SIDERNO – Quattro stanze a norma, con anticamera, ripostiglio e doppi servizi. Tutto è pulito, ordinato, accogliente. Ma senza corrente elettrica per il quarto giorno consecutivo. Ci riferiamo, ovviamente, al consultorio familiare di Siderno. Ieri abbiamo dato notizia dell’interruzione dell’energia elettrica nella struttura che dista poche decine di metri dall’ex ospedale, ma siccome la responsabile Daniela Diano e le colleghe che prestano servizio nella struttura sanitaria sidernese non intendono interrompere il servizio che è destinato a molte famiglie, specie quelle meno abbienti, di comuni anche montani, si lavora lo stesso. Lo si fa con i cappotti addosso, una borsa dell’acqua calda per ovviare al freddo e la torcia elettrica a pile per fare le visite, con tutti i disagi che questo comporta. Sono molti i pazienti che ogni mattina fruiscono dei servizi gratuiti del consultorio. Donne incinta, minori con situazioni familiari particolari che possono incontrare i genitori in maniera separata e protetta, grazie alla struttura che garantisce sia la privacy che la dovuta vigilanza, e soprattutto donne che comprendono l’importanza della prevenzione, che si fanno visitare in quelle parti del corpo nelle quali, purtroppo, è più alta l’incidenza di malattie neoplastiche, come la mammella o il collo dell’utero. Già, perchè si fa sempre un gran parlare dell’importanza della prevenzione, dei pap-test, delle visite per scoprire la benchè minima anomalia; si sente sempre dire che la nuova sanità dovrà essere sempre più “deospedalizzata” col contestuale potenziamento delle strutture territoriali e poi queste ultime vengono lasciate senza corrente, in pieno inverno, nonostante il flusso continuo di pazienti. Basti pensare che per lunedì prossimo sono stati programmati ben 90 screening: si faranno senza luce? La situazione è grave e l’impressione che il visitatore coglie è quella di un posto tenuto bene solo grazie alla buona volontà delle operatrici sanitarie che ci lavorano. Le stesse che non hanno esitato a segnalare per iscritto e telefonicamente ai vertici dell’Asp tutti i disagi derivanti dalla mancanza di energia elettrica. Le stesse che si sono sentite dire dall’ufficio tecnico di Reggio Calabria che «Stiamo verificando, in ogni caso se non è stata pagata la bolletta all’Enel lo faremo, anche se passa sempre qualche giorno per ripristinare l’erogazione della corrente dopo che viene pagata la bolletta». Insomma, si lavora al buio e senza una risposta certa, in un contesto comprensoriale fatto di ambulatori e uffici sanitari senza riscaldamento e nelle quali chi lavora lo fa in condizioni pessime. E novanta persone arriveranno lunedì per gli screening. Magari con dei mezzi affittati apposta; certamente assentandosi dal lavoro; sicuramente consce dell’importanza della visita. Cosa troveranno? Un consultorio con luce elettrica e riscaldamento o quello che abbiamo visto stamattina, magari con una dottoressa che li attenderà all’ingresso per dire loro che purtroppo manca la corrente elettrica e che certe visite non si possono fare?
GIANLUCA ALBANESE