di Gianluca Albanese
SIDERNO – Per il nuovo depuratore consortile con sede in Siderno e che servirà anche i comuni di Antonimina, Gerace, Locri e Grotteria Mare, siamo in dirittura d’arrivo. È di ieri, infatti, la notizia che sono in corso le operazioni di collaudo finale dell’opera, dopo che lo scorso 16 maggio è stato firmato lo stato finale dei lavori, eseguiti dalla Siderno Ambiente, società che gestisce anche il “vecchio” depuratore di Siderno.
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Una conquista – quella dell’adeguamento e messa a norma dell’impianto sidernese – per la quale i meriti vanno sicuramente ascritti all’allora commissario straordinario del Comune di Siderno Luca Rotondi (attualmente alla guida del Comune di Platì), che nel dicembre del 2012, dopo aver assistito alla “melina” di sindaci e commissari della vallata del Torbido (che non riuscirono a individuare un sito idoneo a ospitare l’altro depuratore consortile finanziato dal CIPE con fondi FAS) decise di svincolarsi e presentare alla Regione un progetto autonomo e la documentazione necessaria, in modo da salvare il salvabile, ovvero almeno l’impianto sidernese.
Il finanziamento, in origine, era infatti unico per i due depuratori, e prevedeva l’adeguamento e la messa a norma dell’impianto sidernese e la realizzazione di uno nuovo in un Comune della vallata del Torbido, col sito inizialmente individuato (ovvero la zona Pip di Gioiosa Ionica) che venne subito scartato dopo il fermo e unanime diniego del consiglio comunale. Da allora in poi, gli amministratori non andarono oltre al semplice “njet” rischiando, nonostante la pazienza dimostrata in più occasioni dal Dipartimento Regionale Ambiente e i numerosi e successivi moniti, di perdere il finanziamento.
Non se ne fece nulla e i soldi per fare il depuratore nella vallata del Torbido andarono persi, nonostante l’estremo tentativo di trovare la quadra nel corso di un incontro davanti al Prefetto di Reggio Calabria.
Rotondi, in quella circostanza, fu lungimirante, fiutando l’inutile “tiki taki” dei sindaci e dei suoi omologhi di Gioiosa e Gioiosa Marina e pensò innanzitutto al depuratore della città da lui amministrata.
Diamo, dunque, a Cesare quel che è di Cesare, in barba a chi trascorre il suo tempo a cercare di speculare politicamente parlando male – sempre e comunque – delle gestioni commissariali.