DI SEGUITO L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA DELL’ASSOCOMUNI DELLA LOCRIDE GIORGIO IMPERITURA:
Negli scorsi mesi è stato presentata una bozza di disciplinare per il riconoscimento del marchio europeo I.G.P. “Olio di Calabria”. In queste ore numerosi agricoltori e produttori della Locride e della Provincia di Reggio Calabria stanno manifestando ai propri sindaci forte preoccupazione, chiedendo che si facciano portavoce del disagio rispetto al documento presentato al Ministero per le Politiche Agricole.
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Si tratta di un atto, approvato anche dalla Regione Calabria che, se dovesse trovare avallo e applicazione così come è stato formulato, non consentirebbe agli olivicoltori reggini di potere ottenere l’importante marchio di qualità. Un intero territorio, nel quale viene prodotto un olio di altissima qualità, verrebbe praticamente dimenticato e lasciato inesorabilmente indietro.
Come sindaci della Locride esprimiamo, anzitutto, forti perplessità per il tardivo invito a partecipare, lo scorso 9 luglio, ad una riunione operativa a Cosenza. Nel merito, poi, riteniamo assolutamente doveroso schierarci a fianco dei coltivatori e produttori di olio del nostro territorio. Si intraprende un percorso che, ancora una volta, avvantaggia alcuni territori della Regione, a scapito di altri. Prevedere nel disciplinare che il marchio sia riservato all’olio extra vergine d’oliva “…ottenuto da olive della varietà Carolea, presenti in misura non inferiore al 70%…”, significa non conoscere, minimamente, la realtà olivicola calabrese, in cui tale cultivar è presente in alcune aree olivicole della Regione. In tutte le altre realtà la presenza di Carolea non raggiunge neppure lontanamente tali proporzioni, come nella Locride dove è presente massicciamente la cultivar Geracese e nella tirrenica dove sono presenti l’Ottobratica e la Sinopolese. Ferma restando, ovviamente, la rigidità sui parametri qualitativi, una possibile ed auspicabile soluzione potrebbe essere quella di prevedere un elenco di varietà autoctone calabresi, da cui poter produrre olio a marchio IGP, sia come monovarietale e sia come blend, senza nessun vincolo di percentuali prefissate, ma piuttosto collegate all’elemento “Tradizione” e “Tipicità” dello specifico comprensorio di produzione.
Su questa e su altre proposte appoggiamo senza riserva alcuna la battaglia intrapresa dall’assessore provinciale all’Agricoltura Gaetano Raso, sottoponendo al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestale e, per conoscenza, al Ministro Lanzetta le difficoltà fin qui affrontate e la certezza della risoluzione del problema. Comunque viene anticipata la volontà di procedere alla convocazione dell’Assemblea dei Comuni per affrontare il tema.