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Epidemia da Covid19 è il nostro parlare quotidiano: è l’argomento, principe coronato, delle nostre vite per induzione, per necessità, per informazione ovvero nostro malgrado. Sappiamo pure che è come occuparsi di un nemico ambiguo e invisibile con cui la nostra generazione e quelle che seguiranno dovranno fare i conti. La messe di opinioni connesse a questo gran parlare ha finito sostanzialmente per schierarsi e chiudersi, per virtù dei social e della comunicazione massiva, in due posizioni contrapposte: quella di chi paventa, fino a farne sovente una psicosi, la natura mortifera del virus con la necessità di provvedimenti e normative restrittive e, per converso, quella di chi sostiene che la pandemia sia una gran messa in scena diretta da lobbies di potere per governare il futuro del pianeta e vede nelle misure di salvaguardia adottate dai vari governi altrettanti attentati alla democrazia degli stati e alla libertà degli individui.
Probabilmente parte da questo la considerazione che ha spinto Gianluca Albanese, giornalista e direttore del quotidiano online LenteLocale, a dire pubblicamente all’autore Massimiliano Capalbo durante la presentazione di “In Media Stat Virus”: “Mi ero approcciato al tuo lavoro con un certo pregiudizio, credendo si trattasse del libro scritto da un complottista. Invece ho scoperto una terza via, né integrata né negazionista, ma di buon senso e soprattutto scientificamente verificabile”.
La valutazione del giornalista può, effettivamente, essere definita la chiave di interpretazione del libro presentato domenica scorsa 4 ottobre ad Antonimina, presso la Casa delle Erbe e delle Agriculture.
Il dialogo intervista ha aperto il primo appuntamento della rassegna “Teatro, scritture e visioni FUORI ROTTA”, ideata e curata da Marò d’Agostino per promuovere la riflessione su temi peculiari del nostro tempo fatta coincidere con la condivisione di momenti di distensione e bellezza, fuori dalle rotte d’abitudine, nel magico scenario della vallata sotto il monte Tri Pizzi, respirando a pieni polmoni sentori e aromi di erbe selvatiche ed officinali. L’ampia riflessione ha sviscerato un pensiero franco e concreto, facendosi anche testimonianza di chi è stato costretto a subire decisioni irrazionali e antiscientifiche.
In Media Stat Virus ha fatto da cappello tematico agli altri contributi, di grande qualità e tutti dedicati allo stesso argomento, che hanno coinvolto dal primo pomeriggio fino a sera il numeroso ed ordinato pubblico di soci ed estimatori arrivati alla Casa delle Erbe della Locride.
A farla da padrona per la parte visiva la bella mostra “Drawing Extra Room” della pittrice Liliana Condemi che, con le forme e i colori suggeriti dal suo estro inquieto e da una notevole capacità tecnica, aveva dato, nei mesi di lockdown, forma e colore al virus; un percorso introspettivo e per certi versi liberatorio. La mostra, con un allestimento site specific informato al rapporto spaziale dell’opera artistica con l’ambiente outdoor, è stata curata dalla stessa Marò d’Agostino che nello scenario espositivo ha anche letto il racconto breve “Deus sive Natura”, una vera esclusiva narrativa di Eliana Iorfida che, con sagace invenzione, presenta il virus dalla parte del virus. Il racconto è contenuto nella raccolta “Lantivirus” (Edizioni Erranti, 2020).
Nino Racco, con “La Canzone Che Racconta /pendant Coronavirus”, ha incantato con il suo particolarissimo stile; il noto cantastorie, che da tempo utilizza le canzoni per costruire delle trasposizioni teatrali di forte impatto poetico senza ridurre l’efficacia drammatica ha, ancora una volta e affrontando un tema non facile, tenuto fede al suo impegno artistico e sociale cui il suo lavoro è orientato.