di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – La sua tenacia, la sua forza di volontà e il suo temperamento hanno destato l’ammirazione di tutti. Ora, Adriano Reale, lo scrutatore non vedente del seggio elettorale di Marina di Gioiosa, è un esempio per tutti.
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Oggi, Adriano affida a Lente Locale la tua testimonianza, parla un po’ di sé ma si rivolge soprattutto a chi vive una condizione simile alla sua, evidenziando le cose da fare per giungere a una reale integrazione dei non vedenti.
“Ho 45 anni – esordisce – e ho perso la vista nell’agosto del 2010 a causa di un incidente domestico che mi ha causato un trauma retinico espulsivo con perdita quasi istantanea della vista nell’occhio sinistro, dopo che il destro era già andato perso nel 1977 a causa di un glaucoma congenito. Prima di perdere la vista, lavoravo presso il Comune di San Giovanni di Gerace come lavoratore di pubblica utilità (Lpu) con mansioni di operatore del protocollo e dell’archivio comunale e studiavo Scienze giuridiche presso la facoltà di Giurisprudenza di Messina”.
Adriano ricorda anche i suoi trascorsi nel mondo del giornalismo. “Tra il 2002 e il 2004 – ha detto – ho collaborato col settimanale “La Riviera” e dal 2006 al 2007 con il quotidiano “Calabria Ora”” e il suo percorso di studi: “Dall’agosto 2010, dopo la perdita della vista, ho continuato a rimanere iscritto all’università per conseguire la laurea triennale in Scienze giuridiche, per la quale mi mancano otto esami, e ho conservato il posto al Comune, però con la nuova mansione di centralinista”.
Ciò premesso, Reale spiega come non sia difficile, grazie alle moderne tecnologie, superare certi ostacoli. “Nonostante l’handicap – ha detto a Lente Locale – , uso ancora il computer con l’ausilio di tecnologie assistive, come lo screen reader e l’OCR. Questo mi consente di tenermi informato, comunicare ed interagire col resto del mondo. Uso quotidianamente Facebook, a cui sono iscritto dal 2009 tessendo rapporti con non vedenti di tutta Italia. Amo leggere e scrivere, mi piace occuparmi di politica e diritto che sono strettamente connessi tra loro in quanto ogni aspetto, ogni elemento, ogni ganglio della nostra vita quotidiana è retto da essi. Amo lo sport e, in particolare, il calcio. Sono, infatti, tifosissimo della Juventus e della Nazionale e, mi piace in genere la storia del calcio italiano ed internazionale”.
Dalla sua attività giornaliera all’esperienza maturata al seggio elettorale il passo è breve.
“Per quanto riguarda questa mia avventura da scrutatore – ha dichiarato – devo dire che, quando ho appreso di essere stato sorteggiato a tale ufficio, leggendo il verbale della Commissione elettorale comunale sull’albo pretorio on line del Comune di Marina di Gioiosa Ionica, mi è venuto da ridere. Ovviamente un riso amaro, in quanto ho pensato:” Quando potevo, non venivo scelto, ora che non posso…”. Infatti, con chiunque ne parlassi, tutti mi dicevano:”E come potresti farlo? Certo che non puoi!”. Allora ho pensato anche io di rinunciare o di non presentarmi, ma siccome mi piacciono le situazioni assurde che possono creare imbarazzo, si stava insinuando in me di presentarmi al seggio alle 15.30 di sabato come prescritto dalla comunicazione dell’ufficio elettorale del comune, far constatare che sono non vedente, creare un po’ d’imbarazzo nei presenti e cedere il posto a qualche persona sicuramente più bisognosa di me. Poi, però, parlando con l’ufficio elettorale del Comune, prima e della prefettura, poi, e leggendo su internet del precedente sfortunato del non vedente di Caserta, ho cominciato a pensare seriamente a cosa sarei riuscito a fare qualora lo svolgimento delle funzioni non mi fosse stato precluso da disposizioni di legge. Accertato questo, e aiutandomi con la memoria della mia ultima partecipazione alla vita dei seggi come scrutatore, mi sono prefigurato subito cosa potessi fare. Mi sono detto che non avrei avuto nessun problema il sabato ad autenticare le schede e a firmare i verbali, così come non avrei avuto problemi domenica sera ad estrarre le schede dall’urna e a firmare i verbali al termine delle operazioni di scrutinio.
Il problema si poneva, invece, durante le operazioni di voto, dalle 7 alle 23, periodo di tempo durante il quale rischiavo di essere soltanto un peso o un soprammobile. Non potendo, infatti, accertarmi dell’identità degli elettori per poterli registrare sulle rispettive liste elettorali maschile e femminile al momento che si presentavano al seggio e quando avevano riconsegnato scheda votata e matita, non sapevo cosa fare. Mi sono ricordato, allora, che esiste anche un registro per l’annotazione dei numeri delle tessere elettorali e del numero d’iscrizione nelle liste elettorali, registro nel quale non bisogna leggere niente, ma solo scrivere.
Allora, insieme al presidente del mio seggio, che ringrazio vivamente, abbiamo studiato un sistema con l’applicazione di tanti post-it quanti erano i righi del registro, uno sotto ogni rigo, e ciò mi ha permesso di fare le annotazioni in piena autonomia con qualche occhiata di controllo ogni tanto o quando l’ho richiesto io”.
Un bel gioco di squadra, quindi, come si suol dire.
“Devo dire – ha ammesso Adriano – che sono molto soddisfatto di questa mia esperienza, nella quale sento di avere dato il mio contributo, senza essere di peso o di fastidio e, soprattutto senza rallentare in alcun modo le varie operazioni che, nel mio seggio, si sono chiuse alle 1.45 di lunedì… e non so quanti siano riusciti a fare altrettanto! Lo scopo di questa mia esperienza, non è stato certamente quello di defraudare qualche persona bisognosa dei 96 euro che lo stato elargisce come remunerazione per lo svolgimento dell’ufficio di scrutatore, ma per mettermi alla prova, dimostrare che un cieco, con gli opportuni accorgimenti e un pizzico di collaborazione, può fare questo e altro e per richiamare l’attenzione sulla situazione dei ciechi nella Locride e in tutta Italia”.
L’occasione è buona per lanciare un appello alle istituzioni affinché si possano creare le strutture necessarie per favorire l’integrazione di tutti quelli che vivono una situazione simile.
“Nella Locride, infatti, devo segnalare – ha proseguito Reale – una situazione che si protrae da quattro anni e cioè la mancanza, per gli iscritti alla sezione di Reggio Calabria dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, di un immobile conforme alle normative vigenti, da adibire a sede della delegazione (o sede staccata che dir si voglia) della Locride di tale associazione da accreditare presso l’Ufficio nazionale del Servizio Civile, in modo che i soci che risiedono in questo vasto territorio che va da Monasterace a Brancaleone, possano usufruire dei volontari che ogni anno decidono di svolgere volontariato presso molti enti di assistenza come l’Uici, guadagnandone molto in autonomia ed indipendenza e scaricando un po’ del peso che ricade sulle rispettive famiglie, a meno di non trovare un accompagnatore che devono pagare, e nemmeno poco, con la loro pensione, specialmente da parte di chi, e fortunatamente, io non sono tra questi, può contare sulla sola pensione.
La sede – ha aggiunto – non servirebbe solo a ottenere ai non vedenti iscritti all’Uici di usufruire dei giovani del Servizio civile, ma sarebbe anche un posto dove ritrovarsi, uscendo di casa, socializzare e proporre iniziative, da esportare anche sul resto del territorio della Locride per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione della cecità e sulle buone prassi che consentono il superamento dell’handicap, mediante corsi di riabilitazione, di autonomia, orientamento e di reinserimento professionale”.
Ma non solo. Adriano ha aggiunto pure che “Quest’ultimo richiamo mi consente di far rilevare quella che la difficile situazione del cieco in campo lavorativo. Il lavoro d’elezione del cieco è quello del centralinista, per il quale è stata emanata la legge 113 del 1985. Tuttavia le nuove tecnologie nel campo delle Tlc hanno messo in crisi tale professione. Infatti la riconversione dei centralini e la loro sostituzione con risponditori automatici ha fatto perdere molti posti di lavoro ai ciechi, che spesso vengono mantenuti in servizio per un malinteso senso di pietà e non vengono adibiti ad altre mansioni che pure potrebbero ricoprire come operatore Edp, operatore Urp, programmatore, videoterminalista, ecc.”.
La logica conseguenza delle argomentazioni appena esposte è un messaggio di ottimismo e fiducia nel futuro.
“La mia presenza al seggio, – ha scritto, infatti, Adriano – quindi, vuol significare che il cieco ha solo l’handicap visivo che non gli consente di acquisire immagini, cosa di non poco conto, se si considera che l’80% delle informazioni acquisite dal cervello arrivano tramite il canale visivo, ma al di là di questo, è in grado di fare qualsiasi cosa, sia pure con cautele e accorgimenti. I ciechi possono guidare un auto o una moto (guarda su YouTube i video di Laura Raffaeli), cucinare, usare un iPhone, fare giardinaggio, giocare a scacchi, condurre in genere una normale vita quotidiana al punto di essere scambiati, a volte, per vedenti o falsi ciechi che dir si voglia! E a tale riguardo, vorrei aggiungere sulla mia esperienza al seggio, che una mia grande soddisfazione è stata quella di non essere stato riconosciuto come cieco dagli elettori che si sono presentati al seggio, a parte quelli che mi conoscevano! Come ciechi chiediamo, quindi, sia a livello locale che a livello nazionale, non pietà o elemosine, ma rispetto, attenzione e collaborazione che si può sostanziare tanto nella messa a disposizione, da parte delle autorità e degli enti preposti di un locale idoneo allo svolgimento di attività sociali e di ricreazione, quanto nel rispetto delle più basilari norme giuridiche e del vivere civile. Si pensi alla normativa sui cani guida,spesso ignorata o volutamente disattesa, a quella sull’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali, a quella sull’accessibilità dei siti veb (legge Stanca 4/2004), al rispetto delle norme del codice della strada riguardanti i parcheggi riservati ai disabili,ecc. Una macchina parcheggiata sul marciapiede rappresenta un ostacolo per noi come dei rami che spuntano da un giardino, come una fioriera o un gazebo di un locale pubblico, come una macchina parcheggiata davanti a uno scivolo per disabili o sulle strisce,ecc. ecc.”.
La bellissima testimonianza di Adriano si chiude con una considerazione.
“Un’altra motivaziomne che mi ha spinto è stata quella di far rilevare l’incongruenza e la contraddittorietà di un procedimento elettorale obsoleto che per un cieco è assolutamente inaccessibile, in quanto l’espressione del voto è possibile solo con un accompagnatore che, per quanto di fiducia, potrebbe defraudare il voto, cosa che, con un sistema di voto elettronico o informatizzato potrebbe essere tranquillamente superata data l’accessibilità ai ciechi degli strumenti informatici. Dall’altra, si consente, invece, al cieco di iscriversi o rimanere iscritto agli albi dei presidenti di seggio e degli scrutatori e di esercitare le relative funzioni, ma senza poter essere accompagnati da alcuno, perché ciò viene considerato come allargamento del seggio e non è consentito.Quindi al voto puoi essere accompagnato (ma alle volte non ti ammettono a votare, perchè molti non conoscono la normativa, come stava capitando a me domenica) ma come componente del seggio puoi prendere parte alle operazioni ma devi arrangiarti da solo.
Potrebbe pure succedere, per assurdo, che un seggio potrebbe essere composto anche da presidente e scrutatori ciechi. Cosa potrebbe succedere in tale caso? Queste sono – conclude Adriano – alcune delle assurdità di un procedimento elettorale assolutamente datato, inaccessibile e ostile al cieco”.