di Gianluca Albanese
SIDERNO – Sono sempre più avvincenti le questioni interne al Pd regionale in generale e locrideo in particolare, in questa fase che precede l’allestimento della lista che concorrerà alle prossime elezioni regionali.
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Mentre a livello regionale s’ingarbuglia la matassa per la designazione del candidato alla presidenza della giunta regionale, in questo lembo di Calabria i maggiorenti del partito segnano il territorio a loro modo, chi per rivendicare la titolarità del nome e del simbolo del Pd e chi per mostrare di poter ambire a una candidatura in consiglio regionale.
Basta leggere, infatti, con la dovuta attenzione le note stampa pervenute alla nostra redazione, per capire in che direzione vada il borsino delle candidature in vista dell’importante appuntamento del mese di novembre.
Giorni fa abbiamo rilevato come ci sia stata la sostanziale identità di vedute tra la segreteria regionale e quella provinciale in ordine al supporto alla famiglia Laganà/Fortugno, le cui quotazioni appaiono in netta ascesa rispetto a qualche tempo fa.
Pd, quello che le note non dicono. Ma mandano a dire
Oggi, dallo stesso nucleo familiare, sono partite due note stampa, redatte dalla stessa agenzia.
Nella prima, l’ex parlamentare Maria Grazia Laganà Fortugno, autosospesasi dal Pd dopo la condanna in primo grado per truffa all’allora Asl di Locri, plaude alla nomina del nuovo vescovo di Locri e coglie l’occasione per una riflessione politica.
La stessa nota definisce la signora Laganà, in due incisi, «esponente del Pd» e «esponente dei democratici», quando sappiamo che nel tesseramento del 2013 l’ex parlamentare non compariva nell’anagrafe degli iscritti al partito e nel tesseramento del 2014, avviato da pochi giorni, non è ancora presente.
Voglia di ritorno in grande stile, magari facendo passare il messaggio di una sua rinnovata appartenenza al Pd, o semplice leggerezza dell’ufficio stampa? Ai posteri l’ardua sentenza.
Intanto, il figlio Giuseppe Fortugno, segretario del circolo del Pd di Locri, dirama una nota stampa in cui prende le distanze, in maniera netta, dal gruppo consiliare di “Impegno e Trasparenza-Pd” il cui leader Antonio Cavo è finito nell’occhio del ciclone, risultando il bersaglio prediletto dell’attuale maggioranza alla guida del Comune di Locri.
Fortugno, in particolare, parla di rapporti inesistenti tra il circolo del Pd di Locri e il gruppo consiliare di opposizione e chiarisce che «l’attività politica del circolo – è scritto nella nota – svolta da quest’ultimo soggetto – il riferimento è al gruppo consiliare di opposizione – non è in alcun modo espressione del circolo».
Una dichiarazione, quella del segretario cittadino, che non aggiunge nulla di nuovo in ordine alla mancata coincidenza tra l’attività del circolo e quella del gruppo consiliare di opposizione – lo stesso sindaco Giovanni Calabrese ha detto più volte, anche in campagna elettorale, che il circolo cittadino del Pd si è espresso a suo favore nel corso delle elezioni comunali dello scorso anno – ma che lascia aperto un interrogativo: come mai, dopo che da un anno e due mesi il gruppo di opposizione ha assunto la denominazione di “Impegno e Trasparenza-Pd”, solo adesso il segretario cittadino si premura di prendere le distanze dallo stesso chiarendo pubblicamente che nonostante nella denominazione del gruppo consiliare ci sia anche la denominazione “Pd” il circolo non ha nulla ha che fare con lo stesso?
Forse perché – ipotizziamo noi – adesso ha una posizione di maggior forza dopo il sostegno incassato dal segretario provinciale e da quello regionale e magari, in vista delle prossime elezioni regionali in cui aspira – legittimamente – a una candidatura (se non in prima persona, magari di qualcuno della dinastia politica) strizza l’occhio alla maggioranza consiliare, rimasta priva di riferimenti politici sovracomunali dopo la rottura politica tra il sindaco Calabrese e Scopelliti & Co.?
Anche questo lo scopriremo solo vivendo. Di certo – lo ripetiamo – le quotazioni dei Laganà/Fortugno sono in ascesa, quelle dei loro avversari storici (il gruppo di “Spazio Aperto” con in testa il suo leader Pino Mammoliti) in netta discesa.
Proprio così: con la scelta di campo “pro Fortugno” di Seby Romeo, e soprattutto di Ernesto Magorno, Mammoliti e i suoi appaiono, almeno ad oggi, scaricati dal Pd (o, come amerebbe dire Attilio Tucci) dalla sua “anagrafe” e a corroborare la nostra tesi ci sono le dichiarazioni rese dallo stesso Seby Romeo sabato scorso a Caulonia, tese a considerare ancora fuori dal Pd lo stesso Attilio Tucci, mentre sarebbe gradita la candidatura alle regionali del segretario del Pd di Caulonia Kety Belcastro.
E in prospettiva elezioni regionali, arriva l’endorsement per Kety Belcastro
Dichiarazioni, quelle di Romeo, che stando ai rumors colti tra i renziani della prima ora della Locride, avrebbero causato non pochi “mal di pancia”.
Se così fosse, ovvero se fosse vero che anche Magorno ha, di fatto, scaricato il gruppo di Spazio Aperto a favore del Pd dei Fortugno a Locri e a Bianco, i renziani della prima ora della Locride sarebbero “cornuti e bastonati”, visto che proprio in nome della lealtà al sostegno dell’allora candidato dell’ala renziana alla segreteria regionale, pochissimi giorni prima delle primarie dovettero ingoiare il rospo della candidatura a capolista pro Magorno di Domenico Fortugno, fresco di passaggio allo schieramento pro Magorno/Renzi.
All’epoca dei fatti, tutti tacquero tra i renziani della prima ora, tranne il bianchese (e renziano di ferro) Carmelo Celentano.
E se Nino De Gaetano continua a battere il territorio a tappeto in vista di una sua probabile candidatura e altri (Belcastro, Fortugno, ecc.) stanno alla finestra col malcelato intento di correre nell’agone elettorale di novembre, a chi andranno i voti dei renziani della prima ora?
Di certo, Demetrio Naccari Carlizzi, in vista di una sua ricandidatura, continua a tessere buoni rapporti con gli amici di sempre (in primis quelli di “Spazio Aperto”) anche se si starebbe facendo largo anche un nome nuovo della politica calabrese: un giovane dell’area grecanica con buone entrature anche nella Locride, che sarebbe in cima alle preferenze dei renziani della prima ora del basso Jonio reggino e gradito, addirittura, allo stesso Presidente del Consiglio in persona.
Chi vivrà vedrà. Al momento il borsino interno al Pd esprime quello che abbiamo appena cercato di descrivere, anche se in politica – come insegna un amministratore comunale democristiano di lungo corso – «Ogni giorno è un mondo nuovo». Un mondo che dal nostro modesto osservatorio, continueremo a seguire con attenzione.