di Gianluca Albanese
SIDERNO – Un autentico salasso per i Comuni le somme dovute per il servizio di trattamento e smaltimento dei rifiuti per l’anno 2022. Ci riferiamo all’accertamento disposto dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, quale Ambito Territoriale Ottimale, che con propria determina ha reso nota la suddivisione delle quote che ogni singolo comune dell’Ato deve versare, per coprire l’importo complessivo di 30.708.104,19 euro.
Si tratta, come è noto, di spese che devono essere coperte dai proventi della Tari riscossa dai Comuni dell’Ato di Reggio Calabria nell’anno d’interesse e che dovranno essere versate alla Città Metropolitana di Reggio Calabria.
La suddivisione delle quote, evidentemente, non tiene conto solo della popolazione residente in ogni singolo comune ma del volume complessivo dei rifiuti prodotti che, come è noto, comprende anche le utenze non domestiche, in primis le attività commerciali, industriali e artigianali.
È quanto emerge dalla lettura dell’ammontare delle dieci quote più costose tra i centri della Locride che ogni comune è tenuto a versare all’Ato e a incassare dai cittadini con la Tari.
Una sorta di “top ten” al contrario, che però dà il senso di quanto costino il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, al di là di ogni valutazione e polemica politica sul tema, e di come, nei fatti, ogni ente debba esigere il pagamento dei tributi in maniera puntuale per poter sostenere le spese necessarie ad assicurare il servizio.
Il Comune destinato a sostenere gli oneri maggiori è, ovviamente, Siderno, il più popoloso dei centri del versante ionico reggino (18.600 abitanti) e quello che registra la maggiore concentrazione di attività imprenditoriali e una importante presenza turistica. Per il 2022 dovrà versare all’Ato ben 1.251.540,67 euro. Segue Bovalino che con i suoi 8700 abitanti, due centri commerciali e una buona presenza di negozi dovrà versare 576.426,93 euro. Terza quota più costosa è quella di Locri (12.500 abitanti e una forte presenza di uffici pubblici, tribunale, ospedale e istituti scolastici) con 561.910,03 euro. Quarto è Marina di Gioiosa, quello con le maggiori presenze turistiche nella stagione balneare. I 6300 abitanti, infatti, si triplicano in estate e sul suo lungomare convergono i bagnanti di tutta la vallata del Torbido. Dovrà versare all’Ato 539.688,91 euro. Al quinto posto c’è Caulonia (7000 abitanti) con 306.157,79 euro, sesta Bianco (4300 abitanti ma anche qui grande concentrazione di presenze nei mesi estivi dai centri della vallata del La Verde e anche del Bonamico) con 277.598,21 euro, settima Roccella (6500 abitanti che d’estate diventano almeno il triplo) con 239.726,96 euro; ottava Palizzi (2480 abitanti) con 232.699,02 euro da pagare; nona Monasterace (3400 abitanti ma meta di bagnanti da tutta la vallata dello Stilaro con buona presenza turistica) che deve versare 212.405,11 euro; decima Ardore (4820 abitanti), da anni comunità col più alto tasso di rifiuti differenziati con 208.631,14 euro
Fuori dalla “top ten” Gioiosa Ionica (6800 abitanti e una buona presenza di attività commerciali) che forse ha il miglior rapporto tra il numero delle utenze e la quota dovuta all’Ato, merito di una gestione internalizzata che sta dando buoni frutti in termini di raccolta differenziata.
Il rapporto tra somme dovute e popolazione residente risulta particolarmente oneroso in alcuni piccoli centri che, al momento, sembrano fuori dai grandi circuiti turistici e commerciali. È il caso di Careri (2200 abitanti incluse le frazioni Natile e Natile Nuovo) che deve versare 122.769,64 e soprattutto di Africo Nuovo: 198.717,95 euro per una popolazione di appena 1270 abitanti.
Appare più che mai evidente, dunque, che solo un deciso miglioramento della raccolta differenziata porterà, nel medio e lungo periodo a una riduzione dei costi e soprattutto dei volumi dei rifiuti e potrà scongiurare il pericolo di nuove emergenze.