di Comando Provinciale Carabinieri
I Carabinieri della Compagnia di Bianco hanno tenuto diverse conferenze nelle scuole di vari paesi della locride, da Palizzi a Bianco, Bruzzano Zeffirio e Africo Nuovo. Il Capitano Garrì: “In queste aule si combatte la battaglia più importante”.
Nell’ambito delle iniziative finalizzate a favorire la cultura della legalità ed una maggiore conoscenza dell’Arma dei Carabinieri, diverse sono state le conferenze organizzate, soprattutto negli ultimi due anni, dai militari della Compagnia di Bianco con oltre 600 studenti delle scuole elementari e medie.Proprio l’ultima ha avuto luogo a Bruzzano Zeffirio, presso il distaccamento dell’Istituto scolastico comprensivo Africo-Brancaleone.
Tanti gli argomenti trattati: legalità, bullismo, cyberbullismo, uso del web, codice della strada e rispetto dell’ambiente con il supporto dei Carabinieri forestali. “Iniziative importanti, rese possibili anche grazie alla disponibilità dei dirigenti scolastici, cui va un sentito ringraziamento.“È un momento di grande significato anche per noi Carabinieri” – precisa il Capitano Luigi Garrì, Comandante della Compagnia Carabinieri di Bianco – “Stiamo mandando idealmente agli alunni una “richiesta di amicizia”.
Questi ragazzi possono avere un futuro straordinario davanti, ed è questo il momento giusto per investire nella loro formazione”. “Non possiamo nasconderci di fronte all’evidenza” – prosegue il Capitano Garrì – “le cronache giudiziarie confermano che molti di questi paesi hanno vissuto o vivono costantemente la presenza della ‘ndrangheta o di suoi esponenti. Una presenza a volte silenziosa, ma che si percepisce. L’antidoto? All’ignoranza si risponde con la cultura, per esaltare il valore della legalità”.
Parole senza mezzi termini, che indicano però una strada ben precisa.
“L’Arma dei Carabinieri cerca di insegnare, con questi incontri, che le regole esistono per tutelare tutti i cittadini, senza distinzioni, e che vanno rispettate non per timore di una sanzione, ma per la condivisione del significato nascosto dietro quella regola. “Per fare un esempio”, continua il Capitano, “i ragazzi devono mettere il casco non perché lo impone il codice della strada, ma perché hanno capito che la regola esiste a tutela della loro salute, affinché non si facciano male”. C’è da chiedersi, allora, quale sia stata la risposta degli studenti a questi incontri. “Complessivamente è stata riscontrata una buona partecipazione. Per favorire un contatto vero, più “intimo”, i carabinieri hanno privilegiato incontri con piccoli gruppi, singole classi.
L’obiettivo principale rimane anche quello di superare quel parziale pregiudizio laddove presente in alcuni giovani che mostrano ancora disinteresse o ostilità verso le Istituzioni e risulta necessario farlo insieme alle famiglie e proprio sui banchi di scuola. Il Carabiniere è un amico, è vicino alla gente, in particolare ai ragazzi e convincere anche uno solo di questi studenti a superare il pregiudizio nei confronti dello Stato, è già un successo”.
Gli incontri nelle scuole continueranno, con l’obiettivo di infondere sempre di più la cultura della legalità, con sempre più frequenti forme di collaborazione con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado.