di Redazione
POLISTENA- Una città intera si è fermata questo pomeriggio per dare l’ultimo saluto a Francesco “Ciccio” Zerbi, lo sfortunato calciatore della Cittanovese rimasto vittima di un incidente stradale venerdì scorso.
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In una chiesa gremita fino all’ultimo posto in piedi disponibile, e in un clima di grande e profonda commozione, si è svolta la cerimonia che ha visto la collaborazione tra le parrocchie di Polistena e Mammola, le due città a cui Francesco era particolarmente legato per essere rispettivamente nato nella prima e residente nella seconda.
Fuori dal Duomo tutta la città letteralmente tappezzata da decine e decine di manifesti, tra cui quelli dei tanti club in cui “il Lupo” ha militato. E poi fiori, tanti fiori, e lacrime, tante lacrime. Innanzitutto quelle dei parenti dello sfortunato calciatore, della mamma, della giovane moglie, che però hanno avuto la forza di rimanere uniti in un momento così difficile e organizzare nel poco tempo disponibile la cerimonia come meglio non si poteva fare. Ognuno di loro, uomini e donne indistintamente, indossava una t-shirt bianca con il numero nove e la scritta “grazie Lupo” sulle spalle; la foto di Francesco sorridente invece era stampata sulla parte frontale della maglia. La bara di legno chiaro ricoperta delle sciarpe dei club in cui il Lupo ha giocato, oltre a quella del Milan, era adagiata ai piedi dell’altare circondata dai fiori bianchi. Dietro un poster con un’ immagine del calciatore accanto a quella di un lupo e una frase “ sarai sempre nei nostri cuori”.
Poco distante dalla bara, con fascia tricolore, il sindaco di Cittannova, la città in cui Zerbi ha giocato e vinto l’ultimo campionato diventando anche capocannoniere con oltre 40 goal; presente anche il Comune di Polistena, con il sindaco in prima fila. Di lato all’altare la squadra della Cittanovese al gran completo, giocatori, dirigenti,allenatore,presidente. E poi tanti rappresentanti del mondo del calcio, ultras e addetti ai lavori delle squadre del comprensorio. Per il Comitato Regionale Calabria della LND il vice-presidente Domenico Luppino; per l’Associazione Italiana Calciatori il responsabile regionale Maurizio Cavallo, che è stato anche allenatore di Zerbi nell’annata 2009-2010. Tanti i volti noti tra i calciatori presenti da Serpentino (Deliese), a Saviano (Bocale), a Giovanni Marulla, compagno di Zerbi ai tempi del Siderno, a Caruso (Taurianovese), a Matteo Carbone (Roccella) solo per citarne alcuni. E poi tanti amici, gente comune, tutti con i volti tristi e le lacrime agli occhi.
Ci ha provato a confortare gli animi il parroco Don Pino De masi invitando tutti a non cercare una spiegazione a quello che è successo “che non è umanamente comprensibile”. Chiara l’allusione al fatto che Zerbi muore a soli 34 anni e lascia senza un perché, dopo una vita onesta e di grandi sacrifici, una moglie e tre figli piccoli dai 7 mesi ai 5 anni.” Un’ingiustizia senza logica-ha aggiunto il parroco-se però si continua a ragionare pensando che le persone sono nostre; in verità ognuno di noi appartiene solo a Dio e solo lui decide quando dobbiamo lasciare questa terra. Francesco è già in cielo e da lassù ora ci sta già guardando e veglierà sempre sui suoi cari”.
Tanti avrebbero voluto a fine messa intervenire per un ultimo pensiero, ma per motivi di tempo non è stato possibile. Solo a una ragazza, la sorella, e a un bambino, un giovane tifoso di quelli che Zerbi tanto amava, è stata data la parola e questi, con la voce strozzata dall’emozione, hanno rivolto l’ultimo commosso saluto.
Tra gli applausi scroscianti il feretro portato a spalla è uscito tra due ali di folla dalla chiesa per fare tappa allo stadio della città. Qui l’ultimo, ed estremo saluto, del mondo del calcio, orfano da oggi di uno dei suoi figli migliori.