R. & P.
“Oggi ci ritroviamo alla chiusura dell’anno 2020, a quasi 3 mesi dallo spoglio del ballottaggio, a fare i conti con una realtà degradante, che ci intristisce non soltanto in quanto rappresentanti del centrodestra ma anche come semplici cittadini. Abbiamo visto tutte le promesse dell’amministrazione Falcomatà infrangersi come onde su uno scoglio. Rifiuti, discariche, acqua, burocrazia e situazione economico-finanziaria dell’ente. Quante cose sarebbero dovute cambiate e invece sono rimaste immobili e identiche rispetto al disastroso primo tempo dell’amministrazione Falcomatà…
Come se non bastasse, la nostra volontà di dare vita ad una dura ma costruttiva opposizione ha dovuto fare i conti con l’ostruzionismo della maggioranza. Ritardi nella consegna di documentazione e delibere, poca chiarezza nell’agire dell’ente, trasparenza inesistente, nessuna volontà di dialogare con l’opposizione. E’ francamente incomprensibile l’arroganza con la quale l’amministrazione Falcomatà, specie in una fase delicatissima per la città, ha deciso di procedere, alzando un muro di cemento verso le nostre richieste e domande lecite.
Appare eloquente come la dittatura si palesa come forma di governo ideale per l’amministrazione Falcomatà. Il modo perfetto per mettere in scena un secondo tempo identico, se non peggiore, rispetto al primo visto negli ultimi 6 anni. Non hanno però fatto i conti con la volontà dei cittadini (comprensibilmente esausti, stanchi di sentire promesse e prese in giro) e dei consiglieri di centrodestra, presenti nell’aula consiliare perche’ votati e democraticamente eletti. Aspetto quest’ultimo che abbiamo scoperto di recente può essere oggetto di indagini della magistratura….
E’ assurdo, oltre che tragicomico, che la maggioranza parli di ‘strumentalizzazione’ e ‘caso circoscritto’ rispetto al caso Castorina, vicenda che ha scoperchiato un modo di operare illegale da parte del consigliere più votato della coalizione di centrosinistra. Abbiamo più volte sottolineato, anche se non incide in relazione ai termini della discussione, come non si tratti di un esponente di terzo piano del Partito Democratico, ma di un elemento di spicco del Pd e di fiducia del sindaco Falcomatà, come confermato dai numerosi incarichi di prestigio ricoperti. Nel consiglio di comunale di ieri, si è semplicemente provveduto a ‘scaricare’ Castorina come fosse uno dei tanti, senza preoccuparsi di entrare nel merito della vicenda.
Il sindaco Falcomatà, durante il suo intervento di ieri, ha fatto più volte riferimento al termine ‘rispetto’, parlando del centrodestra e della nostra scelta di abbandonare l’aula come una grave mancanza di rispetto. Le sue parole ci hanno strappato un sorriso. Si tratta di un tentativo piuttosto goffo e maldestro: il primo cittadino prova a scaricare sul centrodestra e su una scelta decisa, forse poco istituzionale ma compiuta con la sola volontà di lanciare un messaggio forte dentro e fuori Palazzo San Giorgio, le responsabilità per i disastri compiuti. Imbarazzante che il primo cittadino lo consideri un ‘assist’ per continuare a giocare a nascondino, facendo finta di dimenticare le motivazioni che ci hanno portato ad abbandonare l’aula e non entrando affatto nel merito della questione relativa ai brogli elettorali.
Nel gioco delle citazioni che Falcomatà sembra apprezzare, ricordo il significato della parola rispetto.
“Sentimento che induce a riconoscere i diritti, il ruolo, la dignità, il decoro di persone o di cose e fa astenere dal recare loro offesa”.
E’ sin troppo evidente che chi ha mancato di rispetto ai cittadini, in questi sei anni e con l’avvio tutt’altro che
promettente del secondo tempo, è il Sindaco Falcomatà.
E’ sin troppo evidente che chi sta mancando di rispetto agli elettori che si sono recati alle urne (quelli vivi, si intende…) alle ultime elezioni comunali reggine è l’amministrazione Falcomatà, che continua a trincerarsi dietro la frase prestampata della ‘fiducia nella magistratura’, cercando di coprire con un piccolo francobollo il gigantesco quadro squallido e vergognoso emerso dall’inchiesta sui brogli elettorali.
E’ sin troppo evidente, infine, che non si può pensare bastino i modi british è un invidiabile flemma nell’eloquio per fare il sindaco, se si è completamente privi di contenuti, risposte da dare alla città e capacità amministrative. I cittadini hanno oramai smascherato da tempo il primo cittadino, e capito che dietro la pomposa forma si palesa una sostanza che è pari allo zero assoluto.
Falcomatà riconosca il senso profondo del termine responsabilità e dia coerenza ai propri pensieri, volti a dare ai reggini un nuovo futuro, un cambiamento, e si dimetta. Lo stesso facciano tutti i consiglieri di maggioranza, invece di nascondersi dietro ridicole prese di posizioni figlie del ‘tirare a campare’, con la volontà di rimanere attaccati alla poltrona.
Fare il primo cittadino non significa soltanto apparire sul palcoscenico e sui social network quando si tratta di dare sfoggio del proprio ego, significa soprattutto riconoscere di essere il primo pilastro di legalità e trasparenza dell’amministrazione. La richiesta non è affatto strumentale, o figlia di uno scontro politico, ma sincera e accorata. Reggio Calabria è sempre più messa alla berlina a livello nazionale, alle prese con un danno di immagine spaventoso e quasi irrecuperabile. Azzerare tutto e ripartire daccapo è l’unica soluzione per provare a invertire la rotta.
Bisogna dare un vero segnale di cambiamento ai reggini dopo hanno dovuto fare i conti una interminabile serie di false promessa e l’ultima tristissima pagina di malapolitica, i cui confini non sono ancora visibili. Dopo questo 2020, uno degli anni più tristi della storia recente di Reggio Calabria e del mondo intero, si inizi il 2021 con un gesto in controtendenza, di positività e speranza. Lo meritano la città e lo meritano tutti i reggini”.
Antonino Minicuci, consigliere di minoranza già candidato Sindaco di Reggio Calabria.