R. & P.
Tra poche settimane terminerà il lavoro dei commissari all’ASP e spetterà al commissario Longo individuare i nuovi vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
Non so se i commissari siano riusciti a debellare la presenza degli interessi della criminalità organizzata all’interno dell’Asp, ma sono certamente convinto che abbiano fallito dal punto di vista del miglioramento dei servizi ospedalieri e territoriali.
Probabilmente non per loro colpa, non essendo esperti in materia sanitaria, ma l’individuazione di tecnici esterni “esperti e qualificati” non si è rilevata, alla luce dei pessimi risultati, la scelta migliore anzi notiamo gravi ripercussioni e ulteriori ritardi.
Sicuramente non era un compito facile e l’emergenza Covid non ha aiutato, ma mai ci saremmo aspettati, dopo due anni, di vedere una situazione ancora più complicata.
Spiace che tutte le iniziative propositive da parte dei sindaci, di alcuni sindacati e dei cittadini, siano state interpretate come attacchi personali con fine polemico e politico.
Non si è capito che il desiderio delle numerose iniziative era ed è solo quello di pretendere una giusta sanità per i cittadini della provincia di Reggio Calabria.
Approfittando del forzato periodo di esilio Covid ho raccolto alcune amare riflessioni trasmesse al Comitato di Rappresentanza dei Sindaci chiedendo la convocazione dello stesso per un’analisi della grave situazione.
Giovanni Calabrese
DI SEGUITO RIPORTIAMO LA LETTERA DEL SINDACO DI LOCRI GIOVANNI CALABRESE AL COMITATO DI RAPPRESENTANZA SINDACI ASP RC:
Locri, 01/02/2021
Al Presidente del Comitato di Rappresentanza dei Sindaci Asp. Rc
Avv. Giuseppe Falcomatà
Al Vicepresidente del Comitato di Rappresentanza dei Sindaci Asp. Rc
Dott. Aldo Alessio
Al Componente del Comitato di Rappresentanza dei Sindaci Asp. Rc
Dott. Stefano Calabrò
Al Componente del Comitato di Rappresentanza dei Sindaci Asp. Rc
Prof. Pierpaolo Zavettieri
Pregiatissimo Presidente e onorevoli colleghi, Vi trasmetto alcune mie amare valutazioni e riflessioni sul pessimo funzionamento della sanità nella nostra area metropolitana, con la preghiera che il Presidente voglia convocare al più presto – possibilmente a distanza per il sottoscritto – il Comitato di Rappresentanza per una necessaria e improcrastinabile riflessione sulla gravissima situazione che crea disagio ed imbarazzo in particolar modo nei territori periferici. Sono convinto che solo la veemente reazione dei sindaci, quali unici difensori dei diritti dei cittadini, rappresenti l’ultima possibilità per avviare quella necessaria rivoluzione finalizzata a portare la normalità sui nostri territori. Una normalità che i cittadini desiderano ma che qualcuno per interessi vari ha impedito che si raggiungesse facendo prevalere l’interesse personale a quello collettivo.
Certo di un celere riscontro alla presente, l’occasione è gradita per inviare cordiali saluti.
Giovanni Calabrese
Alcune amare riflessioni sul “funzionamento” dell’Asp di Reggio Calabria
Mentre continua il costante ed animato dibattito sull’utilizzo del “Recovery plan” e sul MES per risolvere i problemi della sanità, dove assistiamo all’intervento di economisti e politologi, che recriminano l’utilizzo di tali fondi, ma con improbabili risultati essendo la Calabria tagliata fuori da tale programmazione grazie alle vanescente azione della maggior parte dei nostri politici, la situazione dei servizi sanitari in provincia di Reggio Calabria continua a peggiorare giorno dopo giorno a causa della atavica “mala gestione” e per l’evidente incapacità dell’Asp di Reggio Calabria dove i rappresentanti del Ministero dell’Interno si sono affidati ad “esperti” non adeguati e certamente non all’altezza del delicato e importante ruolo.
L’attuale Direzione Sanitaria – e gli “adepti” della stessa-, purtroppo voluta proprio dai commissari, verrà ricordata tra le peggiori della storia della sanità nella provincia di Reggio Calabria. D’altronde basta osservare gli ospedali e la sanità territoriale per vedere i risultati di tale azione e per comprendere il “forte” e recente passaggio degli “unni” che hanno completato la distruzione che, gli altri “barbari”, che li avevano preceduti, avevano iniziato con le consuete coperture e complicità della politica.
Per fortuna, in piena emergenza pandemica il GOM, sotto l’ottima gestione del commissario Fantozzi e del direttore sanitario Costarella, rappresenta un solido riferimento e una garanzia per i cittadini di Reggio e provincia.
Anche dal punto di vista della vaccinazione il GOM è riuscito a distinguersi diventando esempio per tutta la Calabria, ma non per l’Asp che ha declinato la disponibilità del commissario Fantozzi a dare una mano con il proprio “Centro Vaccinale GOM”.
Questa è la dimostrazione e, soprattutto, la conferma, che i risultati dipendono dalla competenza e dal coraggio di chi è chiamato a guidare un processo e conosce bene gli obiettivi che deve raggiungere.
Fermo restando che anche al Gom si lavora in emergenza e urge un intervento di innesto di personale, per come evidenziato spesso dallo stesso commissario, dott.ssa Fantozzi. È inoltre fondamentale dare agli operatori sanitari una stabilità lavorativa essendo molti assunti con contratti trimestrali. Qui va assolutamente stimolato l’intervento del commissario Longo affinché tuteli e sostenga una eccellenza creata con professionalità, serietà, impegno e sacrifici e ponga fine a questa forma di precariato che rischia di svuotare lo stesso Gom in quanto il personale precario viene piano piano chiamato da altre realtà sanitarie che propongono contratti a tempi indeterminato.
In questo contesto emergenziale e drammatico all’ASP di Reggio Calabria si continua a brancolare nel buio e a non fare nulla di buono e di positivo per i cittadini della provincia di Reggio Calabria. Sembra sempre più una nave disorientata, senza guida e senza rotta!!!
A Locri, dopo la “bufala” dell’Ospedale da campo, non è stato creato il Centro Covid negli ex uffici amministrativi, per come annunciato da ASP e Regione Calabria in uno sgarbato blitz senza il coinvolgimento delle locali autorità; non esiste un piano vaccinale condiviso con i territori, non si sa a chi fino ad oggi è stato somministrato il vaccino, se i vaccini somministrati siano stati effettivamente somministrati alle persone giuste o ci siano, come si “chiacchiera” degli “imbucati”, se esistono le dosi necessarie per il richiamo, non risulta, inoltre, che siano arrivati frigoriferi necessari ed adeguati per la conservazione dei vaccini; spiace anche che la proposta di utilizzare la sede dello Stabilimento Termale di Locri-Antonimina – situata a meno di un chilometro dallo svincolo della nuova 106-, quale sede vaccinale per Locri, Antonimina, Gerace e i Comuni a sud di tale area, non sia stata presa in considerazione, a causa di evidenti ritorsioni politiche.
Le USCA, malgrado l’encomiabile impegno del personale, sono sempre in affanno e non riescono a garantire alcuna assistenza se non quella dei tamponi, i tamponi antigenici rapidi affidati ai medici di base sembrerebbero essere “farlocchi” e ogni caso non sembra che tale tardivo servizio abbia portato alcun risultato utile anche per scarsa adesione dei medici di base.
Senza i laboratori privati che effettuano i tamponi antigenici, svolgendo un’azione fondamentale preventiva e quindi garantendo un’indicazione dei soggetti positivi, probabilmente il sistema sarebbe già esploso con danni irreversibili. Come sempre dipendiamo dall’efficienza delle strutture private e dai cittadini che devono pagare di tasca propria per servizi che in altre regioni vengono erogati gratuitamente! Il 118 è al collasso dovendo gestire, con pochi mezzi e con poco personale, sia l’emergenza Covid, facendo spesso da spola con il Pronto Soccorso Covid al Gom di Reggio Calabria, sia l’emergenza quotidiana sui territori e non riuscendo quindi a garantire in nessun caso il giusto servizio essendo sballottati da una parte all’altra. L’assistenza domiciliare per i pazienti Covid si può considerare inesistente con gravi ripercussioni sui pazienti e sul numero dei ricoveri!! Un paziente Covid che necessita di un’ecografia, di una TAC, di analisi del sangue o di un emogasanalisi, che per i pazienti Covid è un esame fondamentale, deve essere portato dal 118 al Gom a Reggio Calabria e in caso di non necessario ricovero riportato sempre dal 118 al proprio domicilio. Incredibile, ma vero!!!!
I concorsi per le figure apicali dei reparti non sono stati espletati perché secondo l’ineffabile direttore sanitario aziendale “i componenti delle commissioni si dimettono perché hanno paura della ‘ndrangheta”.
E in tutto ciò i vertici dell’Asp, sempre con la direzione sanitaria aziendale, continuano a manifestare tranquillità e a dire che tutto funziona bene e che sono stati raggiunti risultati straordinari!!!! Ma dove vivono questi signori???
Noi, disperati e comuni mortali, che stiamo sul territorio, tocchiamo quotidianamente con mano le disfunzioni del servizio sanitario pubblico e insieme agli operatori sanitari, che operano sul territorio, percepiamo invece l’esatto contrario di quello che trionfalmente racconta la direzione sanitaria dell’Asp.
Il tema dell’edilizia sanitaria e delle spese dell’ufficio tecnico meglio non affrontarlo. Ai cittadini, che da mesi manifestano per la “Casa della Salute di Siderno”, non è stata data alcuna risposta come se la problematica non riguardasse l’Asp.
Mentre non posso non ricordare che l’unico risultato ottenuto è il funzionamento del servizio notturno dell’elisoccorso ascrivibile al Comune di Locri e non certamente ai signori che governano la sanità reggina.
È evidente, purtroppo, il totale fallimento di questa gestione della ASP.
Come appare evidente, inoltre, il clima di terrore instaurato nei confronti dei “dipendenti insubordinati”. Dovrebbe far riflettere tutti quanto accaduto al responsabile del Dipartimento Prevenzione Ambito di Locri, che dopo mesi di intenso lavoro per affrontare l’emergenza, è stato silurato e defenestrato, per aver avuto il coraggio di denunciare pubblicamente ai sindaci della Locride le evidenti criticità del sistema e le responsabilità in capo ai suoi incapaci superiori. Il coraggioso professionista è stato isolato e punito da “Don Rodrigo di Lecce” e dai suoi “bravi”, che da tempo agiscono con arroganza e prepotenza nella sanità reggina creando scompiglio e facendo evidenti danni alla collettività.
E sono questi i signori chiamati a ripristinare e garantire la legalità all’interno di un’Azienda sciolta per infiltrazioni mafiose? Ma quale legalità è stata ripristinata?
Ma i commissari avevano visto l’inchiesta delle “Iene” del giornalista Gaetano Pecoraro? Hanno mai seguito “Non è l’Arena” di Giletti? I commissari che iniziative e provvedimenti hanno adottato dopo l’ultima inchiesta della Procura guidata dal dott. Giovanni Bombardieri, nella quale emergono serie problematiche di infiltrazioni mafiose in alcune strutture sanitarie della provincia?
E dopo quello che abbiamo visto con le “Iene”, con “Non è l’Arena” e letto nelle carte dell’inchiesta “Faust” è evidente che l’Asp di Reggio, già commissariata per infiltrazioni mafiose, andrebbe immediatamente “risciolta”!!!!
Ma i cittadini meritano veramente questo?
Ma i commissari, che pensano di non essere soggetti a critiche o denunce godendo quasi di uno status di immunità parlamentare, ma si rendono conto di quello che stanno lasciando dopo quasi due anni di gestione commissariale? Chi pagherà per i loro danni e per quelli prodotti da coloro che li hanno preceduti?
Mi ripeto, noi meritiamo veramente tutto questo scempio?
Ma è giusto che solo chi ha soldi e amicizie, e quindi può ricorrere alla sanità privata o fuori Regione, ha il diritto di avere adeguate cure sanitarie e i poveri devono morire per l’incapacità di questi signori che non sono diversi da quelli che li hanno preceduti?
E tutto ciò riguarda indifferentemente i cittadini della Locride, della Piana e di tutta la provincia non essendoci sostanziali differenze tra Locri, Polistena, Melito e tutte le altre realtà dove sono presenti strutture sanitarie.
I “signorotti della sanità”, i poteri forti, le famiglie pesanti pensano di avere vinto, ma si sbagliano. Questa guerra finirà solo quando sarà ripristinata la legalità nella sanità reggina e calabrese e verranno assicurati alla giustizia i malfattori che non è giusto che la facciano franca.
Chi pensa che ciò non avverrà si sbaglia. Chi pensa di continuare a mortificare i calabresi deve sapere che troverà sempre qualcuno pronto a difenderli dalle vessazioni.
Il percorso è lungo, ma alla fine sarà la grande vittoria del popolo e spetta a noi, nella nostra qualità di sindaci, guidare questa rivoluzione e dare le giuste risposte ai nostri cittadini.
Scusate lo sfogo, ma sono arrabbiato ed amareggiato. La rivoluzione “calabrese” vincerà contro questo sistema pericoloso, schifoso, squallido e marcio.
Giovanni Calabrese