di Gianluca Albanese
SIDERNO – Un approfondimento sul ciclo dei rifiuti che ruota attorno all’impianto Tmb di San Leo e il futuro della Diga sul Lordo. Sono questi i punti principali della riunione che l’associazione “Siderno ha già dato” ha tenuto nel tardo pomeriggio di giovedì nella propria sede di via Gramsci.
Presenti, tra gli altri, la presidente Anna Romeo e i componenti il direttivo, i soci hanno compiuto una attenta disamina anche in vista dell’attesa data del 16 marzo, quando il Tar di Catanzaro deciderà sui ricorsi presentati da alcuni privati e dal Comune di Siderno contro un “revamping” formale dell’impianto Tmb di San Leo dietro al quale, secondo i ricorrenti, si celerebbe un vero e proprio ampliamento della struttura, le cui criticità sono ben note, specie quando non si riesce a smaltire efficacemente la frazione organica dei rifiuti.
Dunque, se la questione è approdata nelle aule di giustizia amministrativa, e in quella sede verrà dibattuta, l’associazione “Siderno ha già dato” ha comunque intenzione di chiedere, nel frattempo, all’amministrazione comunale tutta la documentazione inerente l’impianto di San Leo, non solo quella riguardante gli aspetti tecnici, in una fase che precede la nuova assegnazione per la sua gestione (attualmente affidata a Ecologia Oggi in regime di prorogatio), ma anche sulle royalties che attualmente spettano al Comune di Siderno, affinché si possa aprire una discussione pubblica pure sulle ricadute economiche della presenza di un impianto del genere, concepito come impianto di trattamento di rifiuti differenziati e via via trasformatosi, nel corso degli anni, almeno in parte, in una discarica.
Quel che appare chiaro, è l’orientamento più volte manifestato dalla Città Metropolitana e dall’attuale amministrazione comunale, ovvero quello di sfruttare comunque – indipendentemente dall’esito dei ricorsi al Tar – i finanziamenti esistenti per realizzare la strada di accesso al Tmb, il cui manto, a oggi, appare talmente dissestato da essere impraticabile. E se appare utopistico, nel medio periodo, pensare alla chiusura di quello che rimane uno dei tre impianti esistenti nel territorio metropolitano, il comitato accetterebbe di discutere, al limite, solo di un adeguamento funzionale che ne migliori il funzionamento, senza alcun rischio per la salute dei residenti e soprattutto senza quegli insopportabili miasmi che, occasionalmente, chi abita o chi ha attività economiche nelle vicinanze è costretto a sorbirsi.
Ma c’è di più. Molti dei presenti alla riunione di giovedì sera hanno evidenziato come un rimedio sicuro, fruttuoso ed economico sarebbe quello dello smaltimento dei rifiuti organici nel proprio comune per ognuno dei tantissimi paesi che attualmente conferiscono “l’umido” nell’impianto di San Leo. Attraverso un compostaggio in loco, infatti, si eviterebbero sia l’accumulazione di rifiuti organici nel Tmb di Siderno e il grosso traffico di mezzi diretti a San Leo che rimarrebbe, quindi, solo impianto di trattamento di rifiuti differenziati e stazione di trasferenza degli Rsu indifferenziati.
Ovviamente, preoccupa (e non poco) il fatto che non sia stato ancora individuato, nel territorio metropolitano, un sito ove realizzare una discarica di servizio per gli scarti di lavorazione, elemento essenziale per il buon funzionamento del sistema nel suo complesso.
A conclusione dei lavori, “Siderno ha già dato” si è impegnata a chiedere un incontro a Pasquale Brizzi, attuale commissario e presidente in pectore del consorzio di bonifica “Alto Jonio Reggino”, per chiedere lumi sull’iter che riguarda i lavori necessari a far ripartire la funzionalità della diga sul Lordo di contrada Pantaleo, il cui progetto definitivo per il ripristino è da mesi al vaglio dell’Ufficio Dighe presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.