di Antonella Scabellone (foto Enzo Lacopo)
LOCRI- Non capita tutti i giorni di avere a scuola il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. Uno che ha fatto della lotta alla criminalità organizzata la ragione della propria esistenza, tanto da vivere da oltre 30 anni sotto scorta; un personaggio pubblico, che con le sue inchieste ha riempito pagine di giornali, ispirato articoli e interviste; uno scrittore di saggi sulla mafia; un uomo sicuramente “importante”, famoso per il suo coraggio, e lo stuolo di giornalisti, forze dell’ordine, rappresentanti delle istituzioni che si sono ritrovati ad accoglierlo, poco dopo le 8, presso la sede coordinata di Locri dell’Ipsia, lo scorso 10 maggio, in occasione della manifestazione dedicata alla piantumazione dell’albero di Falcone, ne sono la dimostrazione. Ma Gratteri non è solo questo.
All’interno di una palestra gremita, il procuratore di Catanzaro, convinto da sempre che la crescita culturale dei giovani sia uno strumento di prevenzione nella lotta alla mafia, si è spogliato della toga di giudice e si è rivelato nella sua veste di uomo che, con atteggiamento quasi paterno, ha parlato, senza troppi preamboli, ai tanti ragazzi presenti, dispensando consigli per il loro futuro, tratti dal proprio vissuto, iniziato in una famiglia di genitori semianalfabeti ma profondamente onesti “a cui ha detto- devo tutto di quello che oggi sono”.
- Studiate, perché solo così è possibile capire il mondo degli adulti e non farvi fregare da loro
- Rispettate gli insegnanti severi, quelli che vi caricano di compiti, e diffidate di quelli troppo buoni, che non vi fanno lavorare e sono il vostro male
- Fidatevi dei genitori, le uniche persone che non vi tradiranno mai
- Posate il telefonino prima iniziare a fare i compiti e riprendetelo la sera perché vi sconcentra
- Questi alcuni dei suggerimenti del Procuratore agli studenti che hanno stimolato diverse domande da parte loro.
“Ogni volta che entro in una scuola- ha detto ai nostri microfoni prima di iniziare – lo faccio con la speranza di lasciare qualcosa nella testa di chi mi ascolta, insinuare il dubbio, innescare una riflessione che possa avviare un percorso di riscatto”.
Ala luce della sua lunga esperienza professionale, Gratteri ha cercato di spiegare agli studenti come una società che tollera la mafia possa minare seriamente il loro futuro, partendo dal concetto di ONORE: “il mafioso non ha onore perché uccide alle spalle; racconta bugie per eliminare il nemico; chiede il pizzo ai vostri genitori privandoli dei soldi guadagnati onestamente; ricicla denaro sporco, fa concorrenza sleale, blocca l’ampliamento delle aziende e impedisce di creare posti di lavoro costringendovi ad emigrare. Questo è onore??”.
Si è poi soffermato sulle figure di Falcone e Borsellino, nel trentesimo anniversario della loro morte per mano della mafia; due uomini molto diversi per carattere e stile di vita, ma accomunati da una grande amicizia e da un profondo senso dello Stato che li ha portati a sacrificare la propria vita per dare agli altri la speranza di una società migliore.
La manifestazione, organizzata in collaborazione con il Lions club di Monasterace Kaulon, lo Specialty club Lions di Siderno e i Carabinieri forestali per la Biodiversità di Reggio Calabria, ha avuto come gradito ospite anche il Vescovo Mons Francesco Oliva ritornato, a distanza di 24 ore dalla visita pastorale di lunedi 9 maggio, all’Ipsia, per partecipare alla messa a dimora dell’Albero di Falcone. “Si tratta di una pianta molto delicata, un ficus, che va annaffiato ogni 4 giorni per cui non trascuratelo, se no morirà”. Questa la raccomandazione di Gratteri agli studenti prima di congedarsi.
La conferenza, moderata dal giornalista Maurizio Bonanno, si è aperta con i saluti del Ds Gaetano Pedullà, il quale si è detto onorato, a nome di tutta la comunità scolastica, per la presenza degli illustri relatori; a seguire sono intervenuti: il Comandante dei Carabinieri Forestali della Biodiversità di Reggio Calabria, Tenente Colonnello Giuseppe Micalizzi, la presidente del Lions Club di Monastercae Kaulon, Daniela Futia, la responsabile di plesso, Adele Careri e, collegato in videoconferenza, Enzo Guidotto Presidente Osservatorio veneto fenomeno mafioso.
Il progetto dell’albero di Falcone si inserisce in un percorso di legalità indirizzato alle scuole che, come ha spiegato il tenente colonnello Micalizzi, porterà a realizzare una Grande Bosco Diffuso formato dalle piante messe a dimora da tutti gli studenti e visibile su un’apposita piattaforma web grazie alla geolocalizzazione. In sostanza, alcune gemme del famoso Ficus che cresce nei pressi della casa del giudice Falcone, sono state prelevate e duplicate nel Centro Nazionale Carabinieri per la biodiversità forestale. Qui sono state generate piccole piante da donare alle scuole che aderiscono al progetto.
Messa a dimora la talea Gratteri, dopo aver ricevuto dal Ds Pedullà, in segno di gratitudine, una targa ricordo della manifestazione, personalizzata con dedica, si è spostato, accompagnato dal sindaco Calabrese e dall’assessore Bumbaca, al Palazzo della Cultura di Locri, dove ad attenderlo c’era una folta rappresentanza dell’ l’Istituto Comprensivo Maresca.