R&P
La puntata della trasmissione “ Presa diretta”, condotta da Riccardo Iacona, mandata in onda da RAI 3, ha messo a confronto due sistemi sanitari molto diversi tra loro, ma caratterizzati entrambi dall’assenza di servizi sanitari territoriali.
Nel caso della Lombardia, servizi che sono stati smantellati nel corso degli anni dalla politica dei Governatori del centro-destra, Formigoni e Maroni, cancellando quanto di buono era stato fatto con la realizzazione dei Dipartimenti di prevenzione. Nel caso della Calabria, servizi che non sono stati mai realizzati in più di dieci anni di Commissariamento.
Un’analisi impietosa che testimonia, da un lato, il fallimento del sistema sanitario lombardo, tutto incentrato sugli ospedali e in gran parte affidato alla gestione di privati ; dall’altro, l’inerzia del nostro sistema sanitario calabrese che continua, nonostante i cospicui finanziamenti ricevuti e non utilizzati, a mostrare tutti i limiti della sua atavica inefficienza, a cui si è aggiunta anche l’emergenza Covid. A dire il vero, della gravità della situazione, sembra che a nessuno interessi più di tanto. Abbiamo affrontato questa seconda fase pandemica nelle stesse identiche condizioni della prima, arrivando con colpevole ritardo, mentre l’ondata epidemica era già in atto, ad avviare solo alcune delle iniziative previste dai vari decreti del Governo. Nessuna riflessione è servita per modificare la precarietà della nostra organizzazione sanitaria sull’importanza della medicina preventiva e del territorio. Tra l’altro, colpisce anche l’assoluta mancanza di attenzione verso il personale sanitario che ha sofferto e continua a soffrire l’isolamento in cui è stato lasciato in questa lunga fase di emergenza.
Dei tamponi non se ne parla più e la maggior parte delle persone sono costrette a ricorrere ai laboratori privati, pagando di tasca propria; del potenziamento delle USCA, avviate solo dopo la seconda ondata epidemica, indispensabili per il tracciamento e per l’assistenza domiciliare, non abbiamo notizie ; lo stesso dicasi per l’adeguamento della struttura che era stata individuata per l’assistenza di soggetti non particolarmente gravi, positivi al Covid ; del coinvolgimento dei Medici di medicina generale, che finalmente potrebbero avere un ruolo chiave nel percorso assistenziale di tutti i pazienti, in base a quanto previsto dalla Legge Balduzzi del 2012 (sic !), non si sa più niente.
Che cosa deve succedere per vedere un cambio di passo ? Possibile che la drammatica esperienza vissuta nelle aeree della Lombardia, con migliaia di morti, non sia un forte monito per accelerare tutti i processi di gestione della pandemia ?
Finora è andata bene, ma siamo certi che duri ? E’ accettabile che dobbiamo fare affidamento solo sul rispetto delle regole da parte dei cittadini, che ha consentito, finora, di limitare la circolazione del virus ? E, per quanto riguarda le vaccinazioni, come cittadini, abbiamo o no il diritto di conoscere quando e come sarà operativa, sul territorio, la campagna vaccinale di massa ? Abbiamo aspettato con ansia l’arrivo dei vaccini, unica concreta speranza per uscire da questa situazione, e del piano vaccinale a livello territoriale non si sa niente.
Tutto questo ci sembra anche una mancanza di rispetto inaccettabile, mentre bisognerebbe tranquillizzare anziani, malati cronici, insegnanti, persone che professionalmente sono più a rischio per il lavoro diretto con il pubblico. attraverso solleciti interventi.
Da settimane, presso l’ ex Ospedale di Siderno, ogni domenica, si continua a manifestare per una struttura che, se fosse stata realizzata , avrebbe potuto cambiare la storia di questa pandemia nel nostro territorio. Eppure, non c’è tempo o voglia per ascoltare i tanti cittadini che, democraticamente, evidenziano l’inefficienza di un sistema che, cinicamente, continua ad andare avanti per la propria strada, senza nemmeno sentire il dovere di dare qualche spiegazione.
Non possiamo accettare questo modo di fare. Rivendichiamo con dignità e con forza i nostri diritti di cittadini.