di Gianluca Albanese
PALIZZI – La seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, accogliendo l’istanza presentata dai difensori, ha disposto la sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari nell’abitazione del padre (previo utilizzo del braccialetto elettronico) per il 23enne Francesco Scaramozzino, che il 27 marzo del 2010, dopo una violenta lite, uccise con sette coltellate Vincenzo Quagliana.
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Come si ricorderà, lo scorso 19 dicembre era già stata ridotta in Appello la pena, dagli originari 15 anni e 5 mesi a 10 anni, 3 mesi e 3 giorni di reclusione, dopo che gli erano state riconosciute le attenuanti generiche.
Ora, vista la buona condotta manifestata in carcere, la disponibilità ad indossare il braccialetto elettronico per permettere che i suoi movimenti siano controllati, e il venir meno delle esigenze di natura processuale (inquinamento delle prove, reiterazione del reato, pericolo di fuga) – dopo i fatti per cui è stato processato, i suoi familiari si erano allontanati da Palizzi per stabilirsi altrove – la Corte d’Assise d’Appello ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Giuseppe Mammoliti del foro di Locri e Domenico Putrino del foro di Palmi, disponendo per lui, la misura degli arresti domiciliari con obbligo d’indossare il braccialetto elettronico.