di Antonella Scabellone
LOCRI- “Il passaggio di Cherubino dal centro sinistra al Pdl non fu una scelta personale, ma quella politica di un gruppo di consiglieri socialisti, che decisero di cambiare collocazione in seguito alla frattura interna che si era creata in Regione con l’amministrazione Loiero”
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Questo il passaggio più significativo della deposizione resa questa mattina innanzi al Tribunale collegiale di Locri dall’ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, chiamato testimoniare a discarico di Cosimo Cherubino nel processo Falsa Politica. Con le sue affermazioni Scopelliti ha voluto dimostrare, secondo la difesa dell’ex consigliere regionale rappresentata dall’avvocato Sergio Laganà, che il cambio di casacca di Cherubino in vista delle elezioni regionali del 2010 non fu dettato, contrariamente a quanto sostiene la pubblica accusa, da logiche o dinamiche di ‘ndrangheta (per la DDA Cherubino sarebbe stato appoggiato alle regionali del 2010 dai Commisso di Siderno), ma solo da ragioni prettamente politiche. “Tanto è vero che il passaggio al Pdl-ha evidenziato Scopelliti- vide coinvolti anche altri consiglieri regionali in quota SDI tra cui Magarò”. E prima ancora Giacomo Mancini.
Nelle regionali 2010 Cherubino non riuscì ad essere eletto contrariamente alle precedenti in cui aveva ottenuto un a brillante affermazione con la lista dello SDI.
Secondo un costume oramai acquisto da politico navigato Giuseppe Scopelliti si è fatto attendere fino a mezzogiorno ed è andato via velocemente chiudendo l’udienza dopo una deposizione durata poco più di dieci minuti. Nessuna domanda in controesame da parte del Pm della DDA Antonio De Bernardo.
A deporre pro Cherubino, che come al solito era presente in aula, visibilmente dimagrito e con occhiali da vista, questa mattina anche l’ex presidente della provincia Calabrò che ha condiviso con l’imputato l’esperienza politica a palazzo Foti dal 1998 al 2002. “ I nostri rapporti erano ottimi-ha stigmatizzato Calabrò-mai subito da Cherubino pressioni o forzature”.
Davanti al Tribunale presieduto dal magistrato Alfredo Sicuro stamattina è comparso anche l’ing Sergio Lupis, consulente di parte di Rocco Commisso che ha evidenziato la inutilizzabilità di alcune intercettazioni a carico dell’imputato in quanto incomprensibili.