R. & P.
L’I.C.S. “M. Macrì” di Bianco (RC), diretto con estrema dedizione dalla Dirigente dott.ssa Rosalba Antonella Zurzolo, continua la sua corsa verso la conquista di nuove mete e questa volta lo fa, addirittura, a bordo di una “Ricicletta”: si chiama proprio così la bici che diviene simbolo della sostenibilità ambientale e, allo stesso tempo, del connubio sapientemente instaurato tra scuola e territorio; nella giornata di oggi, difatti, nell’Aula Magna del suddetto Istituto è stata portata a compimento la fase finale di un percorso complesso e articolato, relativo all’ambito dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità, messo in atto tra i banchi di scuola.
L’Istituto, da sempre impegnato nella guida e sensibilizzazione delle giovani generazioni nei confronti di tali tematiche, collabora con il Comune di Bianco, che bandisce il concorso “Consapevolezza e Sostenibilità Ambientale”, per l’anno scolastico 2021/2022. L’obiettivo del concorso è stimolare gli studenti a riflettere, con senso critico e positività, al fine di radicare, nelle loro giovani menti, la consapevolezza che l’ambiente è un bene fondamentale, che va assolutamente tutelato. Gli alunni, per partecipare al sopracitato concorso, hanno trattato, in un elaborato scritto, realizzato dagli stessi, dei temi che hanno lo scopo di proiettarli verso un nuovo stile di vita e di porre l’accento sull’importanza di una raccolta differenziata di qualità e del riciclo di materiali, come l’alluminio, riciclabile al 100%, il suo recupero e l’impiego nei diversi settori applicativi. Proprio dalla “nuova vita” donata a questo metallo, nasce il premio messo in palio dal Comune di Bianco: una bicicletta realizzata totalmente con il riciclo di lattine, che mutano la loro forma, divenendo l’immagine di un futuro ancora possibile, se coadiuvato dall’impegno di ciascuno di noi.
La Dirigente Scolastica e il Commissario Prefettizio Francesco Campolo danno vita ad un dibattito costruttivo con gli alunni, a cui partecipano, con delucidazioni tecniche inerenti gli argomenti di sostenibilità trattati, gli architetti Filomena Mollica e Rosella Cavallaro, presenti all’incontro. L’adesione, in presenza, di un numero contenuto di partecipanti, dovuto alla rigida ma necessaria messa in atto delle norme anti-covid, viene compensata dalla massiccia presenza di alunni e docenti in collegamento, mediante videoconferenza, e tale obiettivo è stato raggiunto mediante la collaborazione del Vicepreside prof. Alberto Crupi e del prof. Pasquale Lucà. Il momento di maggiore pathos dell’evento è stato possibile, appunto, grazie all’utilizzo della tecnologia, che ha consentito di dar voce all’alunna Giada Nicita, che, con estrema empatia, ha rivolto un appello al Commissario Prefettizio, al fine di ottenere una cittadina più ecosostenibile ma anche più inclusiva, che tenga conto delle esigenze di ciascuno dei suoi abitanti, non ledendone, in tal modo, la libertà di vivere nel proprio ambiente, senza che invisibili barriere pongano infiniti limiti a colui che soffre di una disabilità.
A conclusione dell’evento, in cui grazie ad un’estrazione, la “Ricicletta” è stata donata ad uno dei fortunati studenti partecipanti, ciascuno di noi si ferma a riflettere sulle parole della studentessa Nicita, (di seguito riportate) che riceve un attestato di merito, per aver richiesto, con parole semplici ma estremamente evocative, spazi più verdi e un futuro un po’ più blu… …“Commissario, se prova a ricordare la sua infanzia, sono certa che nei suoi ricordi, riaffiorerà quel profumo di terra, quell’odore di fiori appena sbocciati e quella piccola nostalgia delle ginocchia sbucciate dopo una corsa tra amici nel parco. Vorrei raccontarle un piccolo segreto, che riflettendoci poi tanto segreto non è. Io al parco giochi ci sono stata ben poche volte e il motivo per il quale ho dovuto rinunciare a questo divertimento, è stata la totale mancanza di un parco inclusivo nel territorio di Bianco. Ho una disabilità che mi accompagna fin dalla nascita, e come potrà capire, ad accompagnarmi al parco c’era anche lei. Non è stata però lei a pormi dei limiti, bensì la società inaccessibile che ci circonda. Adesso sono decisamente troppo cresciuta per desiderare di giocare fra i più piccoli, ma vorrei che nessun bambino venisse più privato dal suo diritto di socializzare, giocare e vivere”.