RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
REGGIO CALABRIA – Nei giorni scorsi, l’on. Demetrio Battaglia ha inteso produrre una interrogazione ai Ministri delle Infrastrutture e dell’Economia e Finanze in merito alla “realizzazione a Reggio Calabria del dirigente centrale operativo (DCO) intero compartimento con fabbricato DCO – dirigente operativo trazione elettrica DOTE, come deliberato dal CIPE in data 8 marzo 2013, nell’ambito del Programma delle infrastrutture strategiche (legge 443/2001)”. L’intervento prevede un importo complessivo di 11 milioni di euro, da realizzarsi a Reggio Calabria in locali già predisposti per il montaggio delle apparecchiature e delle postazioni di lavoro.
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Rete Ferroviaria Italiana (RFI), società del Gruppo FS, – riporta l’interrogazione – invece di dare seguito al contratto siglato ed alla delibera del CIPE e di avviare la realizzazione della citata struttura a Reggio Calabria, ha deciso invece di delocalizzare l’intervento trasferendo a Roma i posti centrali di Lamezia Terme e Sapri, previsti dal CIS e dal CIPE a Reggio Calabria, finanziando l’intervento con fondi propri lasciando decadere i fondi stanziati dal CIPE. La decisione -chiarisce l’on. Battaglia- sarebbe motivata sull’assunto che il comando e controllo della circolazione sulla Direttrice Battipaglia – Reggio Calabria è opportuno che vengano governati dal Posto centrale di Roma, poichè la stessa Direttrice è parte del corridoio europeo Scandinavo – Mediterraneo.Tale scelta -continua il deputato reggino- è estremamente penalizzante per la Regione Calabria e, ove trovasse realizzazione, determinerebbe la perdita, per trasferimento, di circa ottanta posti di lavoro, oltre l’indotto, senza alcun vantaggio in termini di efficienza ed efficacia per la circolazione ferroviaria sulla Direttrice tirrenica o sulla direttrice Scandinavo – Mediterranea.
L’on. Demetrio Battaglia chiede pertanto se il Governo è informato di tale decisione assunta da RFI e se non intenda intervenire per evitare la delocalizzazione a Roma dei posti centrali di Lamezia e Sapri che rappresenterebbero l’ennesimo atto di discriminazione di RFI nei confronti del Mezzogiorno con atti unilaterali decisi, addirittura, in violazione di contratti, di accordi con il Governo e in deroga ad atti deliberativi del CIPE.