di Redazione
REGGIO CALABRIA- “E’ inconcepibile che, ancora oggi, dopo appelli, denunce, incontri col prefetto e comunicati stampa i medici che operano, in prima linea, per la tutela del cittadino calabrese, siano fatti oggetto di aggressioni vili”.
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Inizia così una dura nota diramata in data odierna dall’Ordine dei medici di Reggio Calabria dopo l’aggressione subita dal dott.Curia, Dirigente Medico in servizio presso il pronto soccorso del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro, da parte di un parente di un utente che si trovava ricoverato presso tale servizio.
“Ancora una volta-continua la nota- ci ritroviamo a raccontare e denunciare episodi in cui colleghi che, armati solo di competenza, serietà e professionalità, si scontrano con l’arroganza e la prepotenza di chi conosce solo il linguaggio della violenza. L’ultimo gravissimo episodio ha visto vittima il dott. Curia, Dirigente Medico in servizio presso il pronto soccorso del Presidio Ospedaliero di Gioia Tauro che è stato aggredito da un parente di un utente che si trovava ricoverato presso tale servizio.
L’energumeno di turno, senza alcuna ragione, spinto da ragioni che probabilmente risiedono in un retaggio culturale non troppo elevato, con fare minaccioso, si scagliava contro il medico e dopo averlo colpito lo faceva cadere rovinosamente a terra procurandogli delle contusioni multiple.
Si precisa che il medico aggredito ha informato le forze dell’ordine del gravissimo episodio sporgendo formale denuncia. I medici reggini sono allo stremo, stanchi di subire continue aggressioni che, ultimamente, e sempre più spesso, si trasformano in violenze fisiche per di più, in un periodo dell’anno in cui, per via del flusso turistico e del conseguente aumento esponenziale delle presenze sul territorio, gli accessi al pronto soccorso e le richieste di assistenza subiscono un’impennata.
Da tempo -continua la nota-andiamo ripetendo, in lungo e in largo, che i medici sono oggetto di una campagna mediatica ingiustificatamente negativa che crea, attorno al loro prezioso sevizio, un clima che solo eufemisticamente potremmo definire poco idilliaco. Questo contesto, pregno di tensione, non giova certo ai pazienti, prima ancora che a coloro che sono deputati a curarli. Eppure ci si dimentica spesso che la situazione in cui sono costretti ad operare i camici bianchi di Reggio Calabria e provincia è al limite dell’umana sostenibilità. Il sistema sanitario è soggetto ad un’opera di spoliazione: tagli ai mezzi, alle strutture ed al personale, ospedali che vengono chiusi con posti letto che vengono cancellati, personale che viene collocato a riposo e che non viene rimpiazzato. Se ancora la prestazione sanitaria nella nostra provincia mantiene certi standard di qualità ciò è dovuto, esclusivamente, all’impegno ed all’abnegazione del personale sanitario e parasanitario. Si tratta
Alla luce di ciò, come Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Reggio Calabria, chiediamo a gran voce che il Prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, già da noi insignito della problematica, nella sua qualità di rappresentante del Governo centrale sul territorio provinciale, adotti delle misure forti e non più rinviabili per garantire la sicurezza di chi opera, in trincea, per la salute dei calabresi. Allo stesso tempo, rivolgiamo a tutte le istituzioni territorialmente competenti, Asp compresa, un accorato appello affinché, con grande senso di responsabilità, adottino tutti i provvedimenti di loro competenza per dimostrare in maniera concreta e tangibile, effettiva vicinanza a tutti i medici che, da Monasterace a Rosarno, passando per la città di Reggio Calabria, si spendono quotidianamente per offrire al paziente le cure del caso mettendo a rischio la propria incolumità. E’ necessaria, dunque, l’attenzione delle istituzioni per consentire ai medici di fare quello che hanno, da sempre, fatto: prendersi cura della salute dei cittadini. E’ necessaria la collaborazione delle forze dell’ordine e della magistratura per consegnare alla giustizia i responsabili materiali dei numerosi episodi di violenza che vedono vittime, con cadenza sempre più incalzante, i medici della nostra provincia e della nostra città. E’ necessario-conclude la nota- ricordare, ancora volta, poi, che la stragrande maggioranza degli episodi denunciati come malpractice, vengono archiviati in sede di indagini preliminari o caducati durante il giudizio.
Lo ripeteremo fino alla noia: questo clima da caccia alle streghe sulla classe medica della provincia reggina non fa bene, soprattutto, ai pazienti”