R. & P.
Dopo la nostra nota pubblica https://www.facebook.com/1981509322094888/posts/3066886910223785/
non si è fatta attendere la replica da parte
dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, tramite il suo attuale presidente
Leo Autelitano.
Prima di tutto, ci teniamo ad esprimere quanto per noi sia
difficile (e continui ad esserlo tuttora) questa situazione. La nostra
posizione, articolata e condivisa, è stata molto sofferta. Sono giorni molto
complessi, alla fine di un periodo “infernale” e le emozioni molteplici. Siamo
tristi, a volte affranti, per la situazione attuale. Ma siamo anche
assolutamente fermi nella nostra convinzione che occorra fare la nostra parte
ed esporsi per questa terra che ci ha dato tutto: l’Aspromonte.
Tutto quello che vogliamo è difendere e promuovere questa
montagna e tutte le nostre azioni e parole hanno questo unico e solo obiettivo.
Apprezziamo che la presidenza dell’Ente sia intervenuta, ma
registriamo con dispiacere ulteriore disconoscenza di alcuni argomenti
trattati. Ancora oggi, dopo quasi due anni, il fatto di non avere chiari alcuni
punti e situazioni crediamo si debba aggiungere all’elenco delle gravi
problematiche che affliggono attualmente l’Ente Parco Nazionale
dell’Aspromonte.
Andremo con ordine.
1 – Sul progetto di promozione ParkBus, registriamo questo virgolettato sulla stampa:
«Relativamente
al Parkbus, le attività previste dal progetto sono state sostenute con un
finanziamento a totale carico del Parco – evidenzia sulla questione Autelitano
– finanziamento che prevede la socializzazione dei costi e la privatizzazione
dell’entrate. Detto in una sola parola l’Ente forniva alle guide i pulmini, ne
pagava i costi di gestione con relativa scheda carburante in dotazione alle
stesse guide, ma non percepiva nulla in cambio in quanto l’Associazione che incassava
il prezzo del biglietto e lo “restituiva” ai turisti sotto forma di sconto
sulla tariffa giornaliera in capo alle guide, che a loro volta la incassavano
senza corrispondere nulla all’ente»
Ebbene sì, il ParkBus,
come sempre specificato e sottolineato durante tutte le campagne di
informazione, era un progetto di promozione estiva promosso e finanziato
dall’Ente Parco, affidato, curato e gestito dalla nostra Associazione e del
quale l’Ente dovrebbe giustamente prendersi i meriti, visti i grandissimi risultati
e apprezzamenti ricevuti negli anni.
Purtroppo le critiche che ci vengono oggi mosse non solo non hanno alcun valore
costruttivo, ma sono completamente false.
Il progetto prevedeva la presenza delle Guide Ufficiali in
3 Info Point del Parco (Bova,
Gambarie e Museo Archeologico di Reggio Calabria) e lo svolgimento di una serie
di escursioni tematiche, sempre con Guida Ufficiale, nel
territorio del Parco, con l’ausilio di 2 pulmini a 9 posti dell’Ente (tre in
casi eccezionali), le cui spese (stimabili in circa 50,00 € a uscita per mezzo,
comprensivi di carburate e “consumo del mezzo”) sono sempre state a carico
dell’Ente Parco, come da affidamento propostoci proprio dallo stesso Ente. Ai
partecipanti veniva chiesto un contributo (assestato grosso modo sulle 10,00 €
a persona) con il quale gli stessi partecipavano al costo del servizio, poiché
il contributo veniva defalcato dal costo che l’Ente Parco avrebbe dovuto corrispondere all’Associazione a fine
progetto. Tale contributo andava, quindi, a
ridurre (e di molto) il corrispettivo che l’Ente Parco avrebbe dovuto erogare a
ciascuna Guida per la giornata. In altre parole, la Guida che sarebbe dovuta
costare al Parco 110,00 € a giornata, con un pulmino pieno costava, invece,
30,00 €. Ergo, per un’uscita di un’intera giornata con Guida Ufficiale
qualificata più mezzo, l’Ente Parco spendeva circa 80€ in totale, compresa la
spesa per il mezzo, di cui solo 30,00 € venivano corrisposte alla nostra
Associazione. Il resto dei soldi necessari a pagare la Guida derivava dal
contributo dei partecipanti. Una semplice sottrazione. Non crediamo ci sia
bisogno di commento ulteriore.
Leggiamo ancora:
«Alla fine del periodo estivo – specifica – il progetto
veniva rendicontato senza applicare nessuna norma vigente in materia di
rendicontazione e l’ente, in pratica, corrispondeva in parte i costi di tariffe
già pagate dai turisti. Questo progetto, inoltre, non poteva certamente essere
neppure definito sperimentale, e quindi attuato per una sola volta, in quanto
lo stesso è stato ripetuto per ben tre anni con esborso finanziario totale a
carica dell’Ente». «Preciso, inoltre, che – aggiunge – la contestazione su tale
progetto e la sua riproposizione riguardava anche l’assenza di documentazione
probante sul numero di turisti trasportati durante il progetto, così come non
veniva richiesta la documentazione circa i chilometri percorsi dagli automezzi
e non veniva, infine, nemmeno effettuata una separazione dei consumi degli
stessi, che risultano fatturati insieme agli altri mezzi in carico all’Ente.
Non aggiungo altro. Quante fattispecie di irregolarità ricorrono in questo
progetto lo stabiliranno gli organi preposti ai controlli. La domanda che mi
pongo è: avremmo dovuto continuare ad affidare un servizio con queste modalità,
solo perché le guide ne pretendono il proseguimento?».
A fine progetto, la nostra Associazione
emetteva regolare fattura, a seguito della presentazione di una dettagliata
relazione e del resoconto economico trasmessi e vagliati dal responsabile del
procedimento. Abbiamo già spiegato e ribadiamo
che l’Ente NON corrispondeva mai ed in nessun caso cifre da noi già incamerate
in qualsiasi modo. Nel resoconto e nella relazione (che la presidenza potrebbe
e dovrebbe conoscere) sono indicati tutti i dati salienti con precisione e
l’Ente Parco avrebbe potuto in ogni momento richiedere tutte le integrazioni
ritenute necessarie.
Inoltre, sarebbe il caso di far notare il virtuosismo del
progetto in due punti: il primo è il già citato contributo che rendeva particolarmente
economico il servizio; il
secondo è che le escursioni non venivano svolte se non con un minimo di 4
partecipanti, il che stimolava noi per primi a promuovere le prenotazioni per attivare il secondo mezzo
e far lavorare una seconda guida (gestivamo 2 mezzi). In altre parole, più
persone partecipavano, più Guide lavoravano e meno il servizio costava all’Ente
Parco: ciò crediamo sia un esempio virtuoso.
Un’uscita con due guide, quindi, costava all’Ente da un
massimo di 100,00 € (50,00 € a Guida) ad un minimo di 60,00 € (30,00 € a
Guida).
In generale ed a titolo esemplificativo, il progetto del
2019 prevedeva un impegno di spesa da parte dell’Ente di € 12.924,00.
La nostra fattura corrisposta e pagata è stata di €
12.074,00, quindi addirittura inferiore all’impegno, a dimostrazione
dell’efficienza del progetto e della sua realizzazione.
Ma cosa ha previsto, nel dettaglio, il ParkBus 2019 con
“l’astronomica” cifra di 12.074,00 €?
– 72 giornate (54 intere e 18 mezze) di servizio informativo presso tutti gli Info
Point per un totale di € 7.344,00
– segreteria, promozione web e social e grafica (gestiti da
3 persone per 2 mesi) per € 2.850,00
– stampe per € 150,00
– rimborsi spese per predisposizione e verifica itinerari con
€ 250,00
– costo Guide per le escursioni, con 35 giornate intere, €
1.480,00
Rimarchiamo,
ancora una volta, l’ultimo punto, specificando oltre. La convenzione che l’Ente
Parco ha con le sue Guide stabilisce il pagamento di € 110,00 per la giornata
intera e di € 78,00 per la mezza. Questo
vuol dire che l’Ente avrebbe dovuto pagare (come da sua convenzione), per 35
giornate di escursione, € 3.850,00, invece ne ha pagato solo € 1.480,00
(circa 40,00 € a Guida al giorno) con un risparmio di circa il 70% sulla
convezione Parco-Guide, che prevede già una cifra ben inferiore al mercato.
Nessuna privatizzazione e nessun utile, quindi, e soprattutto nessun doppio
presunto pagamento, come ampiamente dimostrato.
Nel 2019 al progetto partecipano 17 Guide Ufficiali.
Sempre nel 2019, per trasparenza e completezza, l’Ente
Parco salda alla nostra Associazione un ulteriore secondo servizio di
promozione istituzionale fuori regione di € 880,00 (più € 1.066,40 a titolo di
rimborso spese per vitto ed alloggio).
Questo porta all’incredibile cifra di ben € 14.020,40 in
tutto l’anno 2019, sudati fino all’ultimo centesimo.
La nostra Associazione è composta da 30 Guide, di cui
diverse impegnate in società e cooperative, oltre che affermati professionisti.
Non crediamo ci sia bisogno, anche qui, di commentare oltre per comprendere
l’irrisorietà del peso economico di questi progetti per noi.
In conclusione, possiamo ben dire, che non ne abbiamo mai
preteso alcun proseguimento e chiediamo, a questo punto, cosa è stato fatto di
migliore e più “regolare” dall’Ente Parco?
2 –Sul Corso
CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile)
Leggiamo, sempre sulla stampa:
«Altra questione riguarda l’attività di formazione – spiega
Autelitano sul punto – legata alla Carta Europea del Turismo Sostenibile. La
scheda delle azioni numero 51 del progetto, prevede espressamente che debba
essere assicurata la formazione dei dipendenti dislocati presso i centri visita
dell’ente, dei dipendenti che forniscono informazioni turistiche ai visitatori
e, aggiunge, che è utile aggiornare operatori turistici e le stesse guide
ufficiali». «Dunque la scheda 51 – evidenzia – prevede che le guide vengano
formate e non che fossero esse stesse siano formatori a fronte dell’erogazione
di un compenso. Sarebbe stato utile conoscere a quale albo di formazione fosse
iscritta l’associazione Guide del Parco e come facesse a svolgere attività di
formazione rilasciando anche i relativi attestati». «Rispondendo alle loro accuse
– si chiede Auteliano – dove era previsto che l’Ente effettuasse un secondo
corso di formazione in quelle condizioni e non previsto dal progetto? Anche qui
sorgono fondati dubbi e, senza aggiungere altro, ci rimettiamo agli organi e
alle istituzioni cui è preposto il controllo».
È
stato proprio l’Ente Parco ad affidarci questo progetto formativo, per il quale
abbiamo fornito un programma dettagliato ed i curricula dei docenti. Abbiamo
gestito un corso on line per quasi 100 persone, operatori e privati,
sull’Aspromonte e l’importanza della sua salvaguardia e fruizione. Anche qui
nessuna pretesa, ci chiediamo solo perché un’altra iniziativa dall’enorme
successo (documentabile da questionari di gradimento) e dal costo irrisorio non
sia stata riproposta e, anzi, neanche rivendicata, non facendo nemmeno un
comunicato stampa. Anche qui abbiamo inviato diverse PEC, per cui nessuno potrà
sostenere di non sapere.
Se non era lecito quanto fatto, perché nessuno è
intervenuto? La presidenza sa cosa succede nei suoi uffici? L’attestato di
frequenza (che non dà alcuna abilitazione) è firmato anche dal presidente
Autelitano, che effettivamente, quindi, avallava quanto fatto (o almeno così
sembrava fino ad oggi).
3
– Proseguiamo con la questione monitoraggi ambientali.
«In relazione alle attività di monitoraggio, invece –
afferma il presidente del Parco – voglio specificare che in passato le guide
sono state coinvolte non come associazione ma come singoli professionisti.
Coinvolgimento che andrà verificato sotto il profilo delle norme vigenti in
materia del codice dei contratti. Tale codice specifica, infatti, che gli
affidamenti vanno assegnati a personale qualificato, che partecipa a procedura
di evidenza pubblica, seguendo il principio di rotazione, attraverso la
selezione all’interno di un elenco di operatori economici, tutte norme previste
dallo stesso codice». «La natura delle prestazioni e dei servizi – sottolinea
Autelitano – è effettuata con strumenti e mezzi propri nell’esclusiva competenza
del responsabile dell’ente che è deputato alla gestione e al controllo del
medesimo servizio. Non può essere, dunque, condiviso dal Parco il
riconoscimento di prerogativa o privilegi a favore dell’associazione guide
ufficiali del parco, in merito allo svolgimento di attività in capo all’Ente e
anzi, le attività di monitoraggi e i ripetuti incarichi agli stessi soggetti,
vanno rigorosamente verificati sotto il profilo del rispetto delle norme
contenute nel codice dei contratti, per garantire pari opportunità a tutti gli
operatori del settore». «Detto ciò, nel
merito dei monitoraggi anche sulla scorta di quanto trattato e discusso del
15/9 ultimo scorso – ricorda Auteliano – l’Ente ha una precisa linea di azione
che si ribadisce: sul Lupo è stato concluso di recente un monitoraggio condotto
insieme ad altri Parchi nazionali e ad Ispra, condotto con metodo “wolf
howling” ed ha rilevato tre aree a forte presenza di lupi: il versante nord del
Parco, la zona centrale a ridosso di Zervò, l’area grecanica dove si rivelano
consistenti fenomeni di ibridazione della specie, con forti danni al patrimonio
naturalistico e all’allevamento domestico»
La presidenza non ha ben compreso – evidentemente – quanto
da noi richiesto, poiché le nostre erano proposte di collaborazione sotto
l’egida dell’Ente, quindi più che altro proposte progettuali – tutte da
discutere – da realizzare con l’ausilio – GRATUITO – delle Guide. Il tentativo
di farci passare anche qui come “truffatori” è evidente e speriamo che si
faccia presto chiarezza anche su questo punto. Inoltre, nell’incontro con noi
avuto il 15 settembre, il presidente dichiarava di non conoscere il contenuto
di nessuna relazione su nessun monitoraggio effettuato in questi anni, ma
adesso cita dati con estrema sicurezza.
Ci fa piacere che stia recuperando il tempo perduto, ma dubitiamo di
quanto scritto per il momento, viste le premesse.
4 – La nostra proposta di collaborazione sul Lupo.
«Sul tema il consiglio direttivo dell’Ente – annuncia il
presidente del Parco dell’Aspromonte – nella prossima seduta di venerdì,
discuterà del fenomeno, per stabilire le attività da intraprendere e affrontare
anche la tematica dei “porcastri”, particolarmente avvertita dalla popolazione
come si evince dalle mobilitazioni continue che vi sono in area Parco, con
agricoltori e pastori che piangono lacrime amare, e al cui cospetto quelle di
coccodrillo serpeggianti qua e là, per via dell’abbassamento del fieno in
qualche greppia, non sono che trascurabile cosa». «Ad ogni modo, voglio
sottolineare all’associazione guide – aggiunge – che sul lupo, il 17 settembre
2021, è stata siglato l’avvio di un’azione di sistema trasversale, con lo
stesso gruppo dei parchi nazionali e con Ispra che prevede le seguenti
attività: a: monitoraggio coordinato con metodo naturalistico; b: censimento
mediante campionamento invasivo; c: monitoraggio dell’ibridazione
antropogenetica; d: monitoraggio sanitario associato a metodo naturalistico
(raccolta feci)». «Come è possibile evincere da quanto sopra scritto – sottolinea
– nessuno è fermo e ci scusassero loro maestà guide se non sono state informate
per prime».
Non commentiamo la forma offensiva, ma anche qui la
risposta non corrisponde neanche lontanamente alla domanda. Nel periodo di
marzo 2021, circolano sul Lupo false notizie sulla stampa locale e la nostra
Associazione si propone non di fare un monitoraggio, ma piuttosto un progetto
di divulgazione finalizzato a promuovere la conservazione della specie – sempre
sotto il pieno controllo e direzione dell’Ente Parco – con l’ausilio delle
nostre Guide Operatori Nazionali del monitoraggio del Lupo abilitati dall’ISPRA
(Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale). Se l’Ente ha così
tanto a cuore la conservazione della specie, perché non ha accettato questa collaborazione
gratuita?
5 – L’avifauna.
«Quanto al monitoraggio dell’avifauna – spiega Autelitano –
riportano gli uffici dell’ente che il “servizio avvistamento ha permesso di
caratterizzare per grandi linee e che, a causa di un cambiamento di modalità rilievo,
non è stato possibile implementare il progetto. L’Ente ha deciso quindi di
sospendere attività per un anno e poter programmare, in maniera compiuta, le
attività di monitoraggio secondo un protocollo armonizzabile con quanto già
osservato negli anni precedenti. Il 2022 l’attività sarà ripresa attraverso la
definizione di un protocollo che possa permettere di recuperare i dati ad oggi
non facilmente utilizzabili ed edificare una banca dati robusta per un periodo
di monitoraggio pluriennale ben definito, in maniera da quantificare, secondo
criteri scientifici, l’entità di flussi migratori in Aspromonte”». «Questo
quanto risulta agli atti»
Molto bene, esulando dalle considerazioni scientifiche che
saranno altri a giudicare, la nostra richiesta era relativa alla fruizione
dell’altana di osservazione sita sulla SP3 ai limiti del Parco. Registriamo,
ancora una volta, una completa disconoscenza di quanto scritto o proposto.
Sempre il presidente dichiara, nell’incontro del 15 settembre, di non essere a
conoscenza della presenza dell’Altana, di proprietà dell’Ente Parco. Vediamo,
però, una grande attenzione al fenomeno della migrazione, quanto meno sulla
carta. Pertanto, non comprendiamo la risposta data che, anche stavolta, non ha
nulla a che vedere con la domanda.
6
– La strategia “chiara” dell’Ente.
«Come si vede le critiche appaiono faziose – sostiene
Autelitano – l’ente ha una strategia chiara che è stata anche esposta alle
guide oltre che illustrate nella relazione programmatica che accompagna il
bilancio 2021. È stato ampiamente
spiegato che la scelta principale è quella di riportare la presenza dell’Ente
sul territorio, sottraendola al bivacco dei lidi reggini, dove veniva impiegata
consistente parte della spesa in maniera arbitraria, in quanto fuori dai
confini del Parco, e per altro senza indirizzi dell’organo di amministrazione.
In conseguenza di tali scelte è stata privilegiata la riapertura centri visita
e delle porte d’accesso, strutture di accoglienza in questi anni
inspiegabilmente chiuse, sostenendo al contrario, attività quali quelle del
punto informativo dentro al Museo di Reggio Calabria struttura lontana e
distante dalle comunità montane del parco. Abbiamo voluto costruire una
strategia che guardasse al piano di gestione dei centri visita ed è poco
importante se questo non privilegia il business di qualcuno. Abbiamo, inoltre,
previsto il rafforzamento della rete museale e, Palazzo Mesiani concesso in
comodato d’uso da parte del comune di Bova per la sede del Geoparco, ne è un
esempio».
La nostra fazione è l’Aspromonte. L’Ente non ha mai esposto
né alle Guide, né a nessun altro, per quanto ne sappiamo, la chiara strategia
di cui si parla. Non lo ha fatto in nessuna delle nostre 10 PEC, né de visu
nell’incontro del 15 settembre. Ci spieghi qualcuno come si concilia il rifiuto
di azioni divulgative, di apertura Info Point e progetti promozionali con la
volontà di riportare il Parco sul territorio.
Sui centri visita abbiamo fin da subito concordato con la
presidenza la necessità di una severa valutazione ed una maggiore attenzione.
Ebbene, dopo due anni quanti centri visita in più sono operativi rispetto a
prima e che genere di attività vi si svolgono all’interno? È lecito chiederlo,
poiché nessuna indicazione è stata data né a noi, né a nessun altro sulla loro
preziosa funzione. È garantita l’apertura festiva, come sarebbe auspicabile per
una reale funzione turistica degli stessi? Abbiamo anche qui un chiaro piano di
gestione non meglio precisato né presentato pubblicamente? Come dovrebbero funzionare
i centri visita, se non si fa alcuna promozione? Su questo punto, molto caro
all’attuale presidenza, non vediamo alcun passo avanti rispetto al passato e
questo ci dispiace.
7 – Le conclusioni
Il
presidente pare affermare:
«È stata affrontata anche la problematica della
sentieristica – spiega ancora Auteliano – con attività di potenziamento e
riqualificazione, iniziative che vanno finalmente oltre le semplici adozioni di
questi anni. Ancora, sono stati avviati i progetti di realizzazione delle “infrastrutture
verdi” per un importo totale di 9 milioni e 600 mila euro, fondo convenzionato
con MITE fin dal 2017 e mai avviati a realizzazione. Sono stati avviati gli interventi previsti
dal decreto clima annualità 2019 e convenzionati quelli del 2020 per un totale
di circa 7 milioni di euro, per non parlare dei progetti inerenti la Ciclovia e
il Sentiero Italia, progetti realizzati con la Regione per circa 9 milioni e
ormai in fase di ultimazione». «Ma di questo – conclude Autelitano – le Guide
ufficiali del Parco non parlano e si tengono a distanza. A loro interessa
rinnovare solo le decine e decine e decine e decine di migliaia di euro in
precedenza erogati dall’Ente all’Associazione, tra parkbus, monitoraggio e
“ammennicoli” vari, indipendentemente se ciò costituisce il ruolo che dovrebbe
avere un Ente Parco. Ma già mi sfuggiva:
loro hanno conosciuto un solo modello di Ente parco: quello dell’Aspromonte
degli ultimi nove anni e questo spiega tutto».
Anche qui occorre glissare sulla forma offensiva e concentrarsi
sui fatti che, a noi, appaiono davvero poco chiari. Da quanto scritto, non si
riesce a capire cosa e come nel concreto si stia facendo o finanziando, se non
alcuni punti come le infrastrutture verdi, la ciclovia ed il Sentiero Italia
che, però, afferiscono a programmazioni precedenti all’insediamento della nuova
presidenza. Quindi, siamo spiacenti ma, nonostante tutti gli sforzi, davvero
non riusciamo a comprendere questa presunta chiara strategia. Vediamo solo un
elenco di confuse giustificazioni che l’Ente si è affrettato a fornire e che
forse avrebbe fatto meglio a ponderare di più. Sulle presunte “migliaia e
migliaia di euro” abbiamo già dimostrato come si tratti di pochi progetti ben
gestiti e mal pagati, per una media di circa 15.000,00 € l’anno. Ci stupiamo,
inoltre, del fatto che il presidente guardi a queste cifre con sospetto, poiché
è lui stesso a dichiarare durante l’incontro del 15 settembre che il suo
modello auspicato di collaborazione Parco-Guide è quello del Parco
dell’Arcipelago Toscano. Questo Ente Parco (l’Arcipelago Toscano) paga circa
2000 giornate l’anno alle sue Guide Ufficiali e ad un costo ben superiore del
nostro (150,00 € contro i “nostri” 110,00 €), arrivando alla ragguardevole – e
meritoria – spesa di 300.000 € ogni anno. Sì, avete letto bene: trecentomila
euro ogni anno, solo per le Guide Ufficiali! Ma questo, ribadiamo, nel Parco
dell’Arcipelago Toscano, che il presidente Autelitano a parole richiama, ma nei
fatti si stupisce di poche migliaia di euro erogate alle Guide Ufficiali del
Parco dell’Aspromonte, sempre a fronte di servizi di qualità. Forse anche qui
ci sarà una strategia o un cronoprogramma per raggiungere degli obiettivi dei
quali, però, nessuno è ancora stato messo al corrente. Attendiamo con ansia il
raggiungimento di un risultato simile a quello del Parco Toscano.
Tutto
ciò che abbiamo scritto è supportato da lettere, mail, PEC, relazioni,
resoconti, fatture, ricevute e documenti in genere, a disposizione di chiunque
volesse approfondire.
Il presidente si dimentica, inoltre, di rispondere su
numerosi punti, per i quali probabilmente non vi è stato tempo di trovare
qualche altra giustificazione. Riportiamo di seguito i punti, stranamente, non
trattati nella nota dell’Ente Parco:
1- Perché l’Ente rifiuta l’incontro su proposte progettuali
per l’accessibilità dei disabili motori sulla rete dei sentieri da noi
proposto?
2 – Come si intende procede per la certificazione degli
operatori CETS (Carta Europea del Turismo
Sostenibile) avviata prima dell’estate e di cui non abbiamo più notizie?
3 – Cosa prevede, se esiste, la programmazione per
rispettare gli impegni necessari a rimanere nella rete dei Geoparchi Unesco con
verifiche quadriennali?
4 – Sulla questione della nomina del nuovo direttore che
novità ci sono? Apprendiamo dalla stampa di ben due comunicazioni che hanno
censurato pesantemente l’operato dell’attuale dirigenza sul punto. Una
presidenza così attenta ai presunti illeciti, che augura e promette controlli e
sanzioni, come si concilia con questa mancata esecuzione del suo organo
controllore e sovraordinato, ovvero il Ministero? Probabilmente sarà uno
sbaglio, anche stavolta, degli uffici del MITE o di chiunque altro, fuorché
della presidenza.
5 – Ritiene un fatto lecito, l’attuale presidenza, che le
comunicazioni da noi indirizzate anche al consiglio direttivo tramite PEC, non
siano state dai suoi membri ricevute all’atto dell’invio? Cosa o chi ha causato
tale censura? Anche qui speriamo che si faccia piena luce su un modello di
gestione che a noi pare tutto fuorché chiaro e luminoso.
In conclusione, invitiamo il presidente ad un confronto
pubblico con operatori e cittadini del territorio, così se vorrà potrà spiegare
a tutti pubblicamente in cosa consiste la chiara strategia dell’attuale presidenza.
Nel
frattempo, noi continuiamo ad invocare con forza e determinazione una rinascita
del Parco Nazionale dell’Aspromonte e che ognuno faccia la propria parte perché
questo accada al più presto possibile.