LOCRI – Un buon punto di partenza. Nel piatto della bilancia del meeting della cooperazione conclusosi da poco nella sala riunioni dell’Episcopio e promosso dal Corsecom, infatti, gli organizzatori hanno potuto mettere in vetrina alcune tra le migliori espressioni del mondo dell’impresa e dell’associazionismo locrideo, che finalmente hanno avuto l’intuizione di mettersi in rete e stilare un decalogo per quella che hanno definito come la “Rivoluzione culturale della Locride”. Qualcosa, però, non ha funzionato. E non ci riferiamo solo all’impianto di amplificazione che ha fatto le bizze o alle sedie vuote in platea. Col passare delle ore, infatti, lo spirito dell’iniziativa, per il quale il Corsecom e Civitas Solis, unitamente a tante realtà associative del comprensorio, hanno profuso impegno, energie e buona volontà, è stato a nostro avviso disatteso in nome di un eccessivo – mettiamola così – senso di “ospitalità” nei confronti dei rappresentanti della giunta e del consiglio regionale, tanto che, all’approssimarsi dell’orario di chiusura dei lavori, sull’altare degli interventi di saluto del consigliere regionale di maggioranza Candeloro Imbalzano e del vicepresidente dell’assise di palazzo Campanella Sandro Nicolò, è stata sacrificata la presentazione del documento predisposto in settimana dagli imprenditori e dalle associazioni della Locride, teso a ottenere un “decreto Locride” per rilanciare il territorio anche facendolo divenire zona franca urbana, che rappresentava la proposta più completa, autentica e concreta da esporre davanti a un uditorio così qualificato. Lo stesso Giorgio Imperitura, presidente dell’assemblea di AssoComuni locridea, ha potuto parlare solo dopo Imbalzano e Nicolò. Una mossa, quest’ultima, che nei commenti a caldo di molti dei presenti è stata interpretata come un segno di subordinazione della Locride alla politica regionale in genere e reggina in particolare. Scopelliti, invece, ha colto la palla al balzo, mettendo in atto, in pratica, un megaspot della sua attività di amministratore prima e di presidente della Regione poi, trovando punti di congiunzione tra l’idea di Rivoluzione culturale della Locride e il “modello Reggio” (o quello che ne resta), prima di lasciarsi andare a un lungo elenco di iniziative regionali mediante il quale ha, probabilmente, voluto dire che il segnale dato da questo territorio era già stato ampiamente recepito e realizzato dalla giunta regionale, non disdegnando di condire il tutto con un generico attacco ai giornalisti definiti «emeriti ignoranti» che riportano quotidianamente le notizie relative alle inchieste giudiziarie che lo riguardano. E allora la nostra coscienza c’induce a valutare il buon inizio della manifestazione al quale ha fatto da contraltare un finale in cui il governatore ha rubato la scena, tradendo, probabilmente, le attese della vigilia. Ma tant’è. Riteniamo che al Corsecom, a Civitas Solis e a tutti i promotori dell’iniziativa non manchino le competenze tali da analizzare eventuali errori d’impostazione, che, ove esistono, non impediranno di fare meglio in futuro e di continuare nel lodevole percorso intrapreso per rilanciare un territorio difficile come il nostro.
LA VETRINA DELLE REALTA’ POSITIVE
Il moderatore Aristide Bava, nell’aprire i lavori, ha evidenziato il decalogo che anima lo spirito della manifestazione e la stessa attività del Corsecom, esposta da Edmondo Crupi nel suo excursus storico dal 2008 ad oggi, con un bilancio in cui tra le sette proposte degli inizi, gli unici risultati tangibili ottenuti dopo quattro anni sono nel prossimo completamento dei lavori riguardanti la nuova statale 106 (tratto Marina di Gioiosa-Locri) e il porto delle Grazie di Roccella Jonica. Giuseppe Ventra ha spiegato tecnicamente l’opera del Corsecom, mentre la giovane Annamaria Crupi ha evidenziato la capacità dello stesso nel coinvolgere anche le associazioni giovanili che vedono proprio nel Corsecom un modello. Quindi, si è dato spazio a molti giovani che operano nel territorio, da Roberto Ieraci di Fli, a Roberta Eliodoro, imprenditrice di Marina di Gioiosa che opera nel diving, esempio di imprenditoria giovanile e di chi ha preferito rimanere qui, piuttosto che cercare fortuna altrove. Da Carla Sorgiovanni di Civitas Solis è venuta la proposta più concreta a Scopelliti «Chiediamo al presidente di farsi promotore di politiche di orientamento al lavoro dei nostri giovani – ha detto – che garantiscano a loro un futuro occupazionale. Noi, con la nostra associazione operiamo quotidianamente in questo territorio, con scambi internazionali e promozione delle realtà positive di questa terra». Mario Diano ha parlato a braccio. Adrenalina pura a profusione, in ogni sua parola, in ogni suo gesto. Lui che ha sempre creduto nell’interazione tra le tante realtà associative del territorio, e soprattutto nel suo sviluppo turistico, ha spiegato che «Il nostro decalogo è per noi come i Dieci Comandamenti. Dobbiamo – ha detto – cercare sempre di fare quello che possiamo, senza limitarci a lamentarci e a protestare, convinti dell’appoggio delle istituzioni alle nostre idee, quando vanno nella direzione del rilancio del territorio.
IL VESCOVO
Morosini ha ascoltato attentamente tutti gli interventi, mentre tutti intorno gli hanno riconosciuto un ruolo di stimolo alla promozione della cultura della legalità «che – ha detto – non è solo lotta alla ‘ndrangheta ma uscire dalla mentalità di chi tende ad elogiare chi riesce a imbrogliare lo Stato senza lavorare» e idee chiare per lo sviluppo della Locride «Per troppo tempo – ha detto il presule – abbiamo pensato di scimmiottate il Nord proponendo modelli di sviluppo industriale che da noi non funzionano. Qua, invece – ha proseguito – bisogna puntare su turismo, agricoltura e artigianato»
PRIMA DEL “MEGASPOT”
Imbalzano ha anticipato che «Una grande partita si giocherà nella programmazione dei fondi europei 2014-2020» mentre Nicolò ha ribadito che «La Locride può diventare il volano di sviluppo dell’intera Calabria». La giovane Maria Letizia Lipari ha parlato dell’esperienza del Calabria Camp «Inserita in un contesto nel quale sono uscite idee anche molto importanti, come quella della Srl semplificata», mentre Giorgio Imperitura ha sposato in pieno le ragioni del decalogo del Corsecom, aggiungendo tra le priorità assolute per il territorio «la lotta al dissesto idrogeologico»
LE CONCLUSIONI
A proposito dell’intervento finale di Scopelliti, preferiamo non aggiungere altro rispetto a quanto già evidenziato in premessa, lasciando che siano i nostri lettori a valutarne i contenuti nei due filmati che proponiamo.
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Vogliamo solo ricordare una cosa. Il presidente della Regione, all’inizio, si è scagliato contro la spending review del governo Monti, salvo poi esprimere un plauso per i tagli alla sanità calabrese, citando l’esempio di Siderno e della sua comunità che, secondo lui «ha capito che quello che era l’ospedale non serviva e non ha protestato quando siamo venuti a “chiuderlo” e oggi Siderno offre servizi sanitari di eccellenza». Già “di eccellenza”. Uffici senza riscaldamento e il consultorio familiare nel quale da una settimana si fanno visite ginecologiche senza corrente elettrica. E’ questa la sanità di eccellenza che intende il governatore della Calabria?
GIANLUCA ALBANESE