di Gianluca Albanese
SIDERNO – La vicenda che stiamo per raccontare intristisce e indigna allo stesso tempo, e fa capire come il concetto di “barriere architettoniche” vada oltre gli ostacoli meramente fisici, investendo, soprattutto, le rigidità mentali.
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Siderno, ore 19.30 di ieri. Il centro commerciale è pieno di gente, come ogni domenica pomeriggio. Un via vai tra luci, colori, annunci e musica “sparata” ad alto volume. Una famiglia del posto si aggira tra i negozi del lungo e luminoso corridoio. Nel carrello, però, non c’è ancora la spesa ma il figlio della coppia, nato con una disabilità – legalmente riconosciuta – che tra le altre cose gli impedisce di deambulare. Il passeggino, infatti, non entra nella piccola utilitaria usata dalla famiglia per questo giro di shopping domenicale.
La famiglia ha voglia di acquistare qualcosa nel negozio di elettrodomestici a pian terreno: le offerte sono allettanti e la scelta non manca. All’ingresso, però, l’addetto alla sorveglianza dice a chiare lettere che col carrello non si può entrare. Il padre del ragazzino gli spiega che in quel caso il carrello della spesa funge da passeggino, espone i problemi del giovane e manifesta la sua necessità di entrare col carrello per non abbandonarlo nel corridoio. Nulla da fare. Il solerte addetto dice che non è possibile e lo rimanda al personale del box per chiedere un’eventuale autorizzazione in deroga.
La risposta, però, è sempre la stessa: “Non si può entrare col carrello qui, le disposizioni sono queste e sono tassative. Non si può rischiare di urtare, far cadere a terra e rompere i prodotti esposti”, fino al “consiglio” al padre del ragazzino che suona quasi come una beffa: “Le suggeriamo di fare aspettare sua moglie col carrello fuori dal negozio, così lei potrà fare i suoi acquisti con tranquillità”.
La frase si commenta da sola.
La famiglia, ovviamente, ha abbandonato il negozio senza acquistare nulla, e con l’amaro in bocca per aver provato ancora una volta un’umiliazione gratuita, ad opera di quel “mercato” che dietro al suo volto sfavillante, seducente e imbonitore, è capace di nascondere una sconcertante mancanza di umanità ed elasticità mentale.