LOCRI – Ultima udienza dell’anno quella odierna del processo Recupero che si sta celebrando davanti al Tribunale di Locri e che vede imputate cinquanta quattro persone ritenute appartenenti a vario titolo al clan Commisso di Siderno. Anche oggi è continuata l’audizione dei testi dell’accusa, con il maresciallo dei carabinieri Domenico Verde e l’ispettore del Commissariato di P.S. di Siderno Angelo Errigo. Il primo, riallacciandosi alle deposizioni dei testi precedenti, ha riferito delle piantagioni di canapa di contrada Lamia scoperte dagli uomini dell’arma e poste sotto sequestro.
Un particolare curioso:le coltivazioni illecite venivano irrigate a carico dei contribuenti, usufruendo i proprietari di allacci idrici abusivi. Il tutto è stato sequestrato e distrutto dagli uomini dell’Arma che hanno compiuto un meticoloso lavoro di ispezione, in riferimento in particolare a due grosse piantagioni di Via Passoleo, una delle quali appartenente ai fratelli Costa. L’ispettore Errigo ha invece riferito di alcuni accadimenti temporalmente vicini, e probabilmente collegati, agli omicidi dei fratelli Salvatore e Agostino Salerno. In particolare il teste, interrogato dal Pm della DDA Antonio De Bernardo, ha fornito particolari in merito al rinvenimento, nel novembre del 2006, di un’autovettura con fori di arma da fuoco in un autocarrozzeria di contrada Mirto di Siderno. In base alla ricostruzione degli investigatori l’auto sarebbe stata danneggiata nel corso di un conflitto a fuoco, presumibilmente il tentato omicidio di Agostino Salerno, che di li a poco sarebbe stato ucciso. L’autovettura è stata rinvenuta dagli uomini del Commissariato di Siderno proprio mentre il carrozziere incaricato, dopo averla stuccata, si apprestava a ripararla coprendo i fori provocati dai colpi esplosi. Un tentato omicidio che, evidentemente, come è tipico nella logica di certi contesti, anzicchè essere denunciato doveva essere occultato. Esaurito l’esame e il controesame dei due testi il presidente del collegio, Alfredo Sicuro, ha rinviato il processo al prossimo 11 gennaio. I tanti detenuti presenti, tra i quali come sempre anche l’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni, hanno poco dopo lasciato l’aula per ritornare scortati nelle rispettive carceri di provenienza. Il tempo solo per qualche rassicurazione via citofono da parte dei propri avvocati e per fugaci scambi di auguri natalizi, per lo più a sguardi e a gesti, con parenti ed amici.
ANTONELLA SCABELLONE