DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI PINO MAMMOLITI (ph. Enzo Lacopo)
Egregio Direttore
Non mi sento di predisporre la nota di contributo per la soluzione della odissea ospedaliera, senza esprimerti la mia incondizionata stima per ciò che fai con il tuo letto e temuto (per alcuni) giornale, strumento di didattica sociale e di stile civile in un territorio privo di riferimenti in tal senso, considerata la spudorata ipocrisia che spadroneggia in questo lembo di terra.
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Ho assistito da lontano, mi trovavo a Roma per motivi professionali, alla azione di protesta intrapresa dal Sindaco di Locri verso il quale, pur mantenendo la mia disistima politica, ho provato in quella circostanza, un contenuto apprezzamento.
La soluzione però al problema ospedaliero, così come rappresentata in quella circostanza, era peggiore del male: la catena addosso ai responsabili dello sfascio ospedaliero! Come possono, alcuni rappresentanti sindacali, i vertici aziendali, i quasi vertici gestionali, i condannati per truffa ai danni dell’ASP indignarsi perchè le cose vanno male?
I consiglieri di opposizione di Impegno e Trasparenza-P.D., hanno legittimamente e dignitosamente sopportato le catene perchè, in coerenza con quanto fatto, in solitudine, il 15 Dicembre 2013 hanno ribadito le loro preoccupazioni, senza cedere alla soddisfazione che l’unico risultato in vista è il potenziamento della illuminazione della pista dell’elisoccorso. Ma chi ha fatto della salute pubblica uno scempio senza fine ed oggi spettacolarizza l’indignazione, in particolare contro la politica, dimentica: promozioni senza titoli e senza concorsi, insipienti travestiti da primari, medici veri costretti all’esilio, soggetti pronti a scodinzolare pur di sistemare mogli amanti e famigli vari, da ultimo (oltre il danno la beffa) che sono stati acquistati circa 150 “falli artificiali”, finiti – metaforicamente – senza unguenti nel deretano degli ammalati e dei cittadini della Locride.
Caro Direttore
E’ indispensabile liberare l’ASP, ma da chi, senza pudore e senza rossore, si indigna perchè l’ospedale è ridotto così!
Pino Mammoliti