata si giunge al primo nucleo abitativo abbandonato in località Mordace. Si scende ancora attraverso qualche tornante fino a giungere al vecchio borgo di Santa Trada abitato fino al 2003 ed ora in completo abbandono.
In epoca bizantina nell’area grecanica sorsero parecchie abbazie, nelle quali i monaci riproducevano numerosi codici, custoditi oggi nelle più famose biblioteche, ed attorno alle quali sorsero dei villaggi in cui si svilupparono antichi mestieri.
Una di queste abbazie portava il nome dell’Aghia Triadas, cioè della SS. Trinità, il cui culto, con l’avvento del rito latino, è stato sostituito con quello di San Rocco, patrono e protettore di Roccaforte. Il capitolo di Bova ha goduto dei titoli di archimandrita della SS. Trinità di Roccaforte, benefici che hanno costituito parte delle sue rendite.
Dopo una breve visita ai ruderi ancora esistenti si torna indietro fino all’area di croce Melia. Ci si immette sulla sterrata che procede in salita tra secolari piante di castagno e ciliegio; dopo circa un’ora si giunge in località Calonero.
Seguendo la carrabile in leggera discesa,dopo 10 minuti si arriva al valloncello di Palecimati dal quale ha origine la famosa cascata Calonero. Superato il valloncello si procede in modesta salita e dopo trenta minuti si giunge ai piani della Signora.
Una breve deviazione per ammirare da vicino il “ grande candelabro”. Si torna indietro , si riprende la strada e dopo dieci minuti si giunge alla famosa fontana di Cuvolo nell’omonima area pic-nic. Si sale qualche centinaio di metri fino a sulla strada di Cuvolo, si scende poi a sinistra fino ad arrivare al punto di partenza, il bivio di Masina. giungere