di Emanuela Alvaro
Con una proposta di legge, la numero 576/9, presentata dalla IV Commissione regionale “Assetto e utilizzazione del territorio – Protezione dell’ambiente” con oggetto “Modifiche alla Legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 (norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria), si chiede la proroga esattamente di un anno del termine ultimo, 19 giugno 2014, per l’adozione da parte dei Comuni dei Piani strutturali comunali.
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Nello specifico, nella relazione illustrativa della proposta di legge di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Crinò, Franchino, Bulzomì e Scalzo, si fa riferimento all’articolo 65 comma 2 il quale prevedeva originariamente che “i Piani Regolatori Generali avrebbero conservato efficacia per il periodo strettamente necessario a consentire la redazione, approvazione ed entrata in vigore dei nuovi strumenti urbanistici individuati dalla medesima Legge”.
E si sottolinea come “i ritardi manifestati da svariati Comuni e di cui si ha contezza, uniti all’ormai prossima fine della legislatura che, per come di tutta evidenza, rende impossibile interventi normativi strutturali, richiedono al Legislatore un ulteriore sforzo per evitare che a far data dal 20 giugno ampie porzioni del territorio regionale restino in una sorta di limbo giuridico, che di fatto mortificherebbe le stesse finalità della Legge, ispirate all’esigenza di tutela dell’ambiente e di controllo e governo del territorio”.
Se questa proroga verrà accettata, non si farà altro che congelare la situazione generale e far slittare tutto al 19 giugno 2015.
Ma se le Amministrazioni comunali non sono riuscite ad adottare i Psc, anzi per essere più circostanziati la maggior parte sono arrivate allo step dell’approvazione del preliminare, mentre una parte non ha ancora neanche dato l’incarico ai progettisti e solo una piccolissima percentuale, il 5%, è arrivata a conclusione dell’iter e quindi all’adozione, una motivazione ci dovrà pur essere.
La Legge regionale numero 19 del 2002 non ha sicuramente, vista la mole di adempimenti, snellito la procedura per consentire ai Comuni l’adozione del Psc, e l’altro aspetto da considerare e che buona parte degli Enti non ha proseguito oltre l’approvazione del preliminare per il dispendio economico che la procedura nel suo complesso comporta alle amministrazioni.