R. & P.
Meglio questo titolo della solita “lettera aperta” a questo o a quello. Questo messaggio è consegnato al mare da un naufrago nato in una terra con le caratteristiche di una moneta buttata in aria dopo averti chiesto “testa o croce?”.
Non vi è altra alternativa: o sei giustizialista o sei ‘Ndranghetista.
In mezzo non vi può essere normalità, non vi può essere una vita fatta di cose semplici e pulite, di totale estraneità da certa cultura che molto spesso spacca in due o in tre i componenti dello stesso nucleo famigliare. Qui non esistono mani callose, non esistono imprenditori che non si fanno pestare i calli da nessuno, spesso abbandonati al loro destino, e non esistono parenti di persone sbagliate che non ne siano contaminate.
Non vi è vaccino anti-‘Ndrangheta se non baciare le mani dei Procuratori d’assalto.
Non esiste quella equidistanza riflessiva che porta a cercare solo un vivere normale, un’esistenza dove non si è costretti a schierarsi. E tutto ciò non viene capito, né da una sponda né dall’altra! No, io che me ne frego e che rifuggo certa cultura retrograda e non amo svisceratamente i giustizialisti della pesca a strascico non ho diritto alla normalità.
Sono condannato ad essere schiacciato in mezzo, tirato per la giacca, additato come infetto incline a certa cultura dalla quale mi sento estraneo in quanto la ritengo sbagliata e dannosa per il mio prossimo.
Vorrei invitare Riccardo Jacona a fare una puntata del suo programma su cosa ha prodotto un doppio lustro di commissariamento della Sanità Pubblica; vorrei invitarlo a verificare cosa hanno prodotto le centinaia di commissariamenti di ogni Ente possibile e immaginabile per quella fascia di Cittadini che chiede tutela allo Stato, che invece di ascoltare, a sua volta, gli chiede continuamente da quale parte sta.
Venga a vedere anche l’abbandono da parte dello Stato che per i cittadini NORMALI significa l’altro pezzo della morsa nel quale sono stretti tra ‘Ndrangheta e Antindrangheta. Io sono antiindrangheta perché non faccio male a nessuno per inclinazione caratteriale e culturale. Io sono antindrangheta perché amo vivere la mia esistenza alla luce del sole. Perché lavoro da quando avevo sedici anni e mi tira il culo parecchio se devo pagare gli errori di altri che portano il mio cognome o il cognome di mia madre.
E come me la stragrande e strafottuta maggioranza dei Calabresi sparsi per il mondo. Vanno bene le denunce, va bene scoprire i tanti vermai che purtroppo uccidono il progresso e inzozzano tutti quanti, ma lo Stato dov’è, nelle sole Procure? Io non ho usufruito di assistenzialismi, ho dovuto prendere la valigia con due figli piccoli e partire e come me la stragrande e strafottuta maggioranza dei miei conterranei.
Dov’è lo Stato che ha dopato un Popolo con l’assistenzialismo e poi lo ha abbandonato? Dov’é lo Stato che condanna un Sindaco per cinque anni e gli infligge un calvario lungo dieci anni e poi scopre che il fatto non sussiste? Dov’è lo Stato se io sono emigrato nel 1999 e mio figlio nel 2019 per la Grecia? Dov’è lo Stato se intere comunità spariscono dai radar della Democrazia per vie di riforme nefaste come la Legge Delrio, figlia di quella Sinistra moralista pronta a puntare il dito quando poi ci stanchiamo e salutiamo la compagnia?
Perché fate finta di non vedere, grandi giornalisti e mass-mediologi, le continue sollecitazioni di chi, come me, denuncia lo stato di totale abbandono, morale e materiale di intere aree periferiche?
Dov’è lo Stato di diritto se non posso candidarmi a Sindaco scegliendomi dei ragazzi giovani e puliti che declinano il mio invito perché hanno paura di cimentarsi in quella che dovrebbe essere una bellissima missione, cioè quella di far crescere la propria comunità attraverso l’impegno amministrativo? Perché gli altri possono fare i Sindaci mentre io dovrei fare lo sceriffo?
Dove sta lo Stato dei miei diritti da Cittadino NORMALE? Non esiste!
Quindi, io combatto il malaffare con la mia condotta giornaliera e il mio impegno alla luce del sole. E purtroppo, io come tantissimi altri Cittadini Calabresi, dobbiamo prendere atto che da una parte non ci andremo mai per scelta e predisposizione e dall’altra non ci vogliono.
Lo Stato mostra soltanto il suo volto feroce, la ‘Ndrangheta pure e in mezzo naufragano i nostri figli, le perle genuine e pulite che ci abbandonano in un addio senza fine. Da sempre, personalmente, sono convinto che uno spazio non riempito dalla normalità è uno spazio lasciato alle scorribande delle anomalie.
Do un consiglio modestissimo allo Stato Italiano: torni ad occupare gli spazi che ha volutamente o codardamente abbandonato. E lo faccia investendo in infrastrutture che creano occupazione e tolgono manovalanza a basso costo.
Lo Stato torni ad investire e a dotarsi di strumenti IMPERMEABILI al malaffare. Lo Stato torni, perché con lo Stato e con qualche diritto in più anche noi Cittadini NORMALI forse avremmo qualche opportunità in più per normalizzare tutto il resto.
Non ho usato in nessun passaggio, volutamente, la locuzione “Cittadini onesti”. Per me l’onesta è normalità. Normalità schiacciata tra due fauci della morsa: Ndranghetismo e Giustizialismo. Noi siamo per la normalità e la Giustizia. Possibilmente uguale per tutti.
Pietro Sergi
Responsabile Organizzativo IdM Metropolitano