Da qualche settimana sentiamo parlare di “Dantedì… giornata dedicato alla figura del nostro grande poeta Dante Alighieri. Ma perché il DanteDì è stato celebrato proprio di 25 marzo?
Era il 25 marzo del 1300 quando, secondo i dantisti, avrebbe avuto inizio il viaggio nell’aldilà del sommo poeta; ad oggi, più di 700 anni dopo, in questa stessa data ha luogo il “DanteDì”.
Come si evince dal nome, questa giornata è stata istituita per celebrare il grande impatto che il poeta e la sua opera hanno avuto e continuano ad avere sul nostro linguaggio e sulla nostra società: lo sapevate, per esempio, che almeno l’80% dei termini che Dante utilizza nella “Divina Commedia” sono ancora oggi in uso? In effetti, è stato proprio Dante a regalare all’italiano gran parte del lessico attuale e, abitualmente, menzioniamo versi danteschi senza accorgercene.
Se, dunque, facciamo riferimento alle parole di Dante giornalmente, perché non sempre gli diamo il giusto peso? Proprio per questo nasce il Dantedì, una manifestazione culturale istituita da poco tempo che, a causa della situazione d’emergenza pandemica in cui ci troviamo, quest’anno non è stato possibile festeggiare al meglio. La giornata è stata, comunque, celebrata in maniera non convenzionale; ad esempio, la RAI ha creato un portale in cui venivano trasmessi documentari e approfondimenti sul sommo poeta e il Ministero dell’istruzione ha organizzato dei laboratori online, ai quali hanno preso parte numerose scuole italiane. Accendendo la radio si poteva, inoltre, notare come il poeta fiorentino venisse citato in più e più canzoni ed entrando su un qualsiasi social media non si poteva far a meno di notare gli infiniti meme a sfondo ironico fatti appositamente per lui, per non parlare degli innumerevoli giochi interattivi forniti dalle varie piattaforme multimediali per onorare la sua memoria.
Nel corso del tempo, attori e studiosi di tutto il mondo, ma anche cantanti, hanno prestato la loro voce per decantare le memorie di Dante in tutte le lingue conosciute, dall’inglese all’arabo; un esempio lampante è Jovanotti che con la sua “Serenata rap” cita un celebre passo del V canto della “Divina commedia”
<<Amor ch’a nullo amato amar perdona…
Lo scriverò sui muri e sulle metropolitane.>>
Si può, perciò, affermare che Dante rimane il poeta più influente della nostra cultura e probabilmente ciò è dovuto al fatto che il significato dei suoi versi, il valore morale della “Divina Commedia” è ancora oggi avvertito. Dante non è solo il padre dell’italiano, ma possiede anche il ruolo di guida per gli scrittori successivi perché la sua grandezza sta nella capacità di fornire insegnamenti validi per sempre.
È un poeta di fama mondiale, è un proiettore che illumina l’Italia in quanto è stata proprio l’Italia che ha dato alla luce Dante e il mondo l’ha accolto sotto un raggio paradisiaco. Celebrare Dante, perciò, non è soltanto conservare memoria di un grande maestro, ma di un vero e proprio emblema della letteratura italiana.
Buon anniversario Dantesco a tutti i lettori!
Sabrina Franco &
Evelyn Lacopo IV BLS
LICEI MAZZINI DI LOCRI