di Adelina B. Scorda
LOCRI – Riprende “Saggezza” il troncone giudiziario che mette sotto accusa numerosi affiliati alle cosche di Locri, Antonimina, Sant’Ilario, Ardore, Ciminà e altri centri interni in cui si ipotizza l’esistenza di una “corona”, ovvero, una struttura in cui le consorterie criminali del luogo si sarebbero “federate” per realizzare meglio i loro disegni criminali. A sedere, questa mattina, fra i banchi dei testimoni richiesti dal Pm Antonio De Bernardo è il maggiore Alessandro Mucci.
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Ad essere analizzato sotto la guida incalzante del Pm De Bernardo due informative risalenti al 2009, un’analisi puntuale degli stralci esaminati per correlare fra loro le informazioni scaturite dal lavoro d’intercettazione ambientali e telefonico che avrebbe evidenziato, nell’arco del filone investigativo, i presunti contrasti fra il boss Nicola Romano e Raso Giuseppe in particolare nell’ambito dei taglio boschivo. Un giro di affari che secondo la ricostruzione degli investigatori vantava contatti anche in Sicilia e Toscana.
Secondo quanto evidenziato anche dal maggiore Mucci all’interno dell’informativa, già dal giugno del 2006 si evidenzierebbero forti contrasti fra Romano Nicola e Giuseppe Raso in particolare per quello che sarebbe stato l’acquisto della montagna di Platì.
A rafforzare la tesi accusatoria che graverebbe sul presunto boss Nicola Romano, le necessità che si evincerebbero dalle intercettazioni ambientali in cui verrebbe evidenziato il potere esercitato da Romano, capo operaio forestale sulla carta, ma imprenditore di fatto. Roman, avvalendosi di legami e influenze avrebbe avuto il potere di decidere chi potesse lavorare nel campo del taglio boschivo. Esempio sarebbe il caso si Nicola Fazzari che, in un’intercettazione dichiarerebbe la necessità di recarsi da Romano per poter lavorare.
Ma sono i rapporti intessuti da Romano Nicola a interessare in questa fase processuale il Pm De Bernardo che nell’udienza odierna si è concentrato maggiormente sull’analisi delle intercettazioni ambientali e telefoniche scaturite dalle indagini investigative. Un percorso che si delinea collegando tra loro le parti ritenute di maggiore interessi ai fini processuali.
Una fase, quest’ultima che proseguirà anche nella prossima udienza fissata dopo la pausa estiva al 23 settembre.