di Adelina B. Scorda
Non si placa la querelle sulla discarica di Casignana, così come non sembra trovarsi un accordo fra il dipartimento ambiente della Regione e il comune di Bianco che continua a ribadire il suo rifiuto a qualunque opera che tenda ad orientarsi verso l’ampliamento del sito di contrada Petrosi. “Se dovesse essere necessario – dichiara il presidente del consiglio Rodolfo Nucera – ci rivolgeremo alla sedi legali opportune per bloccare questo nuovo progetto che nasconde dietro la messa in sicurezza un nuovo ampliamento della discarica”.
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Il sito, infatti, sorgerebbe su un terreno che non soddisfa tutte le condizioni di sicurezza, la sua costituzione geomorfologica, ad esempio, e questo lo si evince negli stralci della relazione stilata dal dipartimento ambiente della regione, presenta un terreno principalmente argilloso, particolarmente sensibile all’erosione che potrebbe comportare gravi conseguenze d’inquinamento ambientale tale da coinvolgere tutto l’ecosistema della zona.
Stando a queste constatazioni e annullato il vecchio progetto che prevedeva la realizzazione di una terra armata alta trenta metri e di un invaso per la capienza di 500 mila metri cubi di rifiuti, dopo ulteriori studi, ad oggi, l’ipotesi più accreditata, avanzata dalla regione, consisterebbe in un intervento di risanamento ambientale realizzato attraverso un consolidamento dei terreni per mezzo di una paratia profonda 20 metri. Da qui si proseguirebbe attraverso un recupero volumetrico ricavato con l’abbancamento di ulteriori volumi di rifiuti non pericolosi. Pratica, questa che sembra assomigliare di più ad un nuovo ampliamento della discarica di Casignana che alla sua reale messa in sicurezza.
Intanto venerdì una delegazione del comune di Bianco tra cui anche Rodolfo Nucera, è attesa presso il dipartimento ambiente di Catanzaro per ritirare le documentazione, debitamente richiesta dal comune attraverso il ricorso di accesso agli atti, facente capo alla discarica di Casignana. “Vogliamo acquisire tutta documentazione che fa riferimento al sito – spiega Nucera – comprese tutte le relazioni stilate dall’Arpacal dal 2010 ad oggi. È una richiesta legittima da parte nostra in quanto siamo il comune che in questi anni ha pagato il prezzo più alto per la presenza della discarica che a conti fatti rientra più nel territorio di Bianco che in quello di Casignana”.
A questo punto, l’acquisizione della documentazione si collegherebbe allo studio, realizzato con un team di tecnici specializzati, che il Comune sembrerebbe pronto ad eseguire per comprendere se al preliminare proposto dalla Regione non possano studiarsi valide alternative che considerino solo l’eventualità della messa in sicurezza del sito e la sua bonifica senza passare per un nuovo ampliamento. Procedure, queste, più volte richieste dai comuni ricadenti all’interno del bacino della discarica.