di Gianluca Albanese
SIDERNO – Se non è un “via libera” all’ampliamento dell’impianto Tmb di San Leo poco ci manca. La prima sezione del Tar di Catanzaro, contrariamente a quanto era stato ipotizzato nei mesi scorsi, non ha unificato i due procedimenti relativi ad altrettanti ricorsi presentati contro il “revamping” dell’impianto di trattamento dei rifiuti, previsto da un decreto della Regione Calabria. Sul primo (presentato da una famiglia di residenti in contrada San Leo che sostengono che la realizzazione di una nuova strada di collegamento con l’impianto andrebbe ad arrecare danno alla loro proprietà) i giudici amministrativi del capoluogo di Regione hanno emesso l’ordinanza pubblicata venerdì scorso in cui si dichiarano incompetenti territorialmente, rinviando ogni decisione al Tar di Reggio Calabria. Il ricorso più atteso, invece, presentato dall’allora Commissione Straordinaria al vertice del Comune di Siderno e sostenuto dall’atto ad adiuvandum predisposto dall’associazione “Siderno ha già dato”, è stato respinto, con sentenza pubblicata nella giornata di ieri.
Una vera doccia fredda per centinaia di cittadini che hanno sottoscritto, lo scorso autunno, la redazione dell’atto ad adiuvandum e si sono autotassati per pagarne le spese.
Nella sentenza pronunciata dal collegio presieduto da Giancarlo Pennetti (referendario estensore Francesca Goggiamani e referendario Domenico Gaglioti) si motivano in fatto e in diritto le ragioni che hanno portato a respingere il ricorso presentato per l’annullamento (previa sospensione) del provvedimento autorizzatorio della Regione Calabria, chiarendo che va anzitutto “affermata l’inammissibilità dell’intervento ad adiuvandum del comitato ‘Siderno ha già dato’” per difetto del requisito della “stabilità” dell’organizzazione, (costituita lo scorso 26 ottobre e registrata il 10 novembre, data di notifica dell’intervento) e per “tardività” perché “esso – è scritto nella sentenza – è stato proposto da ente ‘cointeressato’ che ha sostenuto le medesime censure dei ricorrenti – si riferisce al ricorso presentato dal Comune di Siderno – oltre il termine stabilito per tale tipologia di intervento”, ovvero il 60’ giorno dalla pubblicazione dell’atto impugnato “e dunque – precisa la sentenza – il 30 ottobre 2021”.
Poi, sulle censure addotte dagli allora Commissari Straordinari del Comune di Siderno spiega che il ricorso presentato “con la certificazione urbanistica prodotta non allega la contrarietà dell’ampliamento dell’impianto con il proprio strumento urbanistico” e che “esso non risulta in contrasto con il piano territoriale di coordinamento della Provincia di Reggio Calabria”, confermato con parere – non impugnato – della Città Metropolitana datato 3 febbraio 2021. Secondo i giudici del Tar di Catanzaro “la valutazione di incidenza ambientale è contenuta, con analitica motivazione” nella documentazione prodotta dalla Regione Calabria e “non risulta dimostrato dal ricorrente, né emerge dalla documentazione progettuale, che nella specifica area oggetto dell’intervento ricadono culture di pregio o a marchio tutelato”.
Risultano altresì rispettati gli obblighi informativi e, nella documentazione della Regione, viene richiamato “il parere preliminare di incidenza positiva dell’Ente Parco d’Aspromonte” e, prosegue la sentenza, “non risulta dagli atti” “né è supportato dalla documentazione acquisita” “che il progetto invada la fascia di rispetto dalla fiumara Novito”.
Respinto anche l’ultimo motivo di ricorso, ovvero l’asserita “manifesta criticità” della via d’accesso all’impianto visto che “la stesura definitiva del progetto ha previsto, in linea con gli impegni assunti nel tempo” “l’abbandono del vecchio ingresso al fine di evitare l’aggravamento del traffico sulle strade esclusivamente locali” “con apertura di nuovo ingresso collegato dalla via San Leo alla bretella della variante della SS106” “mentre il ricorso è silente su specifici pregiudizi derivanti sulla percorrenza dei mezzi sulla via San Leo”.
Dunque, il ricorso è respinto del Comune di Siderno è respinto, mentre per quello presentato prima di tutti dalla famiglia di residenti in contrada San Leo, bisognerà attendere il pronunciamento del Tar di Reggio Calabria.