di Gianluca Albanese
LOCRI – Il giorno dopo la somministrazione delle prime dosi di vaccino Pfizer in Italia, desta qualche preoccupazione l’aumento dei casi di CoVid-19 in alcuni paesi della Locride. Per analizzare il delicato momento abbiamo raggiunto, come di consueto, il medico locrese Nicola Rulli, da sempre attento alla diffusione della cultura della prevenzione.
Dottore Rulli, prevale la preoccupazione per l’aumento dei casi nella nostra zona o l’ottimismo derivante dall’arrivo dei primi vaccini?
“Le posso dire che se nei prossimi giorni si darà il via libera alla somministrazione su larga scala del cosiddetto “terzo vaccino”, ovvero quello di Astrazeneca (ideato in Italia e realizzato nei laboratori inglesi) presto saremo liberi dal CoVid-19. Si tratta – prosegue – di un vaccino termostabile, ovvero che non necessita di temperature particolarmente basse per la sua conservazione, e quindi si potrà tenere tranquillamente in un frigorifero comune, a una temperatura tra i 2°e gli 8°C . Questo significa che l’Italia, una volta ottenuto l’OK per la somministrazione di questo vaccino, sarà pronta al “sorpasso” rispetto agli altri stati europei, perché può contare sulla rete capillare dei medici di famiglia, la figura di operatore sanitario che si trova ovunque ed è capace, più delle altre, di instaurare un rapporto di fiducia col paziente e di sensibilizzarlo sull’importanza dei vaccini nella prevenzione, sgombrando il campo dalle vulgate dei cosiddetti “no vax””.
E sugli altri vaccini già in uso (Pfizer e Moderna) che ci dice?
“Questi vaccini sono validissimi in termini di tollerabilità ed efficacia che raggiunge il 95%, per cui ciascuno di noi può vaccinarsi appena le dosi sono disponibili.Il quid in più del “terzo vaccino” di Astrazeneca è proprio il fatto che può essere conservato in un comune frigorifero e quindi potrebbe essere il mezzo grazie al quale si potrà procedere in maniera rapida a una campagna di vaccinazione di massa, come è stato per il vaccino antinfluenzale, iniettato in poco tempo a 18 milioni di persone. Tenga conto che quando il 60% della popolazione sarà vaccinata contro il CoVid-19 questo virus si potrà considerare debellato, perché è una percentuale che appare sufficiente a raggiungere la cosiddetta “immunità di gregge””.
E nell’attesa della vaccinazione su larga scala, com’è la situazione da noi?
“Nei mesi più freddi dell’anno, questo coronavirus, come tutti i virus che colpiscono le vie respiratorie, diventa più contagioso e aggressivo sviluppando complicanze polmonari. Se non stiamo attenti, il Sud Italia rischia una terribile terza ondata della pandemia”
Come ci si difende?
“Evitando tutti gli assembramenti, che sono i principali nemici della prevenzione, compresi i funerali e ogni tipo di cerimonia. Il virus si trasmette con la parola, e anche quando si parla a distanza ravvicinata è possibile la trasmissione, specie se si usano mascherine non particolarmente protettive o non perfettamente aderenti. Quindi, manteniamo le distanze, usiamo adeguati dispositivi di protezione e rendiamoci conto che dobbiamo rimanere accorti per affrontare al meglio l’ultimo tratto di questa faticosa salita con determinazione, rinviando ogni occasione di socialità non necessaria a un futuro momento. Dobbiamo sempre ricordarci, infatti, che il 50% circa dei soggetti affetti da coronavirus è asintomatico, ma potenziale diffusore del virus. Anche chi gestisce la cosa pubblica deve metterci del suo: come si fa a indire delle elezioni a metà febbraio, in piena pandemia? Fosse per me non avrei riaperto nemmeno i mercati e, lo voglio ribadire anche in questa occasione, la scuola non deve riaprire, specie alla luce di quanto è accaduto lo scorso autunno: sarebbe come sbattere di nuovo contro un muro”.
La preoccupano le varianti del virus, di cui si parla molto in questi giorni?
“Per nulla: quelle che sentiamo sono fake news e si sta facendo tanto rumore per nulla. Le varianti al virus sono sempre esistite, vista la natura instabile e mutevole dei virus, ma non incidono sulla sostanza, possiamo considerarle come un tocco cosmetico.Le mutazioni responsabili del virus sono puntiformi e non alternano la struttura e l’architettura della proteina “spike” che è responsabile dell’interazione con gli anticorpi prodotti dal vaccino”.
Altro tema caldo è quello dell’obbligatorietà del vaccino…
“Credo che ciascuno di noi debba sentirsi moralmente obbligato alla vaccinazione. A me piace usare un’altra metafora: l’assicurazione per la responsabilità civile degli automobilisti. Se si tiene la macchina chiusa in garage può non servire, ma se la si mette su strada è obbligatoria perché il singolo mezzo interagisce con altri autoveicoli e bisogna prevenire eventuali danni da collisione. Ad ogni modo credo che chi svolge funzioni pubbliche, chi è a contatto con persone fragili, chi frequenta o lavora in strutture sanitarie non può esimersi dal praticare la vaccinazione.”