di Antonella Scabellone
LOCRI- Prima di finire in carcere Cosimo Cherubino aveva una vita molto intensa, ricca di relazioni sociali e con un impegno fisso, che lo occupava 24 ore su 24: la politica. Dalle comunali, alle provinciali alle regionali, non c’era competizione elettorale dove l’ex consigliere dello Sdi non scendesse in campo con il suo gruppo, e sempre in prima linea.
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Una passione, quella per la politica, che Cherubino era riuscito a trasmettere a diversi seguaci, di cui tanti giovanissimi, che ieri affollavano la sua segreteria sul corso della Repubblica a Siderno e che oggi sono chiamati a testimoniare a suo favore davanti al Tribunale penale collegiale di Locri nell’ ambito del processo “Falsa Politica”.
Uno di questi, Giuseppe Pedullà, si candidò alle provinciali nel 2011 totalizzando oltre duemila voti. “La nostra segreteria era sempre affollata di giovani-ha dichiarato oggi rispondendo alle domande dell’avvocato Sergio Laganà-. Non vi erano, tra queste, persone legate ad ambienti criminali, così come nelle liste non vi era alcun collegamento tra i candidati e gli ambienti mafiosi”. Poi, rispondendo alle domande del Pm De Bernardo: “So per certo che Cherubino non solo non aveva frequentazioni mafiose, ma neanche parentele. Non apparteneva a quelle famiglie che si reputano mafiose a Siderno, i Commisso e i Costa”. Pedullà ha poi riferito delle modalità della campagna elettorale dell’intero gruppo dello SDI (poi Socialisti riformisti), dello “stile” Cherubino, che consisteva nel consegnare i programmi politici porta a porta, nel distribuire i volantini per le strade, nel cercare il contatto diretto con i cittadini. Circostanze confermate anche dagli altri testi, Salvatore Pellegrino, nello staff dell’ex consigliere regionale dal 2005, e Giuseppe Belcastro, presidente regionale dei “Giovani socilisti” in Calabria.
Anche Cosimo Piscioneri, titolare del noto bar “Tentazion” sul Corso della Repubblica di Siderno, parla di un Cherubino che, con un malloppo di volantini sotto il braccio, in prossimità di una competizione elettorale di diversi anni addietro, si intratteneva nel suo locale a conversare con gli avventori. “A un certo punto-ha riferito il teste- entrò nel bar Antonio Commisso, quello che chiamano l’”avvocato”, e ricordo che gli disse “ è inutile che mi dai il volantino tanto lo sai che non ti voto”.
Tra i testi a discarico di Cosimo Cherubino oggi in aula anche Felice Melchionna, suo amico e compagno di partito ai tempi del PSI che appoggiò la sua candidatura alle regionali del 2010. “Nonostante il tanto impegno l’esito fu un insuccesso e Cherubino totalizzò molti meno voti rispetto alle previsioni-ha specificato Melchionna. Il passaggio del partito dal centro sinistra al PDL fu poi solo una scelta politica” . A completare la lista odierna dei testi pro Cherubino l’architetto Antonio Milicia, il dentista Renato Pancallo e l’ex assessore del comune di Monasterace Francesca Papaleo, che hanno riferito dell’impegno politico ed extra politico dell’imputato che è risultato essere stata una persona molto attiva ed impegnata in molteplici iniziative.
Ma l’udienza odierna è servita a completare anche l’esame dei testi delle difese di Antonio Commisso, detto Biona, ex assessore comunale all’ambiente, e Domenico Commisso, ex consigliere comunale di maggioranza. Per il primo ha deposto Mario Congiusta. Per il secondo c’era l’Ing.Domenico Panetta, ex sindaco ed ex consigliere del Comune di Siderno. Il teste interrogato dall’avvocato Davide Lurasco ha confermato che, in seguito alle elezioni comunali del 2006, andò con il suo gruppo, quello del Pd, ad occupare i banchi dell’opposizione dell’allora amministrazione Figliomeni e che nella minoranza vi era anche il gruppo SDI di cui faceva parte Domenico Commisso. Panetta ha parlato poi di una riunione dei consiglieri di minoranza nel 2007 a cui partecipò l’on Liliana Frascà in cui si discusse sulla proposta di modificare lo statuto comunale per rendere obbligatoria la costituzione di parte civile del comune nei processi di mafia. L’avvocato Lurasco ha poi sottoposto al teste una foto tratta da un articolo di in quotidiano , che è stata depositata agli atti, relativa a quella riunione e tra i partecipanti l’ex sindaco ha ammesso di riconoscere anche Domenico Commisso. Panetta ha poi concluso parlando degli attentati e atti intimidatori subiti durante la sua carriera politica.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 17 luglio per completare l’escussione dei testi a discarico di Cosimo Cherubino tra cui figura anche l’ex Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti