di Domenico Mittica*
Il mio amico mi dice che “continuiamo a sognare da socialisti, che la cosa non dà … gloria, ma che quei sogni ci hanno insegnato a non rimanere prigionieri del presente”.
Così, se c’è la ricorrenza dei venti anni dalla morte di Giacomo Mancini, si possono ricordare gli elogi di Sabin per quel ministro socialista della sanità e la gestione del vaccino oppure, per passare, ahimè, ad una “sventura”, la guerra, a Craxi che parlava a muso duro ai russi per i missili Nato e agli americani a Sigonella, a De Michelis che “vedeva” i rischi della frammentazione della Regione baltica.
Potremmo aggiungere, di quella stagione e di quelle personalità, le posizioni sull’Europa, l’immigrazione, il Mediterraneo, i movimenti di resistenza alle dittature, il sostegno. Tutto questo ci servirebbe, per preparare un futuro di pace e di benessere. Assetti e funzionamento delle istituzioni, riforme e diritti, le grandi questioni del clima e delle povertà.
Le “rivoluzioni”, si dice, non possono che partire dai comuni. Sì, se non fosse che già da noi, nella Locride, tanti sono in dissesto finanziario, alcuni, spesso, con l’ansia dello scioglimento decretato dal governo. Manfredi a Napoli accetta di fare il sindaco perché sa già che gli copriranno il debito mostruoso delle casse. Qui no, fermo restando le responsabilità degli amministratori.
Non esiste rapporto tra le economie ricche del paese, che provocano l’appetito delle mafie, e le condizioni di sottosviluppo che noi conosciamo. E certamente non vogliamo ignorare il fatto, tutto da dimostrare, che qui l’economia non si risolleva perché l’ “afferrerebbe”… in “partenza” la criminalità organizzata.
Si vota in molti comuni a giugno. Si cambia se si avranno le idee chiare, se tornano la passione politica, la competenza. E l’autorevolezza delle rappresentanze. Se continuiamo a stare alla finestra e soltanto a lamentarci, vince chi questi problemi non se li pone.
Le compagini amministrative uscenti hanno il vantaggio della gestione, tante lo svantaggio di aver risolto poco. Vince chi prende un voto in più, il voto lo esprime liberamente(?) il cittadino. Mancano i partiti, per fare da tramite tra i cittadini e i municipi, gli Enti.
Includiamo nei sogni dei socialisti quest’altro, preliminare a tutto, del ritorno della politica. Gianni Cuperlo, nella prefazione del libro di Ciccio Riccio, “Io lo rifarei”, scrive di quella politica che si discuteva nelle sezioni, nelle “se-zio-ni” – rimarca – (che oggi- e ne sono rimasti pochini dei partiti- si chiamano circoli).
Invocandola. Giustamente!
*: Socialista