RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
ROCCELLA JONICA- Con nove punti all’ordine del giorno è stato convocato il consiglio dei delegati del consorzio di bonifica “Alto Ionio Reggino”.
{loadposition articolointerno, rounded}
Seduta intensa, animata dalla messa in stato di accusa del presidente Arturo Costa da parte dei consiglieri Giuseppe Arone e Giuseppe Perri. Quesi ultimi, infatti, dopo aver sollevato le numerose criticità legate alla sua gestione, hanno chiesto le dimissioni dell’intera deputazione amministrativa. “Ritengo la seduta odierna illegittima”- ha esordito Arone, anche nella veste di rappresentante dell’Uimec, in quanto- ha aggiunto- in netta violazione del regolamento vigente, non è stato convocato Pasquale Brizzi, quale consigliere delegato dalla conferenza dei sindaci”.
E’ stato sempre il consigliere Arone a rilevare l’illegittimità di una serie di delibere, adottate dalla deputazione amministrativa. “L’aumento dei canoni irrigui andrà a gravare sui piccoli produttori- ha evidenziato- mentre sarebbe stato necessario effettuare una politica di rivelazione del territorio irrigato, evitando di tutelare i soliti amici degli amici che irrigano più ettari di terreno, ma di fatto il ruolo irriguo attiene soltanto ad una superficie minima”.
Anche in merito alla questione pertinente ai “ruoli di contribuenza” è stato sempre il consigliere Arone a prendere la parola: “Il consorzio non è dotato di un piano di classifica come previsto dalla normativa in materia, pertanto, i ruoli emessi devono considerarsi illegittimi ed infondati”.
Il consigliere Giuseppe Arone e il consigliere Giuseppe Perri hanno poi censurato fortemente, “l’aumento del 33% sulla contribuenza dovuto per esigenze di pareggio del bilancio”, considerato che, “Sarebbe stato necessario attuare una politica di risparmio, in osservanza di quanto previsto nell’accordo sindacale di scioglimento del raggruppato, cioè del passaggio di una o più unità al consorzio Basso ionio reggino, nonché una spesa più oculata sul bilancio”.
Il presidente Arturo Costa è stato accusato anche di “Aver attuato una politica solitaria, senza il coinvolgimento dei consiglieri, se non limitatamente all’approvazione del bilancio di previsione e di quello consuntivo”.
Alle critiche mosse dai consiglieri Giuseppe Arone e Giuseppe Perri si sono affiancati anche Marcello Murdolo, Gaetano Pipicella e Rocco Macri, soprattutto, quest’ultimo, ha chiesto di essere messo al corrente sul fatto che, “Soltanto le squadre di operai di Ciminà e Cirella di Platì sono state trasferite a Siderno per i lavori di ripristino del lungomare, godendo, invece, le altre squadre di maggiore tutela da parte del presidente Costa”.
Nel corso della seduta il clima si è riscaldato oltremisura quando, a seguito della volontà manifestata da parte dei componenti della deputazione Pasquale Perre e Nicola Coluccio di rassegnare le dimissioni, il consigliere Giuseppe Arone ha invitato il presidente Costa a dimettersi, “Al fine di giungere al Costa bis”, ma lo stesso presidente ha replicato con determinazione che “Non mi muoverò dalla sedia fino a quando la Regione non provvederà al commissariamento”.
Nel definire “fallimentare” la gestione consortile del presidente Arturo Costa, il consigliere Giuseppe Arone ha auspicato che la “Regione adotti provvedimenti immediati, al fine di sollevare il presidente in carica, considerato, tra l’altro, che, ad oggi, l’approvazione del bilancio di previsione, che doveva essere effettuata entro il 30 novembre, è stata posticipata a data da destinarsi, in quanto, il consigliere Egidio Panaia ha preferito graziare il presidente Costa, proponendo al consiglio il rinvio della discussione del bilancio”.