DA VINCENZO BOMBARDIERI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
ROCCELLA JONICA- So che vige il silenzio elettorale. Stavolta però i programmi e la campagna elettorale non c’entrano. C’entra invece la necessità di chiarire i passaggi del mio comizio di ieri, per sgombrare il campo da ogni equivoco.
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L’antefatto prima. Il Candidato a Sindaco Cirscosta ha dedicato molta parte del suo intervento – che ha svolto prima del mio – alla mia persona. Non potendomi attribuire nulla di negativo sul piano amministrativo, ha pensato bene, nello stile che ha contraddistinto la sua campagna elettorale, di azionare a pieno regime la macchina del fango. Lo aveva già fatto nei confronti del Sen. Zito e dell’Assessore Vittorio Zito. E lo aveva fatto anche nei confronti di tutti gli amministratori di Roccella per i quali, come ha detto in diretta su Telemia, “l’amministrazione della città deve essere “cosa nostra””. Circosta, in quella parte di intervento a me dedicata, ha prima ricordato che egli è magistrato, ancorchè non togato, del tribunale di Reggio Calabria, poi ha esaltato la sua vicinanza, conoscenza e collaborazione con la magistratura reggina. Infine mi ha consigliato attenzione, perché a quella magistratura io dovrò rispondere dei reati a me contestati nell’ambito della indagine sulla Leonia Spa.
Sulla questione Leonia tanto si è scritto. Io dal giorno dopo la ricezione dell’avviso di garanzia, proprio per l’enorme rispetto che ho della funzione inquirente della magistratura, ho sentito la necessità di rassegnare le dimissioni da Assessore comunale. Io a quei magistrati che Circosta tenta maldestramente di tirare per la giacchetta in campagna elettorale, ho dato le dovute spiegazioni del mio operato come professionista. Io sono certo che quei magistrati sapranno valutare la mia posizione con la professionalità e la serietà che da sempre ho riconosciuto, personalmente, politicamente e professionalmente alla magistratura reggina.
Quello di Circosta invero è stato un attacco gratuito ed infamante alla mia persona. Ciò che ha detto sulla opportunità che io mi interessi solo delle mie vicende personali, collegato alla sua ostentata frequentazione della magistratura reggina, hanno chiaramente il sapore dell’avvertimento. Considero ciò che ha detto Circosta, il linguaggio usato ed i toni del suo comizio, come uno scivolone dovuto allo stress della campagna elettorale. Quel linguaggio e quel tono non mi parevano appartenere al politico Circosta per come lo ricordavo 15 anni fa.
Per questo ho collegato questo nuovo linguaggio alla sua lunga assenza dalla scena politica Roccellese. E ho pronunciato la frase riportata da Albanese. Se Circosta al posto di Locri si fosse trasferito a Simeri Crichi nel catanzarese o a Atena Lucana o in un altro qualsiasi posto del mondo avrei sostituito Locri con quel luogo. Per dire che il questi 15 anni, trascorsi lontano dal paese che si candida oggi ad amministrare, ha imparato quei toni e quel linguaggio. Comprendo che la lettura della singola frase, isolata dal contesto in cui è maturata e dalla conoscenza dell’antefatto, possa aver ingenerato malintesi e suscitato nei locresi ed in chi li rappresenta sentimenti di offesa. E di questo mi dispiaccio sinceramente. E ciò non per seguire una prassi consolidata nella politica italiana. Ma perché conosco e stimo il Sindaco Calabrese e tantissimi amministratori della città più importante del nostro territorio. E lui sa certamente l’attenzione che ho sempre nutrito per il lavoro che Calabrese sta portando avanti per ridare a Locri il ruolo che gli è dovuto. Calabrese sa anche, ne sono sicuro, che nello scorso anno sono stato chiamato a Locri dalla Scuola “Maresca” per dare il mio contributo ad un bellissimo progetto sulla legalità, sull’ambiente e sulla Raccolta differenziata (ECO SCHOOL organizzato dalla FEE), che ha fruttato a quella scuola il Premio Bandiera Verde FEE, che oggi è patrimonio di tutta la Città e con piacere ho risposto all’invito anche per il rispetto che ho per quella Città.
Sono sicuro che anche Calabrese, come me, avrebbe rispedito al mittente, con quanta più forza possibile, accuse infamanti e gratuite ed avrebbe risposto, come ho fatto io, con la forza delle propria coscienza e del proprio operato, a meschini tentativi di intimidazione politica come quelli a cui ha assistito la piazza di Roccella.
Il pubblico presente ha chiaramente applaudito il mio appello al rifiuto di ogni intimidazione e del linguaggio mafioso e non alla evocazione della città di Locri, con la quale i roccellesi sono legati da sentimenti sinceri di amicizia. Un altro pubblico, però, ha prima applaudito il fango gettato da Circosta e i suoi avvertimenti. Io quel pubblico non lo giudico.