R. & P.
Potere a Popolo Reggio Calabria prende atto della Zona Rossa
decretata dal Governo per la Calabria a partire da Venerdì 6 Novembre e
fino al 3 Dicembre.
Saranno più chiari a breve i parametri
scientifici che hanno determinato l’inserimento di una Regione in una o
nell’altra fascia.
E’ però chiaro che oltre al numero di contagi,
basso rispetto ad altre Regioni e l’indice di contagiosità (Rt 1.66 poco
oltre la soglia di attenzione di Rt 1.5), il parametro che ha inciso
maggiormente nel far diventare la Calabria “Zona Rossa” sia la fragilità
del nostro sistema sanitario e tutto ciò che NON è stato fatto in tutti
questi anni e ancora di più, nonostante gli ingenti finanziamenti
avuti, dal primo lockdown ad oggi.
L’analisi
politica che va fatta ci restituisce uno scenario sanitario peraltro
già da Zona Rossa, quello che, anche in periodo Non-Covid, la
popolazione calabrese tutta, a cui siamo vicini, è costretta a subire.
Già
da tempo Potere al popolo Reggio Calabria, al suo tavolo tematico sulla
sanità, sta lavorando per costruire proposte risolutive dei problemi
della situazione calabrese. Sono stati organizzati presidi e
volantinaggi fuori dagli ospedali di Locri, Melito Porto Salvo, Reggio
Calabria e Scilla; abbiamo lavorato assieme alla Comunità Competente ed
elaborato un documento contenente proposte concrete; stiamo lottando
strenuamente per la difesa del poliambulatorio di Villa S. Giovanni che
rischia la chiusura.
Le responsabilità del popolo calabrese sono
minime in questo contesto penalizzante economicamente, ma anche in
termini di agibilità personale a muoversi, lavorare, studiare, curarsi
anche per patologie non Covid. Nel nostro tessuto sociale, nella Regione
più povera d’Europa, molti sono i nuclei familiari che vivono di
contratti precari o di lavoro in nero, quindi sopravvivono.
È quindi perfettamente normale e legittimo che, oggi,
il popolo calabrese non accetti di caricare ulteriormente sulle proprie
spalle anche le difficoltà di continuare a vivere di questo poco, senza
la possibilità di potersi muovere neanche all’interno del proprio
Comune.
Normale che anche commercianti e piccole imprese, che però
ricordiamoci, in alcuni casi, sfruttano lavoratori, calabresi e non, a
nero, trovino oggi pesante dover chiudere le attività, consapevoli però che, al contrario dei lavoratori, percepiranno un qualche indennizzo.
Ed allora bisogna chiedersi ed analizzare di chi siano le vere responsabilità.
Dissociamoci e facciamo attenzione a chi, fino ad oggi ha avuto ruoli di responsabilità politica (o è andato a braccetto con chi ne ha avuti) negli ultimi venti anni in Calabria ed oggi fa populismo chiedendo che le organizzazioni politiche stiano fuori dalle proteste. Troppo comodo.
Urge una politica sana che chieda conto a chi NON ha saputo governare a livello regionale ed a livello centrale.
I
servizi pubblici come scuola, trasporti e sanità sono stati frammentati
per mezzo di regionalizzazione e privatizzazioni. Tali servizi
specialmente in Calabria, sono stati lasciati in mano ad incapaci e/o
compiacenti, il che, per la sanità, in particolare, ha portato ad un
susseguirsi di commissariamenti.
Non sono bastati. Adesso arriva perfino il super commissario.
Intanto i precari devono continuare a lottare per assunzioni nella sanità, nella scuola.
I cittadini devono lottare per il diritto alla mobilità, allo studio, alla salute, perché prima o poi i nodi vengono al pettine.
Ora di questo c’è bisogno, non di farsi strumentalizzare da chi è stato dentro queste gestioni politiche e che oggi si sveste delle proprie responsabilità, per mimetizzarsi dentro fantomatiche piazze senza bandiere.
Fino ad oggi questi stessi soggetti negazionisti, mentre buona parte della
popolazione si autotutela, sono andati in giro, in nome di una presunta
libertà, negando il Coronavirus, considerandolo estinto e invitando le
persone a lasciare da parte mascherine e principi di precauzione. Oggi vengono a dire che il problema è il lockdown.
Organizziamoci per avere forza e poter cambiare le cose.
Potere al Popolo – Reggio Calabria