DAL CONSIGLIERE COMUNALE DEL COMUNE DI GERACE LUCA MARTURANO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Gentile direttore,
sono sicuro che le mie parole saranno per i molti inutile retorica ma messe nel cuore di un vero Geracese sapranno trovare un luogo di comprensiva accoglienza. Non scrivo per dire chi ha ragione o chi ha torto, non entro nel merito del provvedimento del dott. Sarica del trasferimento di alcuni uffici dell’ASP a Gerace, ma scrivo perché leggendo la lettera a lei indirizzata dal sign. Giuseppe Cusato, candidato a Sindaco di Gerace nel 2011 con residenza a Locri, mi è venuta in mente questa frase: Eccoli i veri nemici di Gerace! Eccoli che si presentano ogni qualvolta c’è una prospettiva di risalita e di riscatto per la gloriosa città dello sparviero.
{loadposition articolointerno, rounded}
Ecco la storia che si ripete, come quando nel 1888 la città di Gerace spogliata dell’ultimo baluardo istituzionale, la Pretura, iniziò un perdurante declino. Essa fino a poco tempo fa era sede circondariale comprendente 39 comuni(si precisa che i circondari erano vere e proprie circoscrizioni amministrative all’interno dei territori provinciali tra i quali, oltre Gerace, erano tali comuni come Cosenza, Reggio e Rossano). Quel rapido declino che vide il trasferimento anche dei principali uffici amministrativi e comunali fu voluto come ora dice il consigliere Cusato per il bene del popolo geracese, per il bene comune, perché c’era un basso profilo amministrativo. Anche allora si citavano in piazza proclami ideologici, si richiamava questo o quel ufficiale di governo. Anche allora c’era chi come il consigliere Cusato per non perdere il proprio profilo politico auspicava altro, auspicava un futuro migliore.
Nessuno qui ha mai detto che quella del dott. Sarica sia la migliore della decisioni. Ma immagini lei una struttura ospedaliera come quella di Largo Piana ferma, decadente, oggetto anche di servizi televisivi di denuncia (non ultimo quello dello scorso inverno di Striscia La notizia) viene oggi riaperta, viene oggi messa sia pure in modo parziale, in funzione. E cosa si fa? Un consigliere comunale di Gerace va a dire che quella decisione è sbagliata, un consigliere va a dire nell’incontro con tutti i Sindaci del comprensorio che la sede di largo Piana non deve essere indirizzata a fini sanitari che tradotto vuol dire: non deve essere aperta fino a quando Varacalli è Sindaco sennò lui acquisisce vantaggio politico.
Sappiamo tutti che si parla di provvedimento provvisorio, sappiamo tutti che non si risolvono i decennali problemi di Gerace con questa riapertura, ma io oggi ho trent’anni e quella struttura non me la ricordo mai aperta. Gli spot elettorali non si fanno calpestando Gerace, non si fanno calpestando le parole di Salvatore Gemelli in “Gerace Paradiso d’Europa” che a margine della costruzione dell’Ospedale di Gerace negli anni 70’ scriveva: “Scomparso con il terremoto del 1783, agli inizi del secolo successivo ebbe vita effimera un Ospedale di San Gennaro, sito nel dirimpettaio Palazzo Lombardo, oggi Parotta. Negli anni 1911, 1915 e 1943 si espletarono vari tentativi tendenti a impiantare un ospedale in Gerace, ma solo con il Piano della Programmazione Ospedaliera della Calabria (23-12-1969) si è potuto dare un fattivo inizio ad una tale opera. In pochi anni Gerace ha risentito grandemente della presenza dell’Ospedale. Negli anni ottanta, solo l’Ospedale, infatti, e non di meno il turismo, apparivano capaci di assicurare un avvenire alla città nel contesto attivo della vita regionale.”