di Redazione
LOCRI- L’escursione di domani organizzata dall’associazione “Gente in Aspromonte, in collaborazione con la Protezione Civile (San Bartolomeo), si intitola “Ricordi bizantini in cammino” e avrà come meta l’atipiano di S. Elia di Cubasina ricadente nei comuni di Galatro e Giffone.
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Si tratta di un itinerario naturalistico panoramico ad anello.Sarà una bella camminata che si articolerà in alcune contrade, poco sopra l’abitato di Giffone, tra secolari piante di faggio e abete, fino a raggiungere l’altipiano della Cubasina, percorrendo i sentieri del passato gravitante attorno al monastero bizantino di S. Elia della Cubasina. Proprio attorno a tale edificio religioso ruota gran parte della storia di Galatro e Giffone.
Raduno ore 9.30 alla bella Vista di Giffone.Partenza Escursione ore: 10.00. Note: Per quelli dell’Ionica uscita Galleria Limina indicazione Giffone. S. ELIA di CUBASINA.Tempo: Ore 5.30 Località: Giffone Dislivello: 580 slm 531.Comuni int: Galatro – Giffone. Difficoltà: E. Escursionistico
Descrizione sentiero:
Si parte dal centro abitato di Giffone, dalla “bellavista”; dopo 500m. di strada asfaltata, si scende verso contrada “Zingaro”; dopo circa 20 minuti di lieve discesa, si scende verso il torrente Eia; superato il piccolo ponticello dello zingaro, si prosegue lungo la vecchia mulattiera, in piccolo falsopiano, dove si incontra subito una forte presenza di canne di bambù ed una cornice di piante secolari di carpino ed ontano; a qualche centinaio di metri di distanza si incontrano piante di castagno con incastonate al centro piante di ulivo.
Finito questo breve tratto in salita, dopo pochi minuti si è sui Piani di Cubasina; proseguendo per circa 1 Km. si imbocca la pista che conduce al convento basiliano di Sant’Elia.
Dopo aver superato il ponte in legno del fiume Potamo, si sale attraverso dei tornanti e, dopo circa 20 minuti, si è sui Piani di Sant’Elia, con ampia veduta sulla Piana di Gioia Tauro con sullo sfondo le Isole Eolie.
Note storiche.
Il convento basiliano di Sant’Elia, come comprovato dai documenti dell’epoca e dalla storia del basilianesimo, fu uno dei primi e più importanti tra quelli fondati dai monaci greci, instancabili dispensatori di cultura verso i galatresi.
Nelle sue mura dimorò Sant’Elia il giovane o l’ennese e, a prestar fede alle cronache (non comprovate però da alcun riscontro archeologico) al suo interno è stato sepolto il corpo acefalo del santo, poiché la testa è stata portata , dagli stessi suoi seguaci, nel convento di Seminara, dove ancora oggi è custodita, in apposita teca di argento, nel “tesoro” del Santuario della Madonna dei Poveri.
Ad avvalorare la notizia del seppellimento di Sant’Elia all’interno del convento galatrese, si sa che nel 1200, di ritorno da un pellegrinaggio in terra santa, davanti alla tomba del basiliano ennese, venne a raccogliersi in preghiera San Cono, originario di Naso in provincia di Messina.
Nel monastero galatrese studiò per diversi anni e vi rimase fino all’ordinazione sacerdotale Barlaam, vescovo di Gerace e maestro di greco prima di Tetrarca e poi di Boccaccio.
Lasciato il convento, che consente all’escursionista di tuffarsi in secoli di storia e di intensa spiritualità monastica e di godere di quella quiete e di quegli incantevoli panorami che con la loro bellezza costituiscono un inno alla potenza divina, si prosegue verso Nord, lungo la carrareccia che conduce a piani Cocina-Giambarella, dove vi sono abitazioni residenziali estive, dotate ciascuna di uno spazio adibito ad orto-giardino; il panorama spazia sui piani di Prateria ed i boschi di faggio.
Dopo 10 minuti ci si immette nel viottolo di Ropolà ( si incontra il “passaggio della rocca” ); si scende poi attraverso un bosco misto tipico delle Serre; dopo circa 20 minuti si giunge nel fiume Potamo; superato il ponte a Nord di Ropolà, si procede in lieve salita fino a giungere in contrada Rocca; si riprende poi la vecchia strada che conduce al viottolo di contrada Ariganella; ancora qualche centinaio di metri lungo un tratto pianeggiante e si giunge al Passo dei Tre Valloni dove vi era un vecchio campo sperimentale di funghi.
Da tale sito si prende la vecchia ferrata che portava alle Serre, che veniva chiamata “Dencoville”. Si prosegue per 30 minuti sul vecchio sentiero e, dopo altri 20 minuti, si giunge sul sentiero della Madonnina, alle porte di Giffone.