(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – Non si arresta la lotta a difesa dell’articolo 32 della Costituzione che definisce la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e proprio stamattina nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo di Città, è stato lanciato l’ennesimo grido di allarme su una problematica che ad oggi non conosce soluzione e che merita di essere sottoposta all’attenzione di chi di competenza.
Ci riferiamo all’emergenza consultori familiari e alla necessità di avviarne il loro potenziamento, come chiaramente espresso nel documento sottoscritto da più di 80 associazioni calabresi e illustrato questa mattina.
«Continua – ha premesso il sindaco di Locri e componente del Comitato di Rappresentanza Sindaci Asp Reggio Calabria, Giovanni Calabrese – la nostra battaglia a difesa dell’ospedale. E come questa criticità che attanaglia da tempo il nostro presidio ospedaliero, ne esiste un’altra che riguarda le attività dei consultori che di fatto, stanno scomparendo. Non riusciamo a comprendere perché dinanzi a queste problematiche, chi sta al vertice rimane indifferente, indifferente al grido di allarme lanciato da un territorio disagiato come il nostro. Oggi – ha aggiunto il primo cittadino – ci ritroviamo con consultori ridotti ai minimi termini, una nuova battaglia che porteremo avanti insieme a Rubens Curia e ad Alessandra Polimeno. Si continuano a fare passerelle, inaugurazioni che non servono e a raccontare bufale. Chiediamo attenzione e servizi per i cittadini di questo territorio. La sanità sta scomparendo, continueremo ad opporci a questa disattenzione, da parte di chi opera nella sanità che non sono solo gli attuali commissari, ma anche chi li ha preceduti».
E’ stato proprio il medico e rappresentante dell’associazione “Comunità competente”, Rubens Curia, a constatare che dopo lunghi 11 anni di Piano di rientro e con il blocco del turnover, in tutta la Calabria, gli operatori sanitari che negli ’70 erano stati assunti nei consultori familiari, nei servizi per le tossicodipendenze e nei Dipartimenti di salute mentale, siano andati in pensione.
«Questo – ha commentato Curia – ha determinato che allo stato attuale, nei 7 consultori dell’area della Locride, se noi dovessimo unire tutto il personale, a stento riusciremmo ad avere un consultorio e mezzo. Una situazione – ha chiosato – drammatica. A Locri, abbiamo solo uno psicologo e un’ostetrica. Quando in teoria, nei consultori ci dovrebbero essere uno psicologo, un ginecologo, l’assistente sociale, l’ostetrica e l’infermiere. Abbiamo consultori nella Locride che non dispongono nemmeno di un pc, della linea internet. I consultori, in qualità di equipe multidisciplinare, hanno un ruolo rilevante».
«Dobbiamo costruire adesso – ha dichiarato ancora Curia – il futuro della sanità calabrese. Considerando la popolazione della Locride, dovremmo avere 6 psicologi, uno per ogni consultorio e invece, ne abbiamo solo 2:uno a Locri e l’altro a Bianco. E’ veramente una tragedia, per il resto non abbiamo nulla. Se vogliamo rendere efficiente l’ospedale di Locri, dobbiamo avere una medicina territoriale che funzioni benissimo, l’ospedale deve fare le attività di media e alta specialità, non deve surrogare il territorio».
Per Sandra Polimeno, consigliere comunale di Bovalino e componente di “Comunità competente”, l’ospedale Spoke di Locri sta lentamente per essere spogliato di tutte le sue prerogative «Il territorio – ha detto- deve essere il front office dell’ospedale, se vogliamo evitare che il nosocomio debba farsi carico di prestazioni improprie, come spesso avviene; il territorio rischia di essere devastato. Bisogna intervenire, per non rischiare di veder scomparire i servizi territoriali».
A detta di Sandra Polimeno, la realtà consultoriale non è stata mai al centro dell’attenzione del servizio sanitario nazionale, i consultori familiari sono apparsi un po’ come la “Cenerentola” della sanità «Come dei servizi – ha proseguito – poco produttivi, non immaginando che la produttività del consultorio è sul lungo periodo. Questo ha fatto si, che nel tempo, i consultori fossero dimenticati. Nella nostra realtà, stanno piano piano scomparendo. Il personale a tempo pieno è ridotto al lumicino:due psicologi, nessun assistente sociale, nessun infermiere, una pediatra e una ginecologa che fa tappa nei diversi consultori. Quello che chiediamo – ha ribadito – è la riorganizzazione reale della rete consultoriale aziendale, considerando i veri bisogni dei consultori, partendo dall’equipe che li caratterizza».
Dello stesso avviso, anche l’assessore alle Politiche Sociali Domenica Bumbaca, che ha rimarcato la necessità di supportare una rete, magari attraverso la sinergia tra consultori, Asp, Comuni e scuole.
VIDEO CON ALCUNI PASSAGGI DELLA CONFERENZA STAMPA E INTERVISTA A RUBENS CURIA DELLA COMUNITA’ COMPETENTE